Questa volta non mi faccio fregare da Tomas. Questo fu il suo primo pensiero quella mattina. Troppe volte aveva permesso a quell'uomo di soffiarle da sotto il naso grandi occasioni lavorative, ma questa volta era determinata a non farsi beffare per l'ennesima volta con un "mi dispiace Allison, sarà sicuramente per la prossima intervista".
A suo sfavore giocava che Tom, oltre ad essere un gran bell'uomo di 50 anni (avrebbe potuto dire di averne 40 senza problemi) era un personaggio carismatico, molto conosciuto nell'ambiente. Molti attori erano stati più volte da lui recensiti ed intervistati, ma lei sperava che le sue motivazioni questa volta, portassero Mr. Trevor a darle una chances.
Caricata da quei pensieri e sicura che seppur giovane del lavoro nonostante i suoi 30 anni, questa volta, l'intervista sarebbe stata sua. Accaparrandosi quel risultato avrebbe ottenuto molteplici vantaggi: rispetto in ufficio, altri incarichi prestigiosi e finalmente una scrivania non condivisa con gli stagisti.
Allison aveva già scritto alcuni pezzi che al suo capo erano anche piaciuti, ma non appena Tom varcava la soglia dell'ufficio del redattore capo all'ultimo piano, sventolando l'intervista del secolo come lui era solito etichettarle, ogni possibilità di vedere il suo articolo in stampa svaniva miseramente.
Immersa in tutti i suoi pensieri venne risvegliata bruscamente
-Ally! Hey! Che fai? Dormi in piedi questa mattina?
Si guardò attorno e si fermò qualche passo più in la voltandosi verso la voce che l'aveva chiamata con uno sguardo serio e carico di tutte le motivazioni che si stava elencando per cui Mr. Trevor doveva darle quell'opportunità e si accingeva ad andare ad elencare subito, prima dell'arrivo di Tom che era solito arrivare in ufficio dopo le 9,00 come tutti i "grandi" di ritorno da qualche intervista fuori città. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco, poi notò una ragazza dai lunghi capelli biondi mossi che al guardava con uno sguardo interrogativo di chi si aspetta non solo di essere riconosciuta e salutata, ma di venir attesa all'entrata. Meredith! Cazzo! Per poco non la lasciava lì fuori ad aspettarla con il caffè per entrambe in mano.
-Tesoro! Perdonami! Oggi non ci sono con la testa! Wow! E' nuovo questo cappotto? Ti sta una favola!
Non pensava di doversi giocare la carta "complimenti" così presto quella mattina per sviare l'attenzione da una qualche sua cazzata e proprio con la sua amica e compagna di college, nonché collega di lavoro. Meredith le sorrise porgendole il suo bicchiere di caffè, i complimenti con lei avevano sempre l'effetto desiderato. Iniziò a parlarle della serata trascorsa a quella festa a cui avrebbe dovuto partecipare anche lei, ma aveva glissato per concentrarsi sul lavoro. Allison la sentiva solo in sottofondo finché non entrarono in ascensore
-Allora pronta a fargliela sotto il naso?
Meredith le fece l'occhiolino, sapevano bene a chi si stavano riferendo, benché Meredith svolgesse il suo compito in tutt'altro settore della rivista, aveva un'antipatia innata ed irreversibile per Tom. Allison si limitò a sorriderle.
Salutò solo con un cenno Meredith mentre si avviava lentamente alla sua postazione e si instradò a passi decisi e svelti verso l'ufficio di Trevor che la vide arrivare ed iniziò a dondolarsi sulla sua poltrona girevole con uno sguardo che lasciava poco all'immaginazione.
-Allison buongiorno, cosa posso fare per te?
Era sempre molto cortese nonostante la sua posizione poteva portarlo senza dare spiegazioni ad un atteggiamento meno cordiale con i suoi sottoposti. Sin dal primo giorno in cui era arrivata in quell'ufficio a presentarsi come nuova stagista si era sempre trovata bene a lavorare con lui, avrebbe potuto essere suo padre e forse era quel pensiero che l'aveva sempre fatta sentire a suo agio anche nei momenti più duri.
-Trevor...
Vedendola così seria e determinata capì che qualcosa le passava per la testa e lei non ci mise molto ad organizzare il suo monologo
-Voglio quel lavoro!
Esordì. Lui iniziò ad alzare gli occhi al cielo, sapeva bene che Trevor quella frase l'aveva sentita almeno una decina di volte quella settimana, ma prima che lui iniziasse a parlare mettendo un grosso "no" su quella sua richiesta decise di sedersi e continuare.
-Sono brava, lo hai detto anche tu. Questa cosa è alla mia altezza, mi sono documentata ho già una scaletta (gli diede un foglio che lui osservò distrattamente) lo porterò a parlarmi di quello che voglio e tu sai perché?
Lui la guardò sorpreso, non sapendo dove Allison volesse arrivare.
-Perché mio caro, io sono una donna ed a lui piace essere al centro dell'attenzione dell'universo femminile.
Sapeva il fatto suo e sapeva che in quel campo nemmeno il grande Tom poteva batterla, neppure se avesse indossato un vestito con un elegante scollatura e un tacco 12.
Trevor la guardava pensieroso, prese il foglio tra le mani e si voltò verso la sua finestra che dominava su Manhattan, una vista meravigliosa in cui si perse per un istante in attesa che lui parlasse. Era forse un cattivo presagio? Le mani le tremavano e l'unica cosa sensata che le venne in mente di fare per non farsene accorgere fu di tenerle lungo il corpo appoggiate sulle gambe leggermente accavallate in modo da sembrare naturale.
-Ally questa è una grande responsabilità, teniamo molto a questo lavoro per cui se fai una cazzata la tua testa salta lo sai vero?
Lei annui, si aspettava questo genere di discorso e sapeva che se lui glie lo avesse fatto significava che c'era realmente qualche possibilità sebbene remota che le affidasse il lavoro. Deglutì e si rese conto che l'ufficio si stava animando alle sue spalle, da un momento all'altro avrebbe fatto la sua comparsa Tom e lei non aveva ancora ottenuto una risposta. Sobbalzò quasi dalla sedia, quando sentì bussare sullo stipite della porta con le nocche delle dita in modo abbastanza forte per richiamare l'attenzione su di se, era certa che quello fosse Tom, quel modo di tamburellare l'avrebbe riconosciuto tra centinaia. Lui lo faceva sempre in segno di "maschio alfa" sulle scrivanie degli stagisti, quando andava da Trevor per portargli l'ennesimo risultato. Il cuore iniziò a bombardarle la testa, ma non osò voltarsi, guardò Trevor che guardava Tom alla porta e sorrise, poi quando Allison pensò che fosse ormai giunta l'ennesima sconfitta, Trevor alzò la mano con un dito a mezz'aria
-Solo un minuto Tom.
Lui rimase sulla porta, come se non dovesse darle privacy, riusciva ad immaginarlo pronto a fare il finto dispiaciuto.
-Ally...Robert Downey Jr. è tuo. Voglio aggiornamenti settimanali e le foto per l'anteprima entro la settimana. Non voglio sentire scuse e/o ritardi. Parti domani mattina per Los Angeles. Parla con Natan, ti darà tutti i riferimenti ed i dettagli.
Aveva le lacrime agli occhi e si limitò ad annuire ad ogni sua affermazione.
-Ci rivediamo a lavoro finito. Sentenziò Trevor.
Si alzò con calma ed uscì senza degnare Tom di uno sguardo, non ne aveva bisogno, sapere che aveva sentito tutto, per lei era sufficiente.
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L'occasione che aspettavi!
RomanceAllison aspirante giornalista cerca la sua occasione nella grande mela ma la troverà altrove, mettendola nella condizione di dover prendere delle decisioni che cambieranno per sempre tutto ciò che la circonda. L'amore, l'amicizia e una nuova città d...