Blaine:« Cosa hai percepito dalla tua analisi? » chiese Will, voltandosi verso il suo consigliere una volta rimasti soli.
Blaine improvvisamente si sentiva più tranquillo, ora che Lily era lontana da Alister.
Aveva creduto che avrebbe resistito quando lo avrebbe visto avvicinarsi a lei, ma cazzo se era stato difficile. E infatti il suo autocontrollo era andato a farsi fottere.
Ma sapeva perfettamente che se Alister avrebbe sentito ciò di cui Lily era capace il prezzo da pagare sarebbe stato più alto, e sebbene all'inizio non gli importasse, in quel momento si sarebbe fatto trafiggere pur di non lasciare che il suo maestro si avvicinasse di nuovo a lei.
« Non posso averne la certezza non avendone potuto assaggiare il sangue, mio signore.» rispose lui, con tono carezzevole. « Tuttavia, ho ragione di credere alle parole del mio apprendista. Non potrebbe mentirmi neanche se volesse.»
Lui sa. Rise la vocina nella sua testa. E Blaine sapeva che aveva dannatamente ragione. Esporsi così non aveva fatto che confermare ogni suo dubbio, Alister ora aveva la certezza che Blaine gli stesse nascondendo qualcosa, e se era pronto a nasconderlo a Will significa che aveva intuito più di quanto Blaine avesse potuto sperare.
« Molto bene. » asserì Will. « Ma ciò non toglie che tu sia evidentemente andato oltre il tuo ruolo. Lo sai questo non è vero? »
« Lo so. » ammise, con un sospiro. Quello che non riusciva ad ammettere era il profondo senso di oppressione al petto che provava al solo sentire di poter perdere quel legame che aveva con Lily.
« Non posso permettere che tu perda il controllo Blaine, non di nuovo. »
« Non lo farò Will, questa volta è diverso. Io sono diverso. » si affrettò a replicare, ricacciando indietro tutti i ricordi del suo passato che tornavano a far capolino nella sua mente, impietosa.
« Certo, come eri diverso quando ti abbiamo mandato a New Orleans? » fece eco allora Alister, con un ghigno.
« Sai che non è così. » ringhiò il ragazzo.
« Io so solamente che abbiamo dovuto rinchiuderti, che abbiamo dovuto ricordarti chi sei. » aveva risposto.
« Posso controllarmi. »
« No, non puoi. » al ché Blaine ringhiò, e Alister questa volta rispose a sua volta con un ringhio.
« Alister! » tuonò Will, inducendo entrambi al silenzio. « Lasciaci. »
« Ma, mio signore... » tentò di replicare quello.
« Lasciaci, ho detto. »
Alister chinò il capo, visibilmente irritato, e con passo felpato lasciò anche lui la stanza facendoli restare soli.
Era molto tempo che non restavano soli, c'era sempre qualcuno fra loro. Alister, Rose chiunque altro. Non ricordava l'ultima volta che avevano parlato da soli. O che avevano parlato davvero, praticamente. Cazzo, che cos'era tutto quel sentimentalismo? Sembrava Daniel, per la miseria.
Suo fratello si sfilò gli occhiali, abbandonandoli sul tavolino di cristallo di fianco al grosso trono, e sbuffò rumorosamente. « Lo sai che devo farlo. » aveva detto solamente, a mo 'di giustificazione. Un'altra cosa nuova.
Blaine rispose con una smorfia, non sapeva bene cosa dire. O meglio, avrebbe voluto gridare, incazzarsi e spaccare qualcosa. Quello che sapeva fare meglio insomma, eppure sentiva solo una grossa voragine nel suo petto.
« Non so che cosa sia. » mormorò a quel punto, dopo attimi interminabili di silenzio. « L'unica cosa che so è che non voglio perderla. » il Blaine di qualche mese fa si sarebbe preso a pugni in pieno viso pur di non ammetterlo.
Will lo fissò, visibilmente sorpreso con gli occhi grigi sgranati.
« Sai quanto è sottile il tuo equilibrio. » mormorò Will con rassegnazione. « E Dean mi ucciderebbe se succedesse qualcosa a sua figlia. Se le cose stanno così non posso permetterti di restare il suo Custode. »
Quelle parole furono come una stilettata nel petto di Blaine, sapeva che da suo fratello non avrebbe potuto aspettarsi niente di meno, ma non per questo quelle parole facevano meno male. « Non le farei mai del male. » riuscì solamente a dire.
« E' proprio questo il punto. » replicò, sospirando. « Non sei abbastanza distaccato, e questo è un problema. »
« So di poterla portare alla transizione. Io lo so. » Will non capiva, non aveva mai capito. Per lui non c'erano mai state sfumature, lui era un Whalker e come tale incapace di provare vere emozioni, solo una macchina fatta per uccidere. Per lui era inconcepibile che potesse provare qualcosa di diverso.
« Ma sai che dovrai lasciarla andare quando verrà il momento? » Sbuffò il fratello, con un ringhio, senza cercare di nascondere la sua soddisfazione nel vedere cedere lo sguardo di Blaine, colpevole. « Appunto. »
In fondo Will non poteva capire, perché pensare che potesse cambiare di punto in bianco? Non aveva mai provato troppa empatia in vita sua, figuriamoci per lui poi.
« Io smetterò di essere il suo Custode quando si sarà trasformata, non farò niente di stupido.» tentò inutilmente di giustificarsi.
« Non fingere di ignorare il punto, Blaine. » lo riproverò lui secco, sbattendo il pugno sul bracciolo di legno duro del suo trono, che si ammaccò rovinosamente. « Tu non puoi legarti a lei. Il tuo corpo non ti appartiene... »
Non è tuo. Ridacchiò la vocina fastidiosa nella sua testa. Tu sei noi, noi siamo te. Quella stupida frase gli sibilava in testa come una nenia che non aveva mai fine, e in quel momento lo faceva solo sentire più incazzato.
« Me lo ricordo. Ogni. Singolo. Cazzo. Di. Giorno. Lo so. » ringhiò, più a se stesso in realtà. « Non ti sto chiedendo di appoggiarmi, ma solo di darmi tempo. » si sentiva patetico.
« Devo riflettere. » disse solamente, con voce incolore e indossò nuovamente gli occhiali, riacquistando la sua solita freddezza.
« Ma se l'amore fraterno non dovesse essere sufficiente » mormorò con sarcasmo Blaine ignorando il gesto del fratello con il quale lo stava liquidando. « Ma te lo dirò solo se mi farai una promessa. » sapeva di star camminando sul filo spinato, ma il suo istinto gli diceva che era arrivato il momento di giocarsi anche quell'ultima carta.
« Mi stai minacciando? » il labbro superiore di Will si arricciò in un ringhio di avvertimento.
« Ti sto proponendo uno scambio. »
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THE WHALKER - Il Giglio Scarlatto
Romance" Lo so che lo vuoi quanto me." mormorò, quando si avvicinò e lei cadde a sedere sul letto, paralizzata. Si era chinato, e percorreva con le mani la sagoma delle sue gambe spingendola a divaricarle e con le labbra ricalcava il tragitto di una vena b...