Quando mi sveglio non ho la minima idea di che ora sia e, per qualche istante, non so nemmeno dove mi trovo.
Il mal di testa è martellante, un fastidioso e indesiderato sottofondo che pagherei milioni per scacciare, ma quando mi muove sotto le coperte e riconosco il profumo che aleggia nell'aria capisco che non posso alzarmi e correre a prendermi un antidolorifico come farei a casa mia, perché non sono a casa mia, affatto.
I flash di ieri sera si stagliano nella mia mente già provata non appena chiudo gli occhi. Le canzoni, i canti, i balli, il soju, le dita di Yoongi intrecciate alle mie e il suo respiro leggero dopo la prima canzone che ho cantato ieri sera, quando siamo arrivati a casa sua, segno che già era sprofondato nel sonno.
Vorrei voltarmi sul fianco sinistro per guardarlo, ma non ho bisogno di farlo per capire in che posizione è. La mia schiena è incollata al suo torace e non posso muovermi, perché il suo braccio sinistro mi stringe con decisione anche mentre dorme. Percepisco il suo respiro caldo sul collo, le forme delineate del suo corpo con il mio, e non vorrei esagerare, ma potrei implodere.
Aspetta che Min-Seo venga a saperlo.
Yoongi detesta essere svegliato e io non ho sentito suonare alcuna sveglia, ma devo comunque tornare a casa prima che i miei genitori s'insospettiscano di qualunque cosa.
Mi volto a fatica sotto il peso del suo braccio, serrato al mio corpo, e quando riesco a farlo lo trovo già sveglio, gli occhi gonfi dal sonno e un broncio adorabile sulle labbra. Ricambio la sua occhiata in silenzio, e il pensiero di ieri sera torna a galla. Quei piccoli nei sono tutti da baciare, ne sono sempre più convinta – soprattutto ora che sono sobria e che sono ancora più vicina a lui.
Yoongi non parla e nemmeno io mi azzardo a rompere il silenzio, ma mi muovo quanto basta per portare una mano al suo viso. Gli sfioro le labbra in una carezza impercettibile, ma il contatto mi è sufficiente per realizzare quello che sto facendo.
Mi libero di scatto dalla sua presa con così tanta forza che finisco fuori dalle coperte, con il sedere sul pavimento. Un lamento di dolore mi sfugge dalle labbra mentre mi stendo a terra. Nella mia testa c'è un'infinita sequela di parole irripetibili, per il dolore e per la mia stupidità.
Il viso di Yoongi sbuca dal letto, mentre si sporge per verificare se sono ancora viva o se deve disfarsi di un cadavere.
«Tutto bene?»
Lo guardo dal basso, un'espressione di sofferenza sul viso.
«Più o meno» mormoro, e cerco di sollevarmi con le braccia per mettermi a sedere proprio mentre Yoongi si sporge ancora di più fuori dal letto, con il risultato che i nostri volti sono separati soltanto da una manciata di centimetri.
Mi ributto a terra, rischiando di sbattere la nuca contro il comodino. Per fortuna la mia testa è un groviglio di capelli lunghi e arruffati – un'immagine super sexy, per essere la prima cosa che Yoongi ha visto questo mattino.
«Soo-Yunah!» Yoongi alza la voce e si sporge di nuovo, con l'unico risultato di cadere a sua volta dal letto e rovinarmi addosso.
Questa situazione non è troppo distante dal modo in cui abbiamo dormito stanotte, ma siamo svegli, ora. La notte rende fragili e vulnerabili, ma la consapevolezza di questo momento, saperlo contro il mio corpo, vedere i suoi occhi studiarmi, beh, è tutt'altro discorso.
«Credo sarebbe meglio se andassi a casa» esalo in un fiato, e Yoongi si sposta da sopra di me, tornando sul letto con movimenti aggraziati. Santo cielo, quanto è bello?
«Sì. Io devo prepararmi per questa sera» mormora, e si alza dal letto mentre io mi sollevo da terra. «Vai pure in bagno, se hai fretta. Io posso aspettare.»
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Both in this life and the next | Min Yoongi [COMPLETA]
Romance[storia COMPLETA] Park Soo-Yun ha ventisette anni compiuti da poco e un posto come insegnante d'inglese in una scuola superiore di Seoul. Non ha crucci per la testa e ha risolto i suoi problemi anche e soprattutto grazie ai Bangtan Sonyeondan, che l...