-Capitolo 4- *Casa in campagna*

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-Casa in campagna-

Un mese fa non avrei mai pensato di poter diventare così... sensibile al fascino di Ethan Scott.

È già da qualche tempo che ci frequentiamo e so che non dovrei mischiare il lavoro con la mia vita privata, ma non rinuncio a lui adesso che stiamo così bene insieme.

Quando ho raccontato della serata a Cristina aveva gli occhi a cuoricino, quasi come i miei che sono perennemente in quello stato; ma, quando ho raccontato di avere qualche dubbio su questa relazione perché lui è il mio editore, mi ha colpito alla nuca e mi ha detto di andare a dormire e di non farmi venire strane idee in mente.

Adesso Ethan continua a presentarsi in libreria, sorridente e felice come una pasqua, continuando a portarmi dei fiori, cioccolatini o piccoli biglietti con frasi romantiche.

È davvero molto carino.

È passato circa un mese e mezzo da quella cena e le cose stanno andando davvero molto bene.

Per qualche giorno non ci siamo visti perché continua a lavorare con altri scrittori, però ha detto che per il mio prossimo libro mi starà incollato come una ventosa e non mi libererò più di lui.

Credo di aver mischiato alla grande lavoro e vita privata, ma detto molto sinceramente, se il mio capo non ha fatto problemi fino ad ora, dubito che ce ne siano in futuro.

Anche Ethan la pensa così, quindi, per il momento sto una favola anche io.

«Allora? Che ne pensi?»

«A proposito di cosa?»

Ethan mi guarda piegando la testa di lato e sorride «Non hai ascoltato niente di quello che ti ho detto, vero?»

«Scusa» mormoro imbarazzata.

Lui ride e mi prende la mano «Stavo pensando di organizzare una festa per te»

Aggrotto le sopracciglia e gli chiedo, con lo sguardo, di che cosa sta parlando.

«Ho parlato con Cristina e mi ha detto che non è stata ancora organizzata una festa per la pubblicazione del tuo primo libro»

«E la vuoi organizzare proprio tu?» chiedo ridendo. È un po' strano visto che non voleva nemmeno che il mio libro venisse pubblicato.

«La vuole organizzare il tuo fidanzato, non il tuo editore» mi ricorda.

«Ah, giusto...» mormoro alzandomi dalla sedia e sporgendomi sul tavolo per baciarlo.

Lui ricambia, ma devo porre fine al gesto se non vogliamo ritrovarci nudi sul tavolo.

Ultimamente la nostra vicinanza riscalda parecchio la situazione. Io so a cosa è dovuto e quale parte del mio corpo incolpare o ringraziare per questo, ma sta di fatto che non mi sento ancora pronta a fare quel passo.

Si, a ventidue anni sono ancora vergine. Capita quando hai dedicato la tua vita a realizzare il tuo sogno e quando la maggior parte dei ragazzi che incontri sono cafoni e veramente molto poco delicati con il genere femminile.

Ethan è veramente diverso. Lui non è come tutti gli altri. Mi capisce, a volte anche meglio di Cristina, e sicuramente non è un cafone. So che, se dovessi decidere di farlo, lui prenderebbe la questione con la massima serietà.

Ne ho parlato con lui, dopo il primo rovinoso tentativo, e mi ha rassicurata, dicendo di non preoccuparmi.

Sospiro, pensando a quanto sia perfetto quest'uomo.

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