Capitolo Quarantatré

25 2 0
                                    

Giro la maniglia della porta in metallo in cima alla piccola scaletta e per poco non vengo spinta via. Il vento e la corrente si impossessano per un attimo della porta tanto da tirarmi con essa. Per poco non cado viso a terra. Per fortuna riesco a riprendere l'equilibrio e avanzare.

Hamilton è seduto a terra, vicino al bordo del tetto. I suoi capelli sono mossi dal vento che sembra al doppio della potenza quassù. Lo raggiungo e mi siedo al suo fianco.

È leggermente inclinato all'indietro, sostenuto dalle braccia poggiate poco più indietro rispetto al busto. Io mi metto a gambe incrociate e lo guardo mentre lui guarda l'orizzonte.

"Tutto okay?"

"Se escludiamo che Pete ha picchiato a sangue un ragazzo che stava parlando male di noi e stia rischiando la sospensione, sì, tutto bene."

Ham si volta a guardarmi. "Il ragazzino ha picchiato un altro per difendere noi?" Annuisco e lui sorride.

"Stava insultando me, Tray e la zia. Poi ha insultato anche Pete e lui ha perso la testa," chiarisco e lui ridacchia.

"Rispetto." Riporta lo sguardo in avanti. "Tray mi ha chiamato. Ha detto di aver chiamato anche te ma non hai risposto."

Sgrano gli occhi. No! Tiro fuori il cellulare e vedo la chiamata persa. "Sicuramente ero a parlare con Pete e non l'ho sentito. Cavolo. Ha detto qualcosa per me? Posso provare a richiamarlo."

Vado sul suo numero per richiamarlo ma Ham poggia la sua mano sulla mia per impedirmelo. Alzo lo sguardo e vedo che sta scuotendo la testa. "È impegnato. Voleva farti sapere che stasera tornerà a casa. Non sa a che ora, ma ha chiesto se puoi aspettarlo sveglia. Vuole vederti."

Deglutisco. Stasera. E vuole che lo aspetti sveglia. Ovvio che aspetterò sveglia per lui.

Osservo il ragazzo accanto a me in viso. Cerco di trovare qualcosa che mi rassicuri Tray stia bene, che il fatto voglia vedermi è solo perché gli sono mancata. Non riesco però a togliermi di dosso una sensazione negativa, brutta, paurosa. Non sono certa sia tutto a posto nonostante Hamilton non sembra affatto preoccupato.

Se io non sono brava a nascondere nulla, lui è invece un maestro nel campo.

"Ho pensato avessi voluto sapere subito di Trevor, scusa se ti ho fatto perdere la lezione. Lo so quanto ci tieni a studiare," sorride, ma questo non gli arriva agli occhi che rimangono spenti.

La situazione generale non sta avendo effetti negativi solo sulla mia mente. Forse Tray sta davvero bene, ma tutto il resto non è normale e chissà quando si riuscirà ad avere una parvenza di normalità.

Scuoto le spalle, "Fa niente. Preferisco di gran lunga stare con te," mi chino verso di lui e appoggio la testa sulla sua spalla guardando di fronte.

"Cosa farai senza di me a gennaio?"

Mi metto a sedere eretta di scatto e lo guardo confusa. "Cosa succede a gennaio? Cosa mi sono persa?"

Ham volta il busto verso di me. La sua espressione è quasi triste. "A gennaio finisco le ore di tirocinio e torno in università. Riprenderò le lezioni, completerò il mio terzo anno direttamente in sede."

È come se un pugno mi stesse colpendo il cuore. Ham e io ci siamo avvicinati in poco tempo, è davvero il mio migliore amico e a pensare di dover trascorrere sei mesi senza di lui... non voglio pensarci. Scuoto la testa. Non avrò più il mio partner in scienze, il ragazzo che mi costringe ad andare alle feste, l'unico ragazzo con cui so Trevor sarà sempre al sicuro.

In poco tempo già non riuscirei più a fare a meno di lui. Eppure, non gli chiederei mai di rimanere. Vedo l'ambiente che ci circonda, i pericoli, e farei di tutto per spingere Hamilton ad andare via da qui anche se alla fine tornerà sempre ad Atchison perché questa città è come una calamita e lo attirerà sempre a sé.

Lotus Flower [in Revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora