Capitolo Trentasette

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All'esterno il sole è completamente sceso, ha fatto posto alle stelle mezze coperte dalle nuvole. Il silenzio ha lasciato il posto ad una musica leggera che ci arriva alle orecchie da sopra le nostre teste.

Io e Tray ci siamo presi qualche minuto per noi, la sua mano ad accarezzare la mia guancia, la mia mano tra i suoi capelli, le nostre labbra a pochi centimetri l'uno dall'altra senza mai toccarsi, i nostri respiri un unico soffio. Siamo rimasti immobili e ci siamo goduti la vicinanza, il calore emanato dai nostri corpi.

Devo ringraziare Halloween e questa assurda tradizione della casa infestata che mi hanno regalato questo momento con Trevor. E sinceramente, di infestato non ho visto niente all'interno di queste quattro mura marce, il silenzio di questo seminterrato è stato terapeutico finché non siamo stati disturbati.

Gradualmente, la musica sopra le nostre teste aumenta, così come lo scricchiolio di passi e, senza volerlo, mi viene da chiedermi se i rumori siano causati da persone che camminano o da coppie intente a fare altro. In fondo è questo lo scopo della serata su questa collina deserta.

Mi distraggo solo per un attimo per venire poi di nuovo risucchiata nel mondo di Trevor. Il suo sguardo intenso mi incatena nella sua morsa di smeraldo e mi ci perso al suo interno. Perché voler tornare alla realtà quando tutto ciò di cui ho bisogno è proprio davanti a me, ha occhi solo per me, tiene solo a me e farebbe di tutto per me?

Un tonfo, quasi come di un corpo che cade a terra, mi fa sobbalzare per lo spavento, anche Tray si alza a sedere. È stato proprio sopra le nostre teste.

"Non farete nessuna festa stasera?"

Tray annuisce, "Solita ora, solito luogo. Verranno tutti là più tardi. Si stanno divertendo a fare le cose che nel locale non potrebbero fare."

Dal suo sguardo capisco che non si riferisce solo al sesso. Sopra le nostre teste tutti questi adolescenti si stanno ubriacando, staranno fumando e, vista l'espressione di Tray, mi viene istintivo non escludere anche le droghe che vendono i Lupi.

"Andiamo via, che dici?" Tray tira fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni, legge qualcosa senza sbloccarlo e lo rimette via. Io annuisco non appena ho di nuovo il suo sguardo su di me.

Si alza in piedi e mi tende la mano aiutandomi a fare lo stesso. Per quanto fossimo su una scala, ormai mi ero abituata a quella posizione. Ritornare in piedi dopo svariati minuti mi destabilizza per qualche secondo. Mi tengo stretta alla sua mano aspettando che le mie gambe smettano di tremare e, come mi raddrizzo, sento un leggero fastidio alle parti intime.

Mi becco uno sguardo interrogativo da parte del mio ragazzo ma gli faccio cenno di camminare. Seguiamo la luce della torcia fino ad arrivare alle scale. Tray non spegne la luce e questo mi aiuta a vedere i gradini nella risalita.

Più ci avviciniamo alla porta più il rumore di voci si fa sentire. Adesso la musica è accompagnata a grida, chiacchiericci, versi che non voglio decifrare. Nel corridoio che dobbiamo percorrere per l'uscita vedo, a terra, bottiglie di birra vuote che prima non c'erano, mozziconi di sigarette, un ragazzo seduto con la schiena contro il muro con gli occhi chiusi. Poco più avanti noto due ragazzi schiacciati contro una ragazza, sembra la stiano baciando entrambi, le mani di tutti e due sono ovunque mentre lei geme. Siamo costretti a passargli accanto e solo allora, quando i gemiti di tutti e tre mi riempiono le orecchie, i movimenti dei loro corpi si fanno più evidenti, noto che entrambi sono dentro di lei, entrambi la stanno scopando allo stesso tempo e lei ne sta godendo come se non ci fosse un domani.

Distolgo lo sguardo con la velocità di un fulmina, mi sento le guance in fiamma al pensiero di dove si sono posati i miei occhi. Seguo Tray, afferrandolo per mano, a testa bassa fino all'uscita. Intorno a me sento altri suoni ambigui ma non oso alzare la testa, al solo pensare a cosa sta succedendo in questa casa, dopo quello che ho visto, dopo quello che abbiamo fatto, mi sento pulsare in mezzo alle gambe.

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