Capitolo Quarantacinque

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È buio e fa freddo. Non ho la minima idea di che ore siano. Dentro l'ospedale però sembra sia l'ora di punta. Nessuno si ferma un attimo, dei nuovi pazienti arrivano ogni minuto e gli operatori non smettono di lavorare. È notte fonda; eppure, loro non sembrano stanchi nello svolgere un lavoro così estenuante.

Non è stata un'ottima scelta uscire all'aperto, ma Peter è scomparsi, non ho il cellulare con me e questo è l'unico modo per farmi vedere da Hammy appena arriva.

Mi stringo le braccia attorno al corpo e mi siedo su una panchina che mi gela il sedere al solo tocco. Ad ogni mio respiro, una nuvoletta di condensa bianca esce dalla mia bocca. Sto cercando di controllare il respiro e ad ogni secondo che passa prego Hamilton sia più vicino così da poter rientrare all'interno, al caldo, il prima possibile.

Lo sento ben prima di vederlo. Sento i suoi passi concitati sull'asfalto e poi mi compare davanti, trafelato, con i capelli sempre a posto adesso arruffati e gli occhi gonfi.

Mi alzo in piedi e non mi lascia il tempo di fare niente che mi stringe a sé in un abbraccia. "Lui dov'è?"

Hamilton è probabilmente il ragazzo più intelligente che io conosca e il fatto che le sue capacità sono sprecate nello studio della sociologia mi rattrista il cuore. Potrebbe fare molto altro ed essere molto più felice di quanto sia adesso.

Gli allaccio le braccia dietro la schiena e lascio che il suo calore riscaldi il mio corpo gelato. "Terapia intensiva," dico concisa. Lui trattiene il respiro per poi espirare pesantemente.

"Cosa è successo?"

"I Lupi sono stati scarcerati ieri. Hanno subito preso di mira Tray, hanno mandato la sua auto fuori strada credo. Adesso è in un coma indotto, dicono si riprenderà presto. Ciò di cui ho molta più paura è che i Lupi non si fermeranno, Tyler non si fermerà finché Trevor non sarà morto."

Ham scuote la testa, "Hai ragione, non si fermerà. Devo parlare con gli Organizzatori. Domani mattina li metterò al corrente di tutto e vediamo se loro riescono a fare qualcosa."

"Aspetta," inarco un sopracciglio confusa e mi stacco da lui. "Gli Organizzatori non sanno niente di questa storia?"

"Trevor non ha mai menzionato i suoi problemi personali con Tyler. Gli Organizzatori sanno di quanto sono pericolosi i Lupi ma perché è sempre stato così, non sanno però quanto oltre si stanno spingendo ultimamente, a parte gli incendi. Tray ultimamente è diventato un obbiettivo, ma questo loro non lo sanno. Conosci Trevor, preferisce risolvere i suoi problemi senza l'aiuto degli altri."

"Allora è arrivato il momento che tu riferisca tutto. La situazione è più seria di quanto chiunque possa immaginare ed è da pazzi che in una cittadina del genere, che tutti reputano tranquilla, ci sia invece un conflitto tra spacciatori e organizzatori di feste." Mi sto un po' arrabbiando ma non credo di essere nel torto nel pensare che tutto questo sia stupido e pericoloso in modo eccessivo.

Chiaramente Trevor non può risolvere tutto da solo visto che stanotte ha rischiato la vita. Forse non capirò mai davvero perché gli Organizzatori sono così importanti per Tray, per Hammy, persino per Peter, ma tutto è bello finché non diventa pericoloso.

Sono arrivata ad Atchison perché sei mesi fa sono morti i miei genitori, non voglio perdere anche il mio ragazzo per delle faide senza senso che durano da anni.

"Dai entriamo dentro," Hamilton mi indica la porta scorrevole e io non me lo faccio ripetere di nuovo. Un altro minuto qua fuori e probabilmente sarei entrata in ipotermia.

"Seguimi," lo porto verso gli ascensori e saliamo al terzo piano per poi camminare fino alla 108. La zia è nella stessa posizione in cui l'ho lasciata. Peter è ancora scomparso e adesso vorrei tanto sapere dov'è andato.

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