Capitolo 21

111 6 0
                                    

Mi riavvicinai agli altri e le mie amiche mi iniziarono a sfottere

“era “Max” al telefono?

“si” risposi io

“anzi no…scusa “Charles”” disse una di loro

Sbiancai ma cercai di ribattere senza darlo a vedere

“ancora con questa storia? Dai smettetela”

“Charles chi è adesso?” chiese Mathew

“è Max” rispose una di loro

“cioè?” disse Mathew

“Max è Charles e Charles è Max” disse sempre una di loro

“ma in che senso?” si interessò lui

“Nulla nulla” dissi io

Vedevo che una di loro stava per cacciare il telefonino sicuramente per mostrare la foto perché disse qualcosa tipo “guarda ora ti mostro che Max è Charles”

Ma trovai una scusa e cercai di cambiare discorso il prima possibile perché non volevo che si accorgessero subito della cancellazione delle foto, ma troppo tardi Mathew era interessato e niente… andarono in galleria e intanto spiegavano che secondo loro io avevo dormito con Charles, quel Charles..ma io ridevo e scherzavo per non prendere niente sul serio..

Quando si resero conto che non avevano più le foto, una di loro esclamò che forse erano nel cestino…ma per fortuna, io ero stata più furba di loro e cancellai anche quelle..poi, a malincuore per le mie amiche, dissi loro che probabilmente erano troppo ubriache e che avevano scambiato Max per qualcun altro. Riuscii a cavarmela in qualche modo a non spiegare perché Max era Charles perché Mathew incalzò dicendo

“quindi ieri hai dormito con Max eh?” disse

“si perché?” risposi io senza ricordarmi che poco prima nel museo ero stata al suo gioco di flirt..

“vieni che dobbiamo parlare un attimo” e mi prese per allontanarmi

“a che gioco stai giocando silvia? Ieri hai dormito con Max, oggi giochi con me, io oggi ero serio e sarei andato fino in fondo se solo ne avessimo avuto modo..tu mi piaci lo vuoi capire? Sono giorni che ti vengo dietro, ma mi sfuggi sempre e questa cosa mi fa impazzire..”

“Mi dispiace Mathew..io non voglio farti soffrire e mi dispiace per oggi!”

“quindi non eri seria oggi eh?”

“io..io..scusami veramente” ero veramente dispiaciuta..la sua faccia era triste, ma non potevo spiegare il perché avevo agito in quel modo

“Se veramente ti vuoi far perdonare, mi devi un bacio e poi finalmente capirai che il tuo posto è insieme a me”

“Ma sei fuori di testa per caso?”

“Sei tu che lo hai voluto” mi disse..mi stava spaventando..

Mi prese di vita e mi strinse a sé con forza…non riuscivo a divincolarmi, ma indietreggiavo con la testa opponendo resistenza..era più forte di me e non riuscivo a liberarmene..ad un certo punto mi ricordai di poter utilizzare le gambe e BAAM gli sganciai un bel calcio sulle palle e finalmente mi mollò..lui si era accovacciato un po’ sulle ginocchia dolorante..

In tutto questo sentii arrivare di corsa una vespetta, era Charles (per fortuna con il casco) che scese dalla vespa e gli sganciò un pugno in faccia così forte che lo fece sdraiare a terra, questa volta sia per il dolore che per la violenza..

“non ti azzardare a toccarla mai più, intesi?”

Io avevo palesemente entrambe le mani in faccia sbalordita..questa sua entrata da film in perfetto orario..rimasi a bocca aperta..

“Non ho capito ragazzo, siamo intesi?”

“SI si” rispose Mathew aprendo l’altro occhio quello sano, ma rimanendo sempre a terra..

Mi prese per mano e salimmo sulla vespa per andare via.. sentivo le mie amiche con tono sconvolto “ma quello era MAX?”

Vedevo man mano che mi allontanavo che le persone si avvicinavano e lui piano piano si alzò..in fin dei conti se l’era cercata..come si era permesso a trattarmi in quel modo solo perché aveva tanta voglia di scopare? Che se ne trovasse un’altra..Mathew sembrava tanto gentile e bravo ragazzo, ma quando anche i bravi ragazzi si comportano così rivelano la loro natura da dominatori e questo non va per niente bene..

Charles rimase in silenzio per tutto il tempo, non chiesi nemmeno dove stavamo andando..ma lo capii quando accostò in una stradina deserta e accostò il motorino.

Eravamo di nuovo nella vecchia Parigi…quando si tolse il casco era infuriato e preoccupato, era serio, ma serio nero..il che lo rendeva molto più affascinante..

“so a che stai pensando” mi disse lui dato che eravamo entrambe in silenzio

“sarebbe?”

“che non avrei dovuto farlo giusto? D’altronde ti eri già difesa benissimo da sola”

“si beh, potevi andarci più piano quello si..guarda che ti sei fatto male pure tu” e gli presi la mano destra..aveva le nocche arrosate e sanguinavano..

“ci penso io ora dai..hai del kit medico giusto?”

“si dovrebbe esserci qualcosa da qualche parte” rispose

Salimmo su casa e, seduti sul divano, iniziai a medicarlo e a fasciarlo con quello che c’era, ma la fasciatura non uscì un granchè..mi presi cura di lui nei dettagli per come potevo..non potevo permettere che la sua mano rimanessero cicatrici..

Mentre stavo ultimando la simil-fasciatura, gli dissi “Grazie per avermi difesa comunque”

Mi guardò negli occhi e lo guardai negli occhi “no grazie a te per esserti presa cura della mia mano”

“Figurati per così poco, anzi quando torni in hotel dovresti fartela medicare nuovamente”

“Quando torniamo, vuoi dire”

Lo guardai di scatto come a dire in che senso?

“Si, beh…mi devi il pomeriggio” disse accennando ad un mezzo sorriso

“ah, quindi non sei arrabbiato con me?” gli chiesi

“No, non sono arrabbiato, ma preoccupato e non potevo fare niente…non capisco perché tu non mi abbia nemmeno avvisato..sono state le ore più lunghe della mia vita..”

“Non esagerare..”

“Avevamo un accordo e non l’hai rispettato, cosa dovevo pensare?”

“Aspetta, non è che non l’ho rispettato, non ho potuto farlo e presa dal momento, forse lì ho sbagliato lo ammetto, ma non ci ho pensato ad avvisarti che andavo via perché in realtà pensavo solo a come salvarti”

“Salvarmi? E poi stavi con quel ragazzo?”

“Aspetta, ehi guardami, ti posso spiegare giuro…se mi ascoltassi, spero tu possa capire le mie motivazioni, potremmo fare pace, ma ti prego ascoltami”

“Va bene” disse lui

E così gli raccontai tutto quello che era successo dall’esatto momento in cui lui mi diede il bacio in fronte e varcò la soglia della porta per andare via. Della mia corsa contro il tempo, dell’arrivo patetico al museo, del mitico piano per recuperare le chiavi e la messa in atto del loro ritrovamento..

Iniziai il racconto che Charles era serio e finii che Charles rideva e finalmente era ritornato sereno..

“Ora hai capito perché Mathew ha frainteso tutto? In fin dei conti non è stata colpa sua..lui era solo la vittima..poi la situazione è degenerata? Si, ma ora penso sia abbastanza chiara”

“Chiaro”

“quindi sono perdonata?”

“Mmmm, per questa volta” disse lui

“yeahh” esultai io

“ti va di mangiare qualcosina?”

“Si dai”

E scese dal suo amico lì vicino tornando con due insalate di pollo.

Around the World - In giro per il MondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora