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             ALHAITHAM


Trasportai Kaveh fino a casa e lo lasciai nella sua stanza da letto. Che gran seccatura. Ogni volta che era depresso andava alla taverna a bere fino ad ubriacarsi e poi toccava a me riportarlo a casa. Ovviamente lui non lo sapeva, era sempre stato convinto che fosse qualche buon samaritano a ricondurlo a casa e io avevo lasciato che lo credesse. Infondo era meglio così, sarebbe stato difficile spiegare il perché lo seguissi ogni sera quando lasciava la casa.

Quella sera mi sentivo in parte responsabile del suo stato. Avevo rischiato di perderlo, di nuovo. Quando studiavo all'Accademia non tolleravo la compagnia di nessuno, tranne quella di Kaveh. Lo trovavo molto intelligente seppur troppo sentimentale, ma tutto sommato lavoravamo bene insieme. Stavamo lavorando ad un progetto importante ed era quasi ultimato, finché non sono arrivati altri che lo hanno allontanato da me. Gli avevo detto che erano degli esseri inferiori, che non potevano competere con noi, ma lui inspiegabilmente si arrabbiò. Ricordo ancora le sue parole.

-Sei troppo egoista, Alhaitham, è per questo che nessuno vuole lavorare con te! Se pensassi un po' di più agli altri le cose andrebbero meglio.

-E tu invece ti credi tanto altruista, Kaveh? Sei solo un povero illuso che si nasconde dietro agli altri per fuggire dalla realtà.

Da quel giorno non parlammo più, né lavorammo ancora insieme. Di quel progetto non era rimasto più nulla, tranne quella casa che nessuno dei due voleva. Kaveh aveva tutte le ragioni per disprezzarmi, ma volevo regalargli qualcosa di bello per scusarmi. Quando seppi delle sue condizioni, offrirgli un alloggio ad un prezzo vantaggioso mi era sembrata la scelta migliore. Ero ben consapevole dell'insoddisfazione che poteva avere nel vivere con me, ma non m'importava. Tuttavia, se avesse deciso di andarsene sapevo che questa volta non sarebbe più tornato.

Lo coprii con un lenzuolo e feci per andarmene quando sentii chiamare il mio nome.

-Alhaitham...

Sobbalzai temendo che si fosse svegliato, ma i suoi occhi erano chiusi.

-Cosa c'è?

-Resta...

Sapevo che non era saggio restare con lui in quello stato, ma lo feci ugualmente. Mi sedetti sul bordo del letto. 

-Resteró, ma ora dormi.

-Dormi con me...

Mi tirò per il braccio e si avvinghiò a me come dei tralci di vite.

-Kaveh...

-Shh...dobbiamo dormire...

Sospirai e lo lasciai fare. Tanto era inutile, quando era ubriaco era impossibile liberarsi di lui.

Gli scostai i capelli appicciati al viso arrossato dall'alcool e pensai che così sembrava proprio innocente e ingenuo.

Mi ritrovai a percorrere il profilo del suo viso con le dita poi scesi più in basso.

La camicia si era aperta e metteva in mostra il suo collo delicato. Sarebbe stato proprio un peccato rovinarlo.

Sorrisi pregustando il momento. Chinai la testa e avvicinai le labbra alla sua pelle candida. Succhiai. Aveva un sapore dolce.

Kaveh non si accorse di nulla e probabilmente l'indomani non avrebbe avuto memoria di questo, ma sul suo collo adesso c'era la prova che era suo e di nessun altro. 


***

Salve a tutti! Questo è un capitolo breve, ma intenso giusto per farvi simpatizzare un po' per Alhaitham e prepararvi a ciò che accadrà più avanti. Spero vi sia piaciuto e appuntamento al prossimo capitolo! ^^

"Irrational Love" [ Kaveh X Alhaitham ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora