𝘄𝗲 𝗴𝗼𝘁 𝘁𝗵𝗮𝘁 𝗹𝗼𝘃𝗲

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Non sono mai andato in una sala giochi.

Se sei ricco, non hai bisogno di dedicare tempo ad attività inutili.

Dai sei anni in su, inizi a seguire i primi corsi avanzati di studio, ti concentri sulla materia per cui sei più portato, non solo per i risultati che ottieni. Primissime certificazioni di almeno due lingue straniere, poi scelta di due strumenti musicali con annesso concerto di fine anno.

In seguito, dalle medie al liceo sei immerso in una preparazione continua ed estenuante per ottenere il massimo dei voti ad ogni test delle Facoltà per cui ti candiderai. Poi, il miglior risultato assieme al nome dell'Università che ti ha scelto, implica il tuo futuro.

Il mio, ancora in corso.

Parlo Thailandese, Cinese ed Italiano. So anche una fondamentale base di Francese e Tedesco, ma non è essenziale per chi studia nel mio corso, a meno che tu non voglia trasferirti alla sede principale di Parigi o di Francoforte dell'ospedale.

So suonare il piano, il violino l'ho suonato a vari concerti della mia compagnia privata, ma da quando ho cominciato a scrivere la tesi, ho solo dato i fondi per portarla avanti e me ne sono un po' distaccato. Amo il pianoforte, se solo avessi tempo per esercitarmi come prima, so che riuscirei a trovare quella pace interiore che ho perso negli ultimi mesi di studio intenso.

Io ho avuto fortunata.

I miei genitori mi hanno cresciuto per educarmi, lasciandomi la possibilità di esplorare il mondo. Sono partito tantissime volte in viaggio con Nueng o da solo o con Win, ho esplorato tutto ciò che volevo vedere dal vivo, ho appreso da fuori le meraviglie del resto dell'universo.

Ma non sono mai stato un ragazzo, non so che cos'è l'adolescenza o l'infanzia.

Mi sono preparato per arrivare ad oggi, i videogiochi non sono un guilty pleasure che potevo permettermi a quei tempi. So che Nueng possiede una marea di console in camera sua, assieme a una quantità infinita di manga e dvd di anime giapponesi, io non ho niente.

Io mi sono sempre chiuso in biblioteca a leggere qualcosa, anche solo un libro comprato al mercatino dalla mia domestica.

«Ma sul serio non hai mai giocato a Mario Bros?»

Annuisco con la testa.

Win si sporge verso di me, appoggiando una mano sopra la mia testa sul muro.

«Vuoi che ti insegno a giocare?»

Siamo finiti a fare una partita al laser game, e ora siamo nascosti dietro a una colonna come una coppia segreta. 

Ci avrà notato qualcuno?

Non che mi interessa la cosa, in fin dei conti possiamo essere famosi e ricchi da far schifo, io voglio stare con Win adesso.

Incastro una mano dietro al suo collo, per avvicinarlo maggiormente a me.

«Prima potresti darmi un bacio.»

Si lecca le labbra.

Mi guarda.

E alla fine, mi bacia. Con calma, senza nessuna fretta.

Mi prende il viso tra le mani, mentre io mi alzo sulle punte per cercare di tenerlo vicino a me, stringendo tra le dita i suoi capelli scuri, inclinando la testa verso sinistra.

Mi spinge un po' contro al muro, sorridendomi a quel gesto.

Gemo.

Mi morde il labbro inferiore con i denti, si preme da solo contro di me.

☽ 𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹 𝗯𝗮𝗯𝘆 ʷᶦⁿˢᵒᵘⁿᵈDove le storie prendono vita. Scoprilo ora