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Suo padre aveva posto solo tre regole, tre piccole e semplici regole e in quel momento Harry le stava infrangendo tutte. Da quando sua moglie era andata via, lasciando lui ed Harry in balia di loro stessi, Des Styles aveva dovuto fissare delle leggi, dei punti fermi da rispettare. Era più una questione di carattere piuttosto che una necessità effettiva: Des era lo sceriffo della piccola cittadina del Cheshire dove vivevano e far rispettare le regole era il suo lavoro. E ci riusciva anche abbastanza bene aldilà dei confini di casa sua, chiaramente. Suo padre era stato categorico: "A letto a mezzanotte, non entrare nel mio ufficio. Anzi, se anche dovessi riuscire ad entrarci non toccare niente. Intesi?". E lui aveva annuito tranquillo, tanto erano solo tre regolette facili da rispettare, forse era per questo che il karma lo stava punendo, ugh. Harry si acquattò meglio affianco alla scrivania e sospirò. Non solo era nell' ufficio dello sceriffo, ma stava decisamente toccando un bel po' di cose. Oh! Ed era anche mezzanotte passata. Bè, non avrebbe vinto il premio per il figlio dell' anno, ma forse avrebbe fatto qualcosa di più utile per la società. Aprì il cassetto lentamente, perché quello lì in particolare cigolava (non che lo avesse aperto altre volte e quindi lo sapesse, sia chiaro). Una fila di cartelline giallo ocra, disposte in ordine alfabetico, faceva bella mostra di sé sotto lo sguardo smeraldino di Harry. Il ragazzo ripercorse a mente l'alfabeto prima di riuscire a trovare la cartella che faceva al caso suo. "Nataly Sullivan" bisbigliò mentre cominciava a scandagliare il contenuto dei documenti con sguardo attento. Cercò in tutti i modi di far sì che i suoi occhi non si posassero per più di due secondi netti sulle foto del cadavere della giovane ragazza; "Capelli biondi, occhi chiari, nessun segno particolare. Tracce di strangolamento e lividi lungo tutto il collo" sussurrò, cercando di imprimere meglio le informazioni per poi riportarle a Zayn il giorno seguente. "Diciotto anni e nessun apparente nemico. Le hanno torto il collo come fosse una gallina, davvero terribile. Vediamo se riesco a fare lo stesso col tuo?" Harry sobbalzò al suono di quella voce cupa e stanca al contempo e, ops, suo padre non aveva più il sonno pesante come un tempo; "Papà!". "Se ti serve sapere altro chiedi pure. Anzi, sai che facciamo? Ti faccio una fotocopia che dici?"; Harry si tirò indietro un ciuffo riccio che era sfuggito al suo tuppo improvvisato e si rimise in piedi chiudendo la cartella. "Davvero? Sarebbe grandioso! Mi risparmierebbe un sacco di fati-" non riuscì nemmeno a terminare la frase prima che lo scappellotto di suo padre si abbattesse inevitabilmente sulla sua nuca. "Quante volte ti ho detto di-", "Di non giocare a fare il giovane detective" completò il ragazzo per lui, ma poi aggiunse: "Lo so papà, lo so. Ma questa ragazza... Lei frequentava la mia stessa scuola e voglio aiutarti! Siamo tutti nel panico e vorrei darti una mano, anche per tranquillizzare gli altri". Des si sfregò il pollice e l' indice sulle palpebre chiuse, la sera sembrava più vecchio di quanto fosse in realtà. Quando l'intero peso del salvaguardare una cittadina si abbatteva sulle sue spalle, quando le immagini dei cadaveri che aveva trovato si imprimevano a fuoco nella sua memoria, quando suo figlio non gli ubbidiva impedendogli di riposare. "Questo è il mio compito, Harry. Sono io lo sceriffo. Tu devi solo filare a letto e cercare di prendere un buon voto alla verifica di domani", ed era sempre così. Des cercava di proteggerlo continuamente da un mondo troppo pericoloso e troppo cattivo, senza sapere in realtà che Harry, con il pericolo, ci andasse a cena, al cinema e anche a scuola. Vedendo la stanchezza e l'esasperazione dipinta sul volto di suo padre, il giovane abbandonò l' idea di indagare oltre. Mise a posto la cartellina, lanciò un sorriso di scuse allo sceriffo e si diresse in camera sua (non senza inciampare sul terzo gradino, quello su cui il parquet si era scollato). A Nataly Sullivan ci avrebbe pensato il giorno successivo, così come al suo compito in classe.

Per la precisione il pericolo con cui andava a braccetto Harry praticamente tutti i giorni, aveva i capelli neri acconciati in un ciuffo alto, un' immancabile giacca di pelle nera (dalle cui tasche spuntavano sempre delle sigarette), degli anfibi e un sorriso brillante. Bè, brillante almeno fino a che i suoi denti non si allungavano in aguzze zanne. A questa descrizione, rispondeva il suo migliore amico storico, Zayn Malik, trasformato in lupo mannaro l'anno precedente da... Oh, già. Da Louis. Era Louis l' Alpha e per quanto il suo aspetto lo facesse sembrare innocuo, Harry si era ritrovato diverse volte col suo fiato sul collo, letteralmente. Louis era relativamente basso, ma aveva dei muscoli tonici che erano sempre, costantemente, fasciati da skinny neri e giacche di pelle del medesimo colore ( e sì, pare che il total black andasse di moda tra i canidi). Un corpo cosparso di tatuaggi che gli riportavano alla mente qualche episodio particolare e dei lisci capelli color caramello (la medesima tonalità della sua pelliccia una volta trasformato). I suoi occhi azzurri erano in grado di penetrarti e lasciarti svuotato, o almeno questa era la sensazione di Harry ogni volta che incrociava il suo sguardo burbero. Non che il colore delle iridi fosse di qualche indicazione: Harry Styles ( corpo longilineo e dinoccolato, con gli smeraldi incastonati al posto degli occhi e dei boccoli castani da fare invidia a dei cherubini), aveva imparato a capirci qualcosa solo dopo essersi disegnato una mappa concettuale. Andava tutto ok se gli occhi erano del loro colore normale, la situazione peggiorava se le iridi di Zayn si tingevano di giallo ( pericolo imminente, segno di non riuscire a trattenersi o a trattenere la propria trasformazione. Ehi, che c'è? Aveva studiato) o, peggio del peggio di rosso. Gli occhi rossi spuntavano solo agli Alpha però, ed era quasi impossibile riuscire a scampargli una volta che un fiume scarlatto li attraversava. Perfino Zayn (nonostante fosse un Beta) ne era terrorizzato.

I know these scars will bleed - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora