uno

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<<bene la lezione è finita>> chiude il libro il professore d'inglese.
<<io non capisco nulla, devo ancora studiare metà roba>> si mette le mani nei capelli sara <<io ci capisco qualcosa ma guarda che occhiaie che ho, tra lavoro e lo studio dormo pochissimo>> ripongo i volumi dentro allo zaino <<credo che andrò al parco a studiare>> sbuffo e me lo metto in spalla <<tu vieni? ci prendiamo un poke e poi andiamo>> le sorrido <<lo sai che io non posso>> stringe i denti <<ma ti ho invitata era chiaro che offrissi io!>>la rinprovero <<grazie ma per sta volta passo>> scuote la testa ed io capisco che non devo insistere, sospiro ed usciamo dall'edificio.
mi infilo le cuffie nelle orecchie e mi avvio verso il ristorantino, ordino sempre lo stesso, lo prendo d'asporto e dopo cinque minuti mi ritrovo circondata dal verde.
mi è sempre piaciuto studiare qui, mi rilassa moltissimo, riesco ad immergermi completamente nello studio, mi isolo, creo una bolla intorno a me, nessuno può disturbarmi, cosa che a casa è impossibile, avendo una sorella di 4 anni, tra urla e pianti non riesco mai a concentrarmi e dedicarmi completamente allo studio.
dopo aver mangiato, lego i miei capelli in uno chignon basso spettinato con una matita, metto gli occhiali sulla punta del naso ed incomincio.
ad un certo punto una voce attira la mia attenzione <<hai una sigaretta?>> alzo il capo ed era un ragazzo che avrà avuto qualche anno in più di me <<no>> scuoto la testa e la abbasso concentrandomi di nuovo <<vabbè posso mettermi qui insieme a te?>> si accomoda ed io non gli rispondo <<che devi studiare?>> sbircia il mio quaderno.

perché se te lo dicessi ti imporrerebbe seriamente?

<<inglese>> forzo un sorriso <<ah okay>> annuisce fingendosi interessato, poco lontano da noi si siedono in una panchina tre ragazzi, lancio un'occhiata a loro e mi sento osservata.
<<ma senti non è che ti andrebbe di andare di là?>> indica un posto in mezzo agli alberi <<devo studiare>> scuoto la testa <<vabbè solo cinque minuti>> mi implora <<no>> continuo alla stessa maniera <<dai che ti costa non ti faccio nulla>> alzo la testa e lo guardo storto <<io sono qui per studiare non di certo per altro>>sbuffo <<ma dai>> si avvicina, mi prende per il mento e mi gira verso di lui <<lasciami stare>> gli sposto la mano <<eddai che vuoi che sia>> ci riprova e sta volta poggia la mano sul seno <<smettila>> chiudo i miei libri <<non hai sentito ciò che ha detto?>> arriva un ragazzo alto, carnagione scura, con la tuta del milan e i capelli legati in uno chignon <<vai via cazzo>> lo prende per il braccio e lo fa alzare <<e tu chi cazzo sei? >> ringhia <<vedi di sparire da qui altrimenti va a finire male>> dice a denti stretti <<che pensi di poter fare eh?>> ribatte, il ragazzo abbassa lo sguardo e ride senza umorismo, alza il capo e gli sferra un pugno <<ok basta>> intervengo <<vattene via>> il moro lo prende per la maglia e lo spinge via <<tutto okay?>> domanda <<si, non ce n'era bisogno>> stringo le labbra, annuisce e ritorna da dov'era venuto.
cerco di finire di studiare ma non riesco, quest'evento mi ha scollegato il cervello, ripongo i volumi sul mio zaino, mi sciolgo lo chignon, mi alzo e mi sistemo la gonna, prendo i rifiuti e mi avvio verso casa quando avverto un tuono e una goccia mi bagna il naso.

sono a piedi e pure senza ombrello, perfetto.

mi avvio verso il cestino che era proprio affianco alla panchina dei ragazzi.
<<sei a piedi?>> domanda lo stesso ragazzo <<si, ma non abito distante da qui>> annuisco portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio <<ti do un passaggio>> si alza in piedi <<no stai tranquillo>> sorrido e lo guardo dal basso, la differenza d'altezza era parecchia <<dai andiamo>> si avvia e non posso fare altro che seguirlo, saluto i suoi amici e lo raggiungo <<grazie per prima comunque>> cammino guardando le mie all-stars nere, lui mi risponde alzando le spalle, uno di molte parole insomma.
<<tu sei di qui?>> domando cercando di conversare <<si, ma preferiresti non sapere dove>> si accende una sigaretta sbuffando tutto il fumo in faccia, tossico e lui ghigna <<sei all'università?>> mi guarda con la coda dell'occhio <<no, sono in quinta ma sto studiando gli esami d'ammissione>> calcio un sassolino <<ok>> annuisce ed arriviamo in parcheggio, getta il mozzicone a terra e si avvicina allo scooter <<sei venuto in moto?>> chiedo vedendo che c'è solamente un casco <<beh vedi tu>> mi mette il casco e me lo allaccia, lui rimane senza <<ma sei sicur->>
<<sali e tieniti a me>>mi zittisce accendendola <<dove abiti?>> si volta di profilo <<in piazza garibaldi>> mi avvicino a lui, sorride lievemente e parte a massima velocità ed io mi stringo forte a lui, spesso lo beccavo che mi guardava dallo specchietto e quando se ne accorgeva distoglieva immediatamente lo sguardo.
non appena arriviamo mi aiuta a scendere e mi toglie il casco <<grazie>> gli accenno un sorriso, fa le spallucce, mi incammino verso l'entrata di casa <<ragazzina>> mi volto <<come ti chiami?>> mi scruta <<sveva>> i miei capelli si stanno completamente bagnando <<anas>> fa un colpo con l'acceleratore << ci vediamo>> parte sgommando ed io rimango lì a guardarlo correre via.

<<chi ti ha portato a casa?>> domanda mia madre non appena entro in casa <<un ragazzo>> sorrido <<ma sei consapevole di chi sia quello?>> arriva mio padre <<anas>> continuo alla stessa maniera <<è un delinquente di san siro>> alza la voce l'uomo, faccio un passo indietro <<beh volevo informarvi che il "delinquente">> imito con le mani le virgolette << mi ha salvata da uno che mi stava molestando>> li lascio senza parole e vado in camera mia, passando così tutta la serata a studiare.

🎨ciaoo, come state?
propongo questa storia, spero che sia di vostro gradimento❤️
ringrazio @ashgcv per l'ispirazione💋
a presto!

tu togli linguette a lattine, chissà se ti è uscito il mio nome // bene.530 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora