Capitolo 16

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Yang Dongsun

Non c'era alcun dubbio, era proprio lui in carne ed ossa.

Sentì improvvisamente i polmoni svuotati d'aria, come se fossero stati due palloncini sgonfi, e una fitta mi colpì alla testa facendomela pulsare.

Perché stava facendo tutto questo?

Non sapevo se fossi più sconvolto dal fatto che i Black Lions ci avessero trovato o dal fatto che mio fratello fosse uno di loro.

E per giunta sembrava essere proprio il capo.

In un secondo le forze mi vennero meno, a stento rimasi in piedi, nonostante sentissi l'urgente bisogno di sedermi o meglio di sdraiarmi, e percepivo una crescente ansia diffondersi nel petto: stavo per avere un attacco di panico.

"Ma che piacere rivederti dopo tutto questo tempo Christopher" Dongsun si rivolse al blu con un mezzo sorrisino di sfida, "purtroppo dalla tua espressione capisco che la cosa non sia reciproca"

Si conoscevano?

Chan contrasse i muscoli delle braccia così tanto da rendere visibili le vene, mentre assottigliò le palpebre in due piccole fessure. Sembrava decisamente arrabbiato.

"Togli il piede dalla schiena di Minho" furono le prime parole pronunciate dal blu, il quale non smetteva un attimo di fissare mio fratello.

A lato Changbin si dimenava tendando, invano, di slacciare le corde che lo tenevano legato, mentre gli altri se ne stavano immobili troppo sconvolti anche solo per dire qualcosa.
Al centro invece Minho sembrava sofferente, si poteva benissimo leggere dolore nei suoi occhi, i quali, nonostante tutto, non avevano abbandonato la figura di Jisung che a mala pena tratteneva i singhiozzi, era stato lui ad urlare prima.

"Con te non c'è per niente gusto" sospirò Dongsun portandosi una mano sulla fronte "speravo di stupirti almeno un pochettino e invece la prima cosa che mi dici è questa, un po' deludente lasciatelo dire"

"Non mi sorprende affatto che dietro a tutto questo ci sia tu, solo un pazzo poteva fare una cosa del genere"

Dongsun roteò gli occhi al cielo, incrociando poi le braccia al petto, "Gentile come al solito, in ogni caso ora non ho altro tempo da perdere quindi vado dritto al punto: dammi la corona" si fece improvvisamente serio.

Deglutì spaventato, sentendo improvvisamente lo zaino più pesante, erano venuti per quella.

"Non so di cosa tu stia parlando"

"So benissimo che l'avete trovata all'osservatorio e che la tenete nascosta da qualche parte, quindi è inutile che fingi, Christopher, sopratutto se ci tieni ai tuoi amichetti" rispose facendo pressione con il piede sulla spalla di Minho, il quale gemette di dolore.

Vidi Chan tentennare per poi abbassare lo sguardo stringendo ancora più forte i pugni, incurante dei piccoli taglietti che si formavano sui suoi palmi.

"Sei così prevedibile, basta mettere in mezzo uno di loro e abbassi subito le orecchie come un cagnolino" lo schernì continuando a ridacchiare, "e poi noto con piacere che recuperare gli scarti dalla strada ti riesce ancora proprio bene" continuò.

Sapevo che si stesse rivolgendo a me, ma non riuscivo nemmeno ad alzare la testa, mi sentivo soffocato dalla sua presenza come se davanti a lui valessi ancora meno di zero.

The lost land //JeongchanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora