✨— ANDRES —✨
Chiusi il volume che stavo sfogliando e alzai gli occhi.
Davanti a me, il mio migliore amico e copilota aspettava solo me per partire e raggiungere la location della nostra prossima corsa.Lasciai quindi la mia amata e comoda poltrona di velluto bordeaux e dopo aver posato al suo posto il libro accanto ai suoi simili, presi la tuta dallo sgabello in cucina e il marsupio con all'interno il portafoglio per poi raggiungerlo sulla soglia della porta.
Sigillai a chiave e cominciammo a scendere la scale fino a quando non uscimmo dal mio palazzo, un edificio in pieno centro città.
Proseguimmo e a pochi metri vidi il Nissan Qashqai di Hernández, con dietro il rimorchio per l'auto. Salimmo così in macchina, io salutando il mio vecchio con una pacca sulla spalla.
«Buongiorno anche a te» mi salutò per poi mettere in moto. Fece retromarcia per poi immettersi nel traffico della città per raggiungere la tangenziale.*
Il viaggio, sebbene fosse di diverse ore, non fu troppo noioso. Principalmente grazie al mio amico che continuò a raccontare frottole o parlare di argomenti assolutamente fuori dall'ordinario pur di non lasciare l'atmosfera all'agonia.
Quando arrivammo, scesi e respirai a pieni polmoni e osservai il campo assistenza davanti a noi. Dissi che sarei tornato presto e così mi incamminai per ammirare un po' della auto già in posizione sui carrelli o con i meccanici all'opera per aumentarne le prestazioni. Vidi un conoscente, con la sua Lancia Stratos dell'Alitalia e lo salutai con la mano, non eravamo così amici quindi un cenno era più che sufficiente.
Proseguii, notando la presenza di altre vetture uguali alla mia, ma con nessuna speranza.
Io ero il migliore, nessuno aveva speranza contro di me.Soddisfatto della mia passeggiata, quindi, mi avviai per tornare al mio rimorchio sperando che i miei collaboratori avessero buone notizie da darmi.
«Eccoti qua. Mi serve una mano, passami l'olio» mi chiamò in fretta Hernández. Mi affrettai e senza esitazione gli allungai il barattolo che poi lui inclinò per lubrificare la coppa.Una volta fatto, si alzò e asciugò con uno straccio un rivolo si sudore sulla fronte. «Allora, siete in comodo? Avete la prima ricognizione tra poco.»
Guardai il mio compagno che sorrise e prese il casco.«Quando vuoi, capo» mi sorrise e io in risposta non potei che scoccargli un'occhiata complice.
«Pronti» confermai a Hernández, che procedette a prendere il telefono dalla tasca.Aprì Google Maps e mi mostrò con scaltrezza la partenza. Io la archiviai e salì in macchina, mettendo in moto e cominciando ad avviarmi.
Altrettanto fece lui, seguendoci a ruota dopo essersi accordato con un commissario per la custodia del rimorchio e l'attrezzatura.Presto, giocando ogni tanto con l'acceleratore, arrivammo a destinazione e l'espressione del mio amico diceva tutto. Era emozionato almeno quanto me e questa era una delle cose che rendeva forte la nostra amicizia.
«Vado a prendere il numero e il radar» disse scendendo dall'auto, lasciando sul sedile il casco. Io allora controllai lo specchietto, vedendo che Hernández mi stava raggiungendo.
Io allora spalancai la portiera, per far entrare anche un po' d'aria. C'era piuttosto caldo nonostante fossimo in un paesino di montagna della Svizzera.
«Ricorda, prudenza» mi raccomandò, come ogni volta.Ormai lo sapevo a memoria, ma lui non mancava mai di dirmelo perché consapevole di quanto fossi facilmente irritabile quando qualcosa non andava come previsto.
Comunque, annuì e proprio in quel momento la fila di macchina andò avanti. Una partì e un minuto dopo, la seguì quella dietro. Così facendo, arrivò presto il mio turno e mi preoccupai di chiamare il mio amico per sapere dove fosse finito. Quanto ci voleva per prendere due fogli?
Feci il suo numero, ma riagganciai quasi subito. Mi raggiunse appena in tempo, quando la linea di partenza era a un passo con il commissario che con la bandiera verde alzata, non aspetta altro che un cenno dal cronometrista per farmi partite.
«Scusa tanto. Hanno fatto un po' di casino» si scusò entrando nell'abitacolo. «Comunque, ci siamo. Pronto?»
Annuii semplicemente. «Sempre.»Lui sorrise e mi passò l'adesivo del nostro numero -96 in quel caso- che io posai sul cruscotto. L'avrei appiccicato dopo, ora non c'era tempo.
Ci infilammo il casco e lui riprese in mano il documento con le coordinate, per studiarlo qualche minuto. Io invece mi apprestai a posare nuovamente il piede sull'acceleratore.I minuti che passarono nell'asso di tempo tra l'arrivo sulla linea di partenza e il via erano sempre molto snervanti, per me e probabilmente qualsiasi altro pilota. Il cuore accelerava, irrequieto come un animale in gabbia ma allo stesso tempo entusiasta e curioso di scoprire quali emozioni avrebbe provato di lì a poco.
La sequenza era simile in tutte le gare, eppure, io ogni volta trovavo uno stato d'animo differente. Qualcosa che mi rendesse indimenticabile qualsiasi corsa a cui partecipassi.
Chiusi gli occhi, trascurando il bosco intorno a me che sparì.
Mi concentrai per raccogliere le forze e liberare la mente per non pensare più ad altro.L'errore poteva esser fatale e io ne ero bene consapevole. Pertanto, nonostante mantenessi una media di chilometri orari ben al di sopra dei cartelli regolanti il codice della strada (che a dirla tutta, non valgono durante una competizione), cercavo di non esagerare in modo da limitare le perdite e arrivare comunque al traguardo con un buon risultato. Puntando alla vittoria, logicamente.
«Buona corsa!»
Guardai il mio mentore e con un cenno di risposta, strinsi la presa intorno al volante e spostai gli occhi sul Marshal che un minuto poi mi diede finalmente via libera.Partì all'istante e gli pneumatici posteriori sgommarono, lasciando dietro di noi uno sbuffo che annebbiò gli organizzatori e la gente che stava assistendo al tutto.
Scalai un paio di marce in fretta e presto fummo in piena corsa, verso la meta.
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CRASH | Errore di Percorso
Action𝓡𝓪𝓬𝓲𝓷𝓰 𝓡𝓸𝓶𝓪𝓷𝓬𝓮❤️🔥💫 VOLUME 1 della Dilogia "CRASH" Andres Riva è un noto pilota automobilistico, merito del talento innato che lo accompagna fin da ragazzo. La sua vita è fatta di sfarzo, vittorie e piaceri...tutto questo però non sem...