Genova, diario di bordo giorno sei

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Sono a Genova dasei giorni e mi sembra che la mia vita non sia più quella di prima.Qui è come se potessi essere la versione migliore di me stessa e chetutti ci credano senza obbiettare nulla. O forse è semplicementemerito di quell'articolo. L'ho spedito senza nemmeno rileggerlo e larisposta è arrivata mentre attendevo le valigie in aeroporto:l'avrebbero pubblicato. Così com'era. Non ero certa avrebbe cambiatodavvero le cose, ma avevo la netta sensazione che avesse cambiato me.Sembrava che l'aver finalmente fatto qualcosa per me stessa, perrendere la mia vita un po' più simile a quello che avevo sempresognato, mi rendesse orgogliosa. E forse lo sono, cazzo. Sonoorgogliosa di aver agito, di aver combinato qualcosa.

Ora però viene laparte difficile, visto che l'articolo uscirà tra esattamente mezzorae non ho la più pallida idea di come la mia esistenza sarà messasottosopra di nuovo. O magari non succederà. So solo che sono le duedel pomeriggio ed oltre oceano le mie pessime decisioni stanno peressere messe in piazza. Merda. Almeno questa volta è la miaversione. Anche se non basta a calmarmi.

Prendo borsa edasciugamano e mi dirigo verso una delle calette frequentate solo dairesidenti, che ho conosciuto grazie ad un amico dei miei nonni,quando avevo dieci anni.

Il sole mi scottala pelle e non posso far altro che inspirare l'aria sempre piùcarica di salsedine, mentre mi avvicino alla spiaggia sassosa, ilrumore del mare che inizia a riempirmi le orecchie, una distesainfinita dove non ho bisogno di nascondermi: ho la certezza chel'acqua mi accetterà qualsiasi cazzata io faccia. Stendol'asciugamano all'ombra di una roccia e appena mi ci siedo sopra, ilcellulare esplode. Merda. So già che sono migliaia di notifiche diqualsiasi social possibile ed immaginabile e cazzo, è fatta. Hoappena detto a metà mondo che sono innamorata di un attoreventiduenne dannatamente speciale. Come fottersi la vita da sola.

Spengo il cellularee mi dirigo verso l'acqua, la sensazione fresca dopo il bollore deisassi è come un unguento medicante sul mio cuore acciaccato per letroppe emozioni degli ultimi tempi. La marea mi viene incontroinesorabile ed io mi ci immergo senza paura, perché non avrebbesenso ormai temere qualcosa. Mi sono messa a nudo davanti a tutti,non esiste al mondo qualcosa che potesse spaventarmi più di quello,quindi ora non mi resta che aspettare. E nel mentre galleggio, ancorasorpresa di come l'acqua riesca a sorreggermi indipendentemente datutto.


Diario di bordo di chi non è mai salito a bordoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora