Capitolo Trentotto - Parte uno

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Feste come Halloween dovrebbero servire solo ai bambini per avere una scusa ad uscire di casa, la sera, fare dolcetto o scherzetto, giocare con gli amichetti, scherzarsi a vicenda. Passare una serata diversa, innocente e piena di dolciumi. Non ha senso Halloween venga festeggiata anche dagli adulti con la crisi di mezza età a cui piace addobbare i propri giardini, prendendola come una sfida a chi lo fa meglio e dagli adolescenti che la usano come scusa per fare festa e rompere ogni regola.

Ma ancora di più non capisco il motivo di indossare vestiti indecenti, striminziti, con più pelle esposta che coperta per le donne. Mentre gli uomini possono vestirsi normalmente per risultare lo stesso sexy.

Se poi ci si ritrova davanti due trogloditi come il mio ragazzo e il suo migliore amico, mi viene di più da pensare che questa festa dovrebbe essere bandita. Volete che ci travestiamo? Bene, allora ditemelo e me lo trovo io il mio vestito.

"Perché voi vi beccato i vestiti normali e io quello da poco di buono?"

Hamilton sgrana gli occhi, Tray mi si incolla alla schiena. "Tu sei la mia ragazza, non una poco di buono. Lo sanno tutti." Non capisco se questa frase debba essere sarcastica o seria, ma non ha l'effetto desiderato perché mi fa irritare ancora di più.

"Perché non posso scegliermi il mio vestito?" Più che arrabbiata mi sento offesa dal fatto che loro due pensino mi faccia piacere mettere un qualcosa che mi lascerà praticamente nuda davanti a centinaia di ragazzi ubriachi ad una festa.

"Perché a me piace questo e stasera decido io."

"Stronzo!" Mi sembra per un attimo di avere a che fare con il Trevor di quando sono arrivata, quello prepotente e odioso. Hamilton davanti a me sembra divertito e vorrei tirargli un pugno.

Discutere non mi porterà da nessuna parte. Hanno già deciso loro per me. Stronzi. Se solo non fossero le uniche persone di cui mi fido in questa città li avrei già presi a schiaffi entrambi e me ne sarei andata via come una furia. Poi hanno il coraggio di lamentarsi del fatto che le donne sono irascibili, loro si credono i padroni del mondo, non è normale pensare di poter decidere tutto senza ricevere in cambio delle lamentele,

Indignata, lancio la busta a terra e me ne vado al piano di sopra, con il costume di Harley in mano e mi chiudo in bagno. Vorrei strapparlo, ma rischierei mi costringessero ad uscire di casa in intimo anche se non credo Tray sopporterebbe gli sguardi altrui su di me così nuda.

Sono arrabbiata non solo perché hanno scelto per me ma anche perché non hanno pensato al fatto che non mi sarei sentita a mio agio ad andare in giro con questo costume indosso. Non è un caso se il mio guardaroba vede solo abiti larghi e comodi. Non mi sento a mio agio ad andare in giro mostrando pelle di troppo, sentendomi mezza nuda, probabilmente giudicata, osservata.

Amo il mio corpo, ma non amo la gente veda il mio corpo senza che sia strettamente necessario. Io so dei miei difetti, li ho accettati, il problema sono gli altri e i loro sguardi giudiziosi che non si rendono neanche conto di avere.

Mi siedo sul bordo della vasca e mi guardo intorno per la prima volta. Non ero mai entrata in questo bagno. Dovrebbe essere il più piccolo di questo piano e comunque al suo centro ci starebbe un letto king size. La vasca è grande abbastanza da potercisi sdraiare dentro e tutto, dai pavimenti, alle pareti, ai marmi e di color panna.

È tutto così lucido che ho quasi paura di lasciare le mie impronte in giro. Scivolo in avanti stando adesso seduta sul bordo più esterno della vasca. Anche qua una parete, quella che da all'esterno, è completamente in vetro. Io posso benissimo vedere fuori e, anche se so che comunque chi sta fuori non può vedere me, il timore mi assale comunque.

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