Pioggia. Si sentiva solamente il ticchettio sulla finestra della camera da letto.
Ashley si sentiva piovere dentro creando pozzanghere e pozzanghere di tristezza.
Aveva diciassette anni, compiuti da poco e viveva nel nord America, in città.
Quel giorno era a casa da sola col suo cane Timmy, un bellissimo labrador golden. I suoi genitori, Tom e Camilla, lavoravano molto: sua mamma era un'infermiera e suo padre un dentista.
Quella mattina i genitori di lei uscirono correndo, lamentandosi del ritardo causato da loro stessi.
Ashley era sola, di nuovo sola.
I due non avevano tempo per la figlia e lei ne risentiva moltissimo. Col tempo, infatti, crebbe in lei un vuoto interiore aggravato dal brutto andamento scolastico, perché sapeva già che sarebbe stata bocciata, e dal non avere amici a causa dell'ansia sociale e della bassa autostima.
Si sentiva sola ed era sola.
Quel giorno stava scorrendo il feed di Instagram stesa sul letto, quando vide tutti i suoi compagni di classe a una festa in discoteca, c'erano tutti tranne lei. Ecco la goccia che fece traboccare il vaso. Tornò a piovere dentro di sé e le lacrime scorrevano sulle sue guance arrossate. Il cuore venne oppresso e soffocato dal cervello che anche lui fu silenziato dalla troppa sofferenza.
Si alzò di scatto e si diresse in bagno, aprì la confezione di lamette e ne prese una. Si guardava dritta nello specchio senza battere ciglio e iniziò a dipingere la sua tela di rosso. Nel mentre dava sfogo alla vocina maligna che aveva in testa che le diceva continuamente che era una fallita, che nessuno la voleva e avevano ragione gli altri a non volerla, che si meritava questo dolore, che non meritava la felicità. Alla fine chiuse gli occhi sollevata. Era strano come quel dolore provocata da se stessa la facesse stare così bene, anzi si sentiva molto meglio. Pensava di aver trovato la cura ai suoi dolori. Sentiva di aver svuotato quel sacco che teneva dentro che si riempiva solo di sofferenza e di dolore. Si sentiva rigenerata.
Andò in cucina quando il suo cane, abbaiando, la riportò alla realtà.
Era ora di pranzo e dovette arrangiarsi. Cucinò una pasta al pomodoro.
Vide la maglietta sporcarsi di sangue, si creavano piccole macchie sul tessuto bianco come la neve. Dovette subito cambiarla e tamponare le ferite con dei dischetti di cotone imbevuti di disinfettante, per prevenire delle infezioni.
Studiò fino alle sei di sera la materia che le piaceva di meno: storia. Odiava leggere e soprattutto doversi ricordare tutte le date, gli eventi e i vari imperatori. Preferiva matematica, la sua materia preferita. Ammirava quel linguaggio quasi criptato formato da numeri, simboli e lettere.
Sentì la chiave girare nella serratura e sapeva per certo che era suo padre che tornava dal lavoro.
Aveva fatto bene a scegliere una maglietta a maniche lunghe nera.
Suo padre entrò, appoggiò il borsone, appese la giacca nell'appendiabiti all'ingresso e andò a farsi una doccia, Le uniche parole che disse a sua figlia furono: "Ei ciao, hai studiato pomeriggio?". Suo padre molto spesso metteva al primo posto la scuola e non lei come persona.
Sarebbe tornata in camera sua a vedere TikTok per distrarsi. Era bellissimo distogliersi dalla realtà e poter viaggiare nelle vite degli altri attraverso dei video di pochi minuti. Il tempo passava molto velocemente, a volte fin troppo e infatti sentì suo padre pronunciare la classica frase: "la cena è pronta!!". Oggi le andava bene, avrebbe mangiato hamburger e patatine. Finirono di mangiare, Ashley lavò i piatti, si fece la doccia e mentre stava sotto il getto d'acqua calda piangeva dal dolore. I tagli ancora freschi bruciavano e bruciavano. Uscì dalla doccia, si asciugò e si vestì rapidamente perché non voleva che suo padre vedesse quello che si era fatta.
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LA MIA TELA SU CUI DIPINGERE
Short StoryQuesta è una storia che tratta di argomenti attuali, che colpiscono molti giovani. Ahsley è una ragazza di 17 anni che vive nel nord America. L'essere trascurata dai genitori, la bassa autostima, l'ansia sociale, il brutto andamento scolastica l'an...