Capitolo 2 - Il primo giorno da schiava

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Punto di vista di Hermione

Apro lentamente gli occhi sperando che sia tutto un brutto sogno. No, non lo è. Un suono di sirena mi fa sussultare. Cessa. Il professore ha messo una sveglia per me. Guardo l'orologio sono le 7.15. Tra poco si aprirà la porta. Mi alzo e vado verso l'armadio. Non ho dato ancora un'occhiata. Lo apro e ... dei, questo è ... è indecente! Non sono vestiti. Qui dentro c'è solo intimo! Mutande e reggiseni, babydoll, scarpe con tacco a spillo di vari colori e ... e ... e basta! Dovrò andare in giro praticamente nuda! Che umiliazione. Mi distendo di nuovo sul letto e piango.

Poco dopo.

Sono le 7.30. Scatta la serratura. La porta è socchiusa.
Torno all'armadio. Cosa mettere? Opto per una babydoll con mutandine in pizzo. Sarò più coperta così. Metterò questa viola di seta e le scarpe dello stesso colore. Esco e vado velocemente in bagno. È molto piccolo, con una doccia, niente vasca. Meglio così. Vedo uno spazzolino e un dentifricio, un dopobarba, un pettine con dei capelli neri incastrati. Appeso al gancio accanto alla doccia un accappatoio. Tutto appartiene a Piton. Niente per me è stato messo in questo bagno. Comunque non potrei fare una doccia. Il tempo a mia disposizione è troppo breve. Mi rassegno a non lavarmi e mi spoglio. Via maglioncino e jeans. Prendo la babydoll e l'indosso. Mi copre a malapena il sedere. Metto i tacchi. Do un'occhiata allo specchio. È strano vedermi così conciata. I miei capelli ricci sono un disastro ma non è una novità. Usciamo ora. Sento freddo, sono troppo scoperta. È pieno inverno! Scendo le scale. La cucina era sulla destra mi pare. Sì eccola. Un biglietto è sul tavolo. C'è scritto uova, bacon e caffè nero. Faccio un respiro profondo. Ok posso farcela.

Alcuni minuti dopo.

Ho bruciacchiato un po' il cibo. Mi punirà? Sento dei passi. Sta scendendo le scale. Sono le 8.00 in punto. Il professore è sempre stato un maniaco della precisione. Eccolo all' entrata della cucina. Indossa di nuovo i suoi soliti abiti. Mi vede e facendomi un cenno annoiato con la testa si siede. Comincia a mangiare. Non ha detto niente sul cibo. Meno male. Forse posso avanzare le mie richieste.

"Scusi professore."

"Non sono più il tuo professore Granger."

Risponde senza guardarmi, continuando a tagliare le sue uova.

"Da questo momento mi chiamerai padrone o signore."

Scelgo quello meno odioso.

"Signore, vorrei chiederle alcune cose."

"Hai il permesso di parlare."

Non alza gli occhi dal piatto.

"Ecco io ... ho fame e freddo ... questi vestiti ... ."

Si ferma e non mangia più. Poggia le posate sul tavolo. Si asciuga la bocca con un tovagliolo. Prende la bacchetta e finalmente mi guarda. La punta verso di me e sento un certo calore avvolgermi. Subito distoglie lo sguardo. Posa la bacchetta e ricomincia a mangiare.

"Grazie."

"Non ringraziarmi. A cosa mi servirebbe una schiava morta congelata. Mangerai quando avrò lasciato la cucina."

"Ok ... ma non so se posso chiedere ... ecco ... avrei qualche altra richiesta."

"Di che si tratta Granger?"

Chiede portando un po' di bacon alla bocca. Tenendo sempre gli occhi sul piatto.

"Ecco signore ... i suoi orari non mi danno il tempo di farmi ... una doccia ... e non ho neanche uno spazzolino da denti, un spazzola per i miei capelli, asciugamani e ..."

"Capisco che anche una sanguesporco ha bisogno di pulirsi. Da domani la tua sveglia sarà alle 6.30. Farai la doccia e ti farò trovare tutti i prodotti che hai chiesto."

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