Quando entrai in camera, vidi Tony, a petto nudo, che dormiva nel letto. Lentamente, e con una leggerezza che non avevo mai avuto mi avvicinai a lui. Mi sedetti sul bordo del letto e gli accarezzai la guancia.
"Mmh." Sporse la guancia verso la mia mano contemplando le mie carezze.
"Hey Anthony?" Sussurrai avvicinandomi al suo orecchio.
"Vieni qui." Rispose con la voce impastata dal sonno appena preso, indicando con la mano il posto libero del materasso tra le sue braccia.
"Okay." Risposi ridacchiando.
Era così dolce e indifeso in quel momento che mi dimenticai di ciò che era successo poco fa con quel coglione di Bieber.
-Non é vero! Ci stai pensando proprio adesso-
Cazzo.
Alzai gli occhi al cielo a me stessa e mi misi sdraiata tra le braccia di Tony.
"Mi sei mancata piccolina." Sussurrò tra i miei capelli.
"Buonanotte Tony."***
Mi svegliai ancora tra le braccia di Anthony. Mi guardai in torno in cerca di una sveglia o di un orologio, non volevo saltare un altro giorno di scuola. Finalmente dopo aver messo a fuoco una luce verde proveniente dalla sveglia digitale sul comodino, lessi. "05:36"
Okay, ero ancora in tempo per andare a scuola.
Cercando di fare meno rumore possibile, mi divincolai dalla presa di Tony ed uscii dalle coperte. Lo sentii lamentarsi un pochino prima di risistemarsi e rimettersi a dormire.
Mi tolsi la maglietta che mi aveva prestato la sera prima e mi rimisi la mia. Ci misi un po' prima di ricordare dove avevo lasciato le scarpe, e quando le trovai, esultai in silenzio.
Finalmente ero pronta!
Mi avvicinai al letto e posai un delicato bacio sulla guancia di Anthony.
"Non andare via..." Mi supplicò aprendo leggermente gli occhi.
"Devo andare a scuola." Risposi alzandomi pronta per uscire.
"Aspetta!" Disse con la voce ancora impastata dal sonno. "Dammi un bacio."
Alzai gli occhi al cielo e gli diedi ciò che aveva chiesto.
"Ciao." Lo salutai ed uscii dalla stanza, e poi dalla casa.
Oh Dio! Non vedevo l'ora!***
Ero andata a casa mia, mi ero fatta una doccia veloce e mi ero cambiata i vestiti. Ora stavo camminando in direzione della scuola.
L'unica cosa che avrei dovuto fare questa mattina, per rimanere di buonumore, era evitare quella faccia di cazzo di Bieber.
Qualche minuto dopo arrivai davanti a scuola, e la prima cosa che feci fu quella di guardarmi intorno.
Non erano ancora arrivati.
Mentalmente mi asciugai la gocciolina di sudore immaginaria che mi scendeva dalla fronte e tirai un sospiro di sollievo.
"Shade!" Mi sentii chiamare da qualcuno dietro di me, e d'istinto mi girai per vedere chi fosse.
Era Tris.
Si era lei, e aveva la faccia di una che voleva spiegazioni.
"C-ciao Tris." Balbettai forzando un sorriso.
"Ti prego! Evitiamo inutili cerimonie! Devi dirmi che é successo a mio fratello." Disse prendendomi le spalle e scuotendomi.
"P-perché?" Domandai facendo finta di non sapere nulla. Ero ancora profondamente arrabbiata e ferita.
"Ieri sera é tornato a casa con un livido viola sotto l'occhio e, come se non bastasse, non ha parlato per niente." Prese fiato. "Sono sicura che tu ne sai qualcosa!"
Dalla sua espressione capii che sapeva che io centravo qualcosa, ma non sapeva in che modo.
"Emh... eh... ecco, vedi..." Sospirai tentando di fare una frase di senso compiuto. "Lui mi ha dato della 'troietta' e io gli ho tirato uno schiaffo." Risposi velocemente sperando che non mi urlasse contro.
"Ah, okay. Allora hai fatto bene!" Disse sorridendo.
"I-io mi dis-" Mi interruppi. "Cosa? Non sei arrabbiata?" Domandai incredula.
"No, mio fratello é un coglione testa di cazzo, non é colpa tua." Alzò le spalle.
Le sorrisi e la presi sotto braccio. "Che questo giorno di merda abbia inizio!" Dissi ridendo prima di trascinarla all'interno della scuola.
Tra il traffico studentesco delle 08:00, intravidi Faccia Di Cazzo che, tra l'altro mi stava anche fissando. Distolsi lo sguardo e riportai l'attenzione su Tris, che vedendo che mi ero irrigidita davanti a quel coglione, mi guardava abbastanza preoccupata.
"O-oggi é giovedì, vero?" Chiese balbettando.
"Si, perché?" Risposi iniziando a preoccuparmi.
"Cazzo!" Farfugliò tra se e se.
"Che succede?"
"Ora hai motoria." Disse indicando l'orario scolastico.
"Abbiamo motoria." La corressi.
"No. Hai motoria." Ribatté calcando la parola 'hai'.
"Cosa significa?!" Sbottai.
"Significa che devo recuperare la verifica di italiano e quindi non posso venire in palestra."
-CAZZO!-Justin's Point Of View
Mi stava evitando...
Mi odiava... molto.
Ma, sapevo che dovevo fare, così mi affrettai ad andare in palestra.
Quando uscii dallo spogliatoio la vidi, tra l'altro in pantaloncini e in canottiera, che faceva la troietta con un mio compagno della squadra di basket.
Dio, non la sopporto!
Sembra che lo faccia apposta a farmi infastidire!
Sapeva benissimo tirare a canestro, non c'era assolutamente bisogno che quel coglione di Dan le stesse appiccicato al culo.
Avevo i nervi a fior di pelle, e sentivo che stavo per esplodere.
Velocemente mi avvicinai a loro e fregandomene delle sue proteste, la presi per un braccio e la portai fuori dalla palestra.
"Ahi! Lasciami!" Gridò piantando i piedi a terra.
La sbattei contro il muro e mi misi davanti a lei.
Appiccicato a lei.
"Si può sapere che diavolo stai facendo?!" Sbottai molto... molto vicino alle sue labbra.
"N-non so di c-cosa tu stia parlando." Balbettó spaventata.
"Mi mandi il cervello a puttane! Che cazzo stavi cercando di fare con Dan?" Ero arrabbiato... MOLTO!
"Che c'é? Sei geloso?" Mi sfidò.
"Cazzo se lo sono!" Confermai avvicinandomi di più a lei. "Ora mi spieghi che cazzo stavi cercando di fare?" Domandai con voce bassa.
"Emh... io non riesco a parlare se mi stai così vicino." Rispose evidentemente... ehm... non mi viene la parola. Ma potete immaginare come fosse.
Ridendo mi allontanai un po' da lei, mantenendo sempre una mano appoggiata al muro accanto alla sua testa.
Lei tirò un sospiro di sollievo.
"Quindi?" Domandai pretendendo una risposta sensata.
"Qual'era la domanda?" Chiese confusa.
"Che stavi facendo con Dan?!" Ripetei frustrato.
"Stavo facendo... ehm, aspetta, com'é che mi avevi chiamato?" Disse facendo finta di pensare. "Ah, si... la troietta." Sorrise falsamente prima girarsi per andarsene.
Alzai gli occhi al cielo e la fermai strattonandole il braccio e facendola girare verso di me. Mi avvicinai ancora di più a lei e sulle labbra le sussurrai: "Se non fossi fidanzata con quel coglione, saresti mia."

STAI LEGGENDO
My Trouble // Justin Bieber
FanfictionIl Bronx è universalmente noto per essere uno dei quartieri più violenti e pericolosi, dove tutt'ora gran parte della criminalità è concentrata unicamente nell'area del South Bronx. Guarda caso, proprio dove mia madre ha trovato casa... Sono Shade...