4 - UNA CENA PER CHIARIRE

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Akira si sentì elettrizzato per tutto il pomeriggio e non riuscì a spiegarsene il motivo. Andava solo a cena a casa di un amico, anche se amico era una parola un po' grossa. Si erano appena conosciuti.

Anche il lungo bagno rilassante non aveva sortito l'effetto desiderato.
Mentre era davanti allo specchio intento a scegliere i vestiti, si chiese se fosse stata Sachiko ad invitarlo si sarebbe sentito così su di giri?
Sicuramente no, aveva avuto diverse ragazze e non si era mai sentito così, forse era l'imbarazzo per quello che era successo, d'altronde era la prima volta che baciava un ragazzo.

Si ripeté per la milionesima volta che era stato solo un bacio dettato dall'alcol, che non poteva essere attratto da un ragazzo e soprattutto che andava da lui solo per parlare, per chiarire e ribadire che era stato solo un errore.
Era una storia che doveva troncare sul nascere, a essere sinceri non era nemmeno una storia, non era niente, solo un semplice bacio.
Così alla fine decise di vestirsi come se dovesse uscire con uno dei suoi amici, jeans e maglietta.

Più o meno erano gli stessi dubbi che avevano assillato Naoya per tutto il pomeriggio.
E anche ora mentre sistemava casa si chiedeva perché lo stesse facendo.
Si diede dell'idiota, non era una ragazza su cui doveva fare colpo, lasciò tutto lì e si spostò al computer per decidere cosa fare da mangiare.
Dopo aver scartato l'ennesima ricetta decise che un semplice "take a way" era più adatto all'occasione, in fondo il biondino andava da lui solo per parlare.


Akira arrivò all'indirizzo che Naoya gli aveva indicato con mezz'ora di ritardo. Nel pomeriggio gli aveva mandato un messaggio per comunicargli l'ora del suo arrivo, ma alla fine si era dilungato nel prepararsi e aveva finito per fare tardi.
Si trovò davanti un palazzo moderno di lusso. Il moro gli aveva detto di abitare all'ultimo piano.
Mentre saliva in ascensore si sentiva particolarmente teso.
Non sapeva cosa aspettarsi, infondo si conoscevano appena. Non avevano nemmeno mai parlato veramente.
Si rimirò nei grandi specchi dell'ascensore e concluse che era perfetto, almeno esteriormente non aveva niente fuori posto, dentro invece sentiva una gran confusione, anche i suoi organi interni sembravano aver cambiato posto.

Guardò lo scatoloncino che aveva in mano, lungo la strada si era fermato in un negozio a comprare qualcosa, dopo averci pensato molto aveva optato per la birra, meno impegnativo di una bottiglia di vino.
Arrivato davanti alla porta guardò per sicurezza il nome sul campanello. Gli aveva detto la verità c'era solo il suo nome, suonò ed attese.

Naoya andò ad aprire irritato per quel ritardo. Non che fosse un grosso problema in sé, però aveva prolungato la sua attesa aumentando i dubbi e le ansie.

Quando lo vide non lo salutò, ma lo fece entrare con un semplice e sbrigativo "Sei in ritardo"
Akira si grattò la testa in imbarazzo "Scusa".
L'appartamento era molto grande arredato con stile, moderno ed essenziale.
Dopo una rapida occhiata l'attenzione di Akira fu catturata dal grande televisore o meglio da ciò che trasmetteva.
Tutto l'imbarazzo fu dimenticato, si avvicinò e si sedette rapito sul divano.
Al settimo cielo come un bambino davanti a una grande torta esclamò "Grande! Segui anche tu i campionati di calcio europei? Io adoro quello inglese e la Champions."
Mentre Akira continuava a parlare delle varie squadre, Naoya pensò che con un ragazzo era tutto molto più semplice.
Aprì due birre e si sedette di fianco al biondo passandogliene una.
Poi prese il telefono per effettuare l'ordinazione. "Ordino da mangiare. Cosa vuoi?"
Akira lo guardò un momento interrogativo, così Naoya specificò "Non avrai creduto davvero che io cucinassi per te?"
Akira sorrise, era veramente solo una serata fra amici, si era fatto tante "pippe mentali" per niente.
"No, non ti ci vedo. Troppo mister "sono il migliore" per abbassarti a tanto" poi scoppiò a ridere di fronte alla faccia seria di Naoya.
"Allora ti decidi?"
"Ramen una porzione abbondantissima. Poi vedi te ... io mangio di tutto"
Naoya sbuffò prese il telefono e fece l'ordinazione.

Poi tornò sul divano e continuarono a guardare la partita, a parlare di calcio, o meglio Akira parlava e Naoya si limitava a dargli contro di tanto in tanto, non per convinzione, ma perché era divertente vederlo infervorarsi.

Quando arrivò la cena avevano già bevuto due birre a testa.
Si spostarono al tavolo e mangiarono in quel clima rilassato.

Akira divorò la sua porzione e anche quello che avevano preso di extra.
Naoya dovette constatare che era effettivamente una fogna. Non c'era possibilità di scambiarlo per una ragazza.
Akira invece pensò l'esatto opposto, Naoya era elegante mentre mangiava la sua ordinazione salutista. Meglio di una ragazza.
Dell'altra birra accompagnò la loro cena.

Mentre mangiavano parlarono del più e del meno, Akira gli raccontò del suo viaggio e questa volta per vantarsi incluse anche le sue avventure amorose.
Non aveva di fronte una ragazza, non aveva bisogno di trattenersi e fingere che il sesso non fosse importante per lui. Naoya avrebbe capito visto che era anche lui un ragazzo e aveva le sue stesse esigenze.

Finito di cenare si spostarono nuovamente davanti alla tv, ma questa volta complice anche la birra, Akira non aveva nessuna voglia di guardarla, era arrivato il momento di affrontare l'argomento per cui si erano incontrati.

Erano entrambi seduti per terra su un grande tappeto, Akira si girò verso Naoya e si fermò ad osservarlo mentre lui faceva zapping con il telecomando cercando qualcosa di decente da guardare.
Sì, decisamente non era una ragazza, anche se era molto bello con quei suoi occhi neri e profondi e il viso perfetto, ma il suo fisico era alto e atletico, senza nemmeno una curva. Quelle curve che ad Akira piacevano tanto.
Diceva sempre che le ragazze dovevano essere abbondanti sopra, strette nel mezzo e ...
E decisamente non era il caso di Naoya.
Però nonostante tutto sentiva una strana attrazione per lui che lo aveva portato a baciarlo e cavolo se gli era piaciuto...
Era arrivato il momento di sapere cosa ne pensava lui e dare un taglio a quei pensieri che lo stavano facendo impazzire.
Non voleva nemmeno prendere in considerazione l'opzione opposta, cioè dargli un seguito anche se sentiva che era quello ciò che anelava il suo corpo.

Sentiva la tensione farsi più forte mentre si preparava per quel discorso.
Bene proviamoci ... 

UNA PIEGA IMPREVISTA (rivista e corretta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora