𝗮 𝗵𝗲𝗹𝗹 𝗼𝗳 𝗮 𝗿𝗶𝗱𝗲

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Sono felice.

Per la prima volta, dal momento in cui ho accettato di essere un promesso sposo ed erede, sono felice da morire.

Win mi lancia un rapido sguardo, allunga una mano dietro la schiena per farmi avvicinare.

L'afferro.

Le guardo unite, le nostre mani, come se fossero fatte apposta per noi.

Ho detto che lo odio per quasi tutta la vita, ma adesso sembra così lontano quel periodo in cui non mi guardava, quando non sapevo che tutto l'amore del mondo cercava di custodirlo in segreto, pur di proteggermi, senza sapere esattamente che cosa fare con noi.

Sfiora con l'indice le unghie laccate di nero.

Sorride un po'.

«Non mi sono mai accorto che mettessi lo smalto.»

Mi fermo al suo fianco.

Siamo con i piedi sulla sabbia, sotto al chiaro di luna vicino all'hotel.

Dopo aver cenato in un ristorante ci siamo diretti qui, sapendo di poter godere un po' dell'atmosfera.

Anche se siamo vestiti come due giovani turisti con camice hawaiane, sandali ai piedi, pantaloncini, possiamo apparire come due ragazzini in cerca di un po' di privacy.

Due ragazzini ricchi che si amano alla luce del giorno.

«Non ti piace?»

Alza la mia mano.

Bacia il dorso.

Sorride di più.

«Mi piace che ti metti lo smalto, vorrei averlo notato prima.»

Mi mordo le labbra.

L'ho messo ieri sera, poco prima di andare a letto.

Non riuscivo a dormire a causa dell'ansia, così mi sono messo a cercare tra i diversi colori che mi ero portato dietro in una trousse, davanti a Fourth che cercava di mordermi i piedi da sopra la stoffa dei calzini, per attirare la mia attenzione.

È stato un po' difficile, dato che ho dovuto cercare di calmarlo per poi aspettare che non si rovinasse lo smalto sulle unghie.

Però...

Win mi guarda dall'alto, si avvicina verso di me.

Guardo un'ultima volta le nostre mani unite.

«A volte penso che tu non sia reale, che è un sogno, anche se ti ho davanti a me.»

Schiude le labbra.

«Sono stato abituato per la maggior parte del tempo a litigare con te che mi sono convinto... che dovessi sposarti senza sapere che cosa fosse l'amore.»

Deglutisce.

Mi accarezza il retro del collo con una mano, massaggiando su e giù con un dito.

Abbasso un po' lo sguardo.

Fa strano dirlo ad alta voce, adesso che siamo da soli, in spiaggia, a parlare sottovoce per non svegliare il resto degli ospiti.

Mi sono autoconvinto che non potessi mai innamorarmi.

A meno che non fosse un qualche personaggio immaginario di un manga, come Katsuki Bakugo... non c'era via di fuga, non c'era nessuno di reale che potesse soddisfare le mie aspettative. Anche all'Università non ho avuto opportunità, mi è capitato solo una volta di conoscere un Nong del mio corso, due anni fa, con cui ho svolto la cerimonia di rito di benvenuto, solo per apparenza.

☽ 𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹 𝗯𝗮𝗯𝘆 ʷᶦⁿˢᵒᵘⁿᵈDove le storie prendono vita. Scoprilo ora