Stavo continuando a correre e ormai non sapevo neanche dove stessi andando.
L’unica cosa di cui ero certa, era che se mi fossi fermata, non avrei vissuto abbastanza per ripartire.
Continuai per un tempo che sembrava infinito, la paura che per un po’ sovrastava la fatica. Non ero mai stata una ragazza sportiva…ero sempre nell’infermieria. Mi pentii presto di questa mia pigrizia.
Improvvisamente la stanchezza fu troppa.
Caddi in ginocchio urlando al contatto del cemento con la pelle viva delle gambe.
Strisciai dolorosamente, trascinando il mio corpo fino al muro più vicino.
Appoggiai la testa contro la fredda pietra e solo in quel momento mi resi conto di quanto il mio fiato fosse pesante. Il petto che si alzava e abbassava ad un ritmo sfrenato.
Mi sforzai di tenere gli occhi aperti e stetti attenta a non toccare la mia ferita sulla schiena.
La mia mente era spenta, annebbiata.
Non riusciva più a ragionare.
Riconobbi solo che quello in cui mi trovavo era il luogo dove il dolente ci aveva guardato megli occhi.
Se solo mi fossi ricordata le svolte che avevamo fatto quella volta, sarei ritornata alle porte senza grossi problemi.
Ed io provai a ricordarle, ci provai davvero, ma in quel momento tutto l’accaduto sembrava solo un miscuglio di scene spaventose che sinceramente preferivo dimenticare.
Sapevo però che le svolte fatte erano 6.
Destra, destra, destra, sinistra, destra, sinistra?
No! Ecco…forse era..Destra, sinistra, sinistra, destra, destra, sinistra?
Oppure: Sinistra, destra, destra, sinistra, sinistra ,destra?
Le combinazioni erano troppe, così come il dolore che attanagliava ogni mio arto.
Non riuscivo a focalizzarmi su altro, finché sentii un rumore inquietante e pesante.
Inizialmente temetti fosse un dolente, poi una scintilla si accese nella mia mente; le porte si erano aperte.
La speranza mi fece tornare lucida per qualche istante, e i ricordi cominciarono a riaffiorare come bollicine sott’acqua che ritornano a galla.Destra, sinistra, sinistra, destra, sinistra, destra.
Mi alzai gemendo e, dopo aver preso un bel respiro, iniziai a correre, nonostante ogni muscolo mi intimasse a non farlo.
Tutte le volte che facevo una svolta e che il mio piede sfiorava terra, sapevo di essere più vicina alla radura, più vicina alla cucina di Frypan, alle carezze di Newt, alle cazzate di Clint.
Finalmente ero là davanti; il sole mi batteva in faccia e la radura si avvicinava sempre di più, ma era come se avessi un masso sulla schiena.
Le mie gambe si rifiutarono categoricamente di muoversi e iniziai seriamente a pensare che non sarei mai riuscita a fare quei pochi metri che separavano dalla salvezza.
I miei occhi si stavano già chiudendo quando sentii qualcuno prendermi per le braccia.
<<Liz, Resta sveglia! Non provare a morirmi proprio adesso!>>
Temevo di non sentire mai più quella voce
<<Minho…>>
<<Mh...>>Aprii gli occhi lentamente e sorrisi non appena vidi i muri di legno dell'infermeria.
Provai a sollevarmi sui gomiti ma qualcuno me lo impedì.
<<Ehi, ehi, vacci piano. Hai una ferita molto profonda sulla schiena.>>
Jeff mi aiutò a mettermi seduta e mi diede un bicchiere di spremuta.
<<Prima che tu me lo chieda: hai dormito quasi tutto il giorno. Dannazione, ci hai fatto preoccupare>>
<<Le mie condizioni? Sono una medicale anche io, perciò non raccontarmi cazzate>>
<<Okay, beh, per fortuna l'unica ferita grave l'abbiamo medicata bene. Ti rimarrà una gran bella cicatrice sul naso, ma a parte questo starai bene>>
Proprio sul naso dovevo avere una cicatrice? Meno male che Jeff tiene nascosto il suo specchio, almeno non saprò quanto fa schifo.
Qualcuno scostò la tenda che ci circondava e si fiondò su di me.
<<Ahiiiii! Newt...!>>
Mi sollevò e mi strinse a sé.
<<Dai, piano bisonte! È ancora debole>>
<<Liz. Sei...sei un'idiota.>>
<<Lo so, ma tra i due qui sei tu la bella addormentata, quindi mi ritengo migliore. Ora mettimi giù>>
Mi posò sul letto e si accovacciò davanti a me stringendomi le mani.
<<Perché lo hai fatto?>>
<<Newt, siamo bambini non possiamo crescere un figlio, e poi...ti pare giusto farlo vivere qua? In questo posto di merda dove non è detto che potrà uscire?>>
Stette in silenzio.
Sembrò rifletterci profondamente.
Dopo aver guardato il medicale, tirò la tenda, vicino a me. Dietro il leggero strato di tessuto, c'era George.
I suoi occhi azzurri erano chiusi e cerchiati di rosso e sulla fronte gli cadevani piccoli ciuffi dei suoi ribelli capelli neri.
<<Lui è….è stato punto. Liz, d-devi sapere che prima gli abbiamo parlato e c-ci ha chiesto di ucciderlo prima che…che la Mutazione faccia effetto>> mi spiegò l'intendente dei medicali.
<<No, no, no! C'è il dolosiero!>>
<<No Liz. Ce ne mandano uno al mese e lo abbiamo già usato con un altro velocista>> disse Newt.
<<Ma…noi non lo ammazzeremo, giusto?!>>Mi lasciarono da sola con lui per qualche ora, il silenzio veniva interrotto solo dal mio pianto.
<<Mi dispiace...è solo colpa mia>> sussurrai tra un singhiozzo e l'altro.
<<Non dire cazzate Liz...>>
Alzai lo sguardo, George aveva ancora gli occhi chiusi, ma ero certa fosse stato lui a parlare.
<<Spero tu non sia gravemente ferita>>
<<Non osare preoccuparti per me! Piuttosto, dove ti hanno punto?>>
Si mise a sedere, si tolse le coperte di dosso e si abbassò i pantaloni.
<<Woohh, rallenta, sappi che non voglio vedere il tuo caspio!>>
Rise e mi mostrò la puntura violacea sulla coscia sinistra.
<<Capiscimi Liz, ti prego, non voglio impazzire e fare del male a me stesso o a qualcun’altro!>>
<<Magari non impazzirai...magari->>
<<Liz. Smettila. È meglio così>> disse abbracciandomi.
<<Sei stato un bravo pive>>
<<Ho imparato dalla migliore! Ricordati sempre di non farti mettere i piedi in testa da quelle teste di sploff. E per favore, ricorda che non è colpa tua…>>
Non disse più niente.
Continuai a guardarlo cercando di reprimere le lacrime, fino a quando Clint non mi portò in camera mia.
Sapevo che non avrei mai più visto il velocista._Spazio autrice_
Ma ciao miei dolci pive.
Allura, sappiate che mancano solo due capitoli e poi questa avventura sarà finita...
Ma non preoccupatevi, i nostri radunai torneranno, vi spiegherò tutto più avanti🍀
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C.A.T.T.I.V.O. non è buona
Fanfiction-Primo libro- E se Teresa non fosse stata la prima ragazza ad entrare nella Radura? Direi che questa domanda l'abbiamo già sentita. Quindi, cosa sarebbe successo se la fagiolina fosse arrivata agli inizi? Come l'avrebbero accolta? Se ve lo steste...