Capitolo 31- Il furgone rubato

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<<Il tuo padrone sarà fiero di te, Zoltan>>Il signor Pennington allungò il fucile verso Zoltan. Lo zingaro lo fissava con gli occhi che erano due palle di fuoco. <<Appena saprà che ti sei fatto catturare per lui. Peccato, però, che a lui non servirà niente>>Il signor Pennington gli parlava tra i denti, ma la sua voce tradiva una certa soddisfazione. Al di sopra della corda stretta all'interno della sua bocca, entrambi gli occhi dello zingaro erano pesti e violacei e tutto il suo volto riportava contusioni e tumefazioni, i chiari segni della rabbia del signor Pennington. <<Ma, in fin dei conti, è solo un piccolo particolare. Potrebbe non tenerne conto, tu che dici, vecchio mio?>>. Zoltan mugolò e strinse i denti sulla corda. Impossibilitato a fare altro, si agitò furiosamente, ma l'unico risultato fu quello di roteare leggermente i polsi, che le corde tenevano legati, e di far sbattere i piedi, stretti l'uno all'altro da altri legacci. Lo zingaro era seduto con il corpo rivolto verso destro e un altro groviglio di legacci, quello che gli legava il busto, lo teneva stretto a Drusilla, che, invece era rivolta a sinistra, con il volto abbandonato sulle sue spalle, ma imbavagliata e legata come lui. Dopotutto, il bavaglio era imprescindibile se volevano impedirle di fare magie ma, poiché una sacerdotessa esperta come lei, ne sarebbe stata capace anche con il pensiero, avevano ritenuto che la prudenza non fosse mai troppa: l'avevano stordita con un colpo in testa, dopo aver rinchiuso i due zingari rimasti nella stiva, avevano deciso di darsi il cambio, in modo da darle la seconda dose se avesse interrotto il suo sonnellino. Dopotutto, da sveglia non serviva a niente: li avevano già interrogati a sufficienza. Dopo un lieve disappunto nello scoprire che il duca Antonescu non si trovava più in Germania ma che, per precauzione, aveva incaricato il loro alleato tedesco di prendere il primo volo per l'Italia, Rosemary e i suoi pards avevano cercato di prendere in mano la situazione: sapevano che lo scopo dei nemici era precederli a Milano, dove avrebbero cercato l'altra reliquia e dove avevano portato anche la bara del generale Karnstein. Per cui, i mebri dell'Operazione Terrore e i Crociferi avevano stabilito che quella sarebbe stata la seconda tappa del loro viaggio e che, quantomeno, il fatto che gli zingari fossero stati separati dal loro padrone costituiva un piccolo vantaggio. Per il momento, l'importante era tenerli buoni e sottochiave e, in linea di massima, non avrebbero rappresentato una minaccia.

<<Se le cose filano lisce, ci vediamo tra mezz'ora>>disse Sparviero, lanciando anche lui un'occhiata piena di disprezzo a Zoltan, che ricambiò ostentatamente. <<Altrimenti, fammi un fischio che vengo a darti una mano, intesi?>>Fece l'occhiolino al signor Pennington.

<<Non preoccuparti>>L'uomo fece scattare di nuovo il fucile e Zoltan puntò lo sguardo su di lui, atterrito. <<Zoltan e signora sono al sicuro nelle mie mani>>Ghignò. <<Puoi prendertela comoda, Uccellaccio: se tu dovessi tardare, sarà un vero piacere trattenermi qualche momento in più con i nostri ospiti>>.

Stavolta, toccò a Sparviero sogghignare e, con un ultimo cenno al signor Pennington, gli altri lo seguirono in corridoio, chiudendosi la porta della stiva alle spalle.

C'era voluto del bello e del buono per non farsi scoprire. Dopo averla fatta risalire sul fianco del treno, il signor Pennington aveva condotto Rosemary attraverso il finestrino dove prima lui e Zoltan avevano sbattuto e che era stato sfondato dall'impatto. I due erano giunti all'interno del mezzo, dove la gente si ammassava, raccogliendo i feriti e cercando disperatamente un'uscita alternativa. Mentre i pards cercavano di confondersi con gli altri passeggeri e si aprpestavano a uscire dal treno, cominciavano già a circolare le prime gru. I loro guidatori cominciarono a darsi da fare per risollevare i due treni che si erano scontrati tra loro e, mentre una ventina di ambulanze –poiché, naturalmente, l'incidente era stato davvero eclatante e aveva provocato morti e feriti- parcheggiavano icircolarmente intorno al fianco del treno, i nostri eroi avevano approfittato della situazione per allontanarsi in silenzio. I morti dell'incidente li avrebbero avuti sempre sulla coscienza, ma non potevano fermarsi ora.

Operazione Terrore 3-La maledizione dei KarnsteinWhere stories live. Discover now