Capitolo 1.

8 0 0
                                    

Era un giorno di estate, nella seconda settimana di agosto. 2011.
Avevo la maglietta dei Los Angeles Lakers. I Capelli erano raccolti in una semi-crocchia alcune ciocche rosse rame mi uscivano fuori dal leghino.
Ero appena arrivata, ero emozionata. Avevo le mani sudate, non per il caldo però, avevo le mani sudate perché non vedevo l'ora che partisse l'estate.
Camilla mi corse incontro facendomi buttare la valigia per terra dalla felicità. Nove anni di amicizia sono importanti.
Arrivó con il suo sorriso accecante, con i suoi riccioli d'oro che portavano sempre la felicità ogni volta che la incontrassi. Abbiamo sempre legato, fin dal primo giorno che ci presentarono.
Non ebbi nemmeno il tempo di posare la borsa con tutte le mie cose dentro, che mi presentó ad un ragazzo.
Mai visto prima.
Aveva degli occhiali scuri.
Sorrideva in un modo che non avevo mai visto a nessuno fare.
Non era da lei presentarmi persone nuove. Era strano.

Io pensai, guardandolo, che forse era speciale.

Non detti tanto peso al pensiero che ebbi, e mi presentai.

"Rachele, piacere. "
Camilla mi guardò.

Ad essere sincera, non avevo voglia di conoscere qualcuno appena arrivata, con la valigia ancora appressa a me, il caldo che mi puntava nel viso e le mani sudate.
Come impatto non fu bello. Affatto.
"Piacere mio, Ci divertiremo insieme."

Mi girai verso riccioli d'oro e la guardai nel modo che un'amica deve capire quando rompere la tensione e portarmi via da li.
Lei sorridendo si inventó una scusa.
Presi la valigia, e mi incamminai verso il mio piccolo rifugio.
Mamma era già da un'ora che mi aspettava.
Camilla aspettando che mettessi apposto i vestiti nell'armadio mi parlava di cosa era successo in questi giorni, chi si era innamorato, chi si comportava da immaturo e chi faceva il ruba cuori.
Le amiche fanno questo. Ti aggiornano appena arrivi nel posto, per non farti sentire fuori luogo. E lei, è sempre stata una che mi faceva sentire a casa.
Il rubacuori era il ragazzo nuovo.
Scoppiai a ridere.
L'unica cosa che pensai e dissi fu:
"Guarda, son sincera, non vedo cosa ci possono trovare, a mio impatto mi da tanta arroganza e strafottenza."
Camilla guardandomi mi disse: " Vedi è proprio questo che mi fa ridere. Che le tratta tutte male e non nasconde niente a nessuno. Lo fa agli occhi di tutti. E devi vedere come si scannano quando lo vengono a sapere."
Cambiai discorso, io. Non avevo voglia di parlare di quel tizio che si era preso troppe confidenze per i miei gusti. Insomma.. Che ne sapeva della mia estate? Se mi sarei divertita? E addirittura, se mi sarei divertita con lui?! Aveva gli occhi a furbo.
Mi innervosii. Dovevo rispondergli. Ma la risposta giusta ti viene sempre nel momento sbagliato.
Raggiunsi tutto il gruppo di sempre.
Li trovavo sempre nello stesso posto.
Ogni anno. Sotto un gazebo fatto di cannicci, oppure con qualche pallone che gli girava tra i piedi. Erano tutti li.
C'era una cosa che non mi tornava però: cosa ci facevo quelle tre ragazze con noi?
Non abbiamo mai avuto un gran rapporto con loro, anzi, io mi ero addirittura presa con una delle tre sedute al tavolo.
In realtà non sopportavo nessuna delle tre, ma ero appena arrivata, e non mi andava di farmi rovinare la giornata per una cosa simile. Salutai tutti quanti, uno per uno, sempre molto calorosi i Livornesi in mezzo a qualche fiorentinaccio.
Tanto sapevo come funzionava:
Le tre ragazze feci finta di non vederle, anche se si vedeva benissimo che le avevo viste. Sharon, Dora e Sara.
Il ragazzo nuovo era seduto accanto a Sara e Camilla, ce l'avevo difronte rideva e scherzava come se conoscesse già tutti da una vita.
Che confidenza, pensai.
Io iniziai a parlare con I gemellini.
Federico e Thomas. Con loro davvero mi sono fatta tante ma tante grasse risate.
Ci conosciamo da quando io avevo quattro anni e loro cinque. Stavano accanto a me di piazzola. Prima che mia nonna si trasferisse in un'altra via del campeggio.
Ho sempre avuto un bel rapporto con loro.
Come fratelli.

Mi guardai intorno, pensai che non era cambiato davvero niente, lasci un posto e lo ritrovi uguale quando torni. Era la mia seconda casa.

Tra un discorso e l'altro mi accorsi che finii le sigarette. Era il primo anno che andavo al mare e mia mamma sapeva che fumavo. Avevo 16 anni appena fatti a luglio. Ero piccola.
Presi la borsa e mi alzai.
"Vado a prendere le sigarette, qualcuno a bisogno di qualcosa?"
Dora, guardandomi mi disse:
-"se passi dal bar ho bisogno di una bottiglia di acqua. "
Ci fu un incrocio di sguardi tra me e Camilla.
-" Non passo dal bar per te. Vado a prendere le sigarette, non al bar."
Camilla e gli altri stettero zitti.
Conoscevano il mio carattere e se qualcuno non mi andava giù lo davo a notare.
Stai nel tuo.
Il ragazzo nuovo mi guardó e sorrise sotto i baffi.
Cosa ride? Pensai.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Nonostante tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora