capitolo 12-Necessitá di comunicazione

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Gli ultimi due giorni di Jimin erano stati molto impegnativi, sia fisicamente che emotivamente. Durante le pause dal lavoro usciva per terminare i preparativi per la festa, doveva essere tutto perfetto considerando che casa sua e di Yoongi avrebbe accolto un sacco di ospiti, tra questi c’erano anche molti amici influenti del suo fidanzato e questo lo rendeva particolarmente nervoso, avrebbe dovuto comportarsi come se fossero soltanto amici? Lui però non vedeva l’ora di stringerselo addosso davanti a tutti, ballare con lui e averlo semplicemente accanto durante il suo compleanno, invece l’unica cosa che avrebbe potuto permettersi di fare era sederglisi accanto e probabilmente a Yoongi avrebbe anche potuto dare fastidio. Quel giorno si era portato il lavoro a casa come i vecchi tempi, ma non a casa loro, non proprio, era passato a trovare i suoi genitori che non vedeva da parecchio e aveva chiesto loro di poter dormire per un po’ nella sua vecchia camera, ovviamente sua madre aveva già capito tutto ma Jimin usò comunque la scusa di voler passare del tempo insieme ai suoi genitori. Non aveva voglia di interrompere il maggiore dal suo lavoro e sinceramente, dopo l’ultima volta, era rimasto scosso e non voleva ricevere l’ennesimo rifiuto. Questo suo atteggiamento però non era sfuggito a Yoongi e infatti, quella sera stessa gli telefonò.

«Yoon dimmi» gli rispose di getto il biondino

«Chim…Dove sei? Oggi non sei venuto in ufficio e a casa non ci sei. Che succede? Stai male?»

«Te ne rendi conto solo ora che sono mancato?»

«Che vuoi dire?»

«Sono mancato oggi è vero, ma se questa mia mancanza l’hai sentita perchè mi hai chiamato solo ora?» domandò intristito il minore

«Stavo lavorando Chim…La canzone, lo sai…Abbiamo quasi terminato comunque e presto potrai sentirla. Mi puoi dire dove sei per favore? Sono preoccupato»

«Giusto, la canzone–sospirò–non stavo male, ho avuto da fare per i preparativi della festa e ora sono dai miei, a quanto pare sentivano la mia mancanza e volevo passare del tempo con loro» gli riferì una mezza bugia, per quanto i suoi genitori non avrebbero mai negato di sentire sempre la mancanza del loro bambino tutto biondo dagli occhi dolci come il miele, però lui sapeva bene che non fosse propriamente quella la verità.

«Ah…avresti potuto inviarmi un messaggio però. Io ero in pensiero per te e quando sono tornato a casa non aspettavo altro se non buttarmi tra le tue braccia»

Era questo l’unico momento che aspettava? Tornare a casa per poterlo abbracciare quando lavoravano insieme e poteva toccarlo ogni qualvolta avrebbe voluto.

«Hai ragione scusami, ripeto, ero sovrappensiero per l’organizzazione della festa e non ho avuto modo di avvisarti»

«Ah si giusto…la tua meravigliosa festa di compleanno–stava sorridendo, Jimin lo capiva solo dalla sua voce–a proposito di questo, mi sono permesso di invitare Kendrick e Tablo, spero a te non dispiaccia, sono sicuro che verrà molta più gente così e–»

«Come hai potuto fare una cosa simile Yoongi?» tagliò corto il minore irritato

«Cosa? Cosa c’è di male? Pensavo potesse farti piacere, ascolti la musica di entrambi e credevo che–»

«Credevi male! Ormai gli hai invitati e non puoi più far nulla, meraviglioso, grazie per aver rovinato tutto»

«Cosa? Amore ma…-Yoongi non chiamava quasi mai Jimin così, lo reputava un nomignolo sopravvalutato ma durante quel genere di discussioni la sua paura di perderlo diventava assordante ed era come se facesse fatica a respirare, quindi anche un nomignolo era indispensabile per aggrapparsi alla possibilità che tutto quello per cui stavano discutendo fosse una bugia e che la realtà era che sarebbero tornati ad abbracciarsi stretti e a sussurrarsi scuse tra un bacio e l’altro–cosa ho fatto di sbagliato? Ti prego dimmelo…io-non credevo di poterti ferire così, volevo solo che fossi felice»

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora