Dove sarà finito quel fottuto semidio?
Mi sono lasciato alle spalle Damasco ormai da giorni.
Dopo aver scuoiato Derias, senza concedergli la pietà che chiedeva, ho raggiunto il siriano che aveva per me informazioni su mio fratello Eracle. Ho goduto per la seconda volta in un giorno solo.Ho fatto tappa a El Cairo quasi due giorni fa. Seguendo le sue tracce lungo il Nilo sono arrivato a Dahshur da poco e mi aggiro nella vegetazione poco fuori la città: ricordo di essere stato qui con lui in precedenza. Il miraggio che appare davanti a me è un’illusione troppo realistica per essere vera, eppure in lontananza lo vedo.
Eracle lega il suo cavallo all’albero più vicino alla riva. I suoi capelli sono sporchi di fango. Sbatto le palpebre più forte, lui è ancora lì. Speravo davvero di poterlo incontrare così presto.Come me, anche lui è il figlio di Zeus che Hera più odia. Scaglia la sua ira e la sua vendetta da millenni, per castigare i frutti dell’adulterio di suo marito.
Senza indugiare mi avvicino silenzioso. La Jeep può attendere nascosta tra la vegetazione. Quando gli sono ormai dietro, il suo cavallo avverte la mia presenza. Richiama Eracle agitandosi in versi concitati. Devo farmi riconoscere, o fuggirà.
“Che cazzo, fratello! Non ti fai mai trovare quando ho bisogno di te.” Urlo verso il corso d’acqua. Lo vedo rimettere il coltello nella polsiera, ancora di spalle a me.
“Tu fatti annunciare! Due squilli di trombe, uno schiavo eunuco che ti apre l’ingresso…” Si volta verso di me e mi stringe in un abbraccio caloroso. “Dove ti eri ficcato in questi mesi? Ah, già. Le gonnelle sono un passatempo invitante? Non ti annoi?” Mi deride.
“Le gonne sono superate, fratello… Devi aggiornarti.” Lo pungolo. “Adesso te la sbattono in faccia senza neanche lasciatela immaginare. Siamo in un’epoca triste!”
“Ti ho sempre detto di venire con me, le battaglie ultimamente scarseggiano, è vero, ma oggi ci sono ancora i mercenari. Sono una grande sicurezza.”
“Per te che ti soddisfi a tagliare gole, questo è certo!” Riprendo io, quasi come un lagno. “Io preferisco spaccare ossa solo se è necessario.”
L’eco delle mie parole si perde tra lo crosciare dell’affluente che scorre dinanzi a noi. Eracle si prende il suo tempo per riflettere al mio ragionamento. Si sistema la sacca appesa alla sella. Prende un breve sorso d’acqua e richiude la borraccia prima di pormi la domanda.
“Oggi lo è? Sei qui per farmi compagnia armato?”
“Sono qui per chiedere a te di farne a me.” Lo guardo dritto negli occhi. Deve capire subito che oggi non accetto giochetti.
“Hai bisogno delle mie lame? Tu?” Mi guarda corrugando la fronte. “Deve essere qualcosa di grave per chiedermi di affiancarti.” Afferma mentre prosegue verso il fiume.
“Ho bisogno di una spalla fidata.” Lo informo. Si spoglia in un attimo e si immerge per darsi una pulita veloce. Aspetto paziente. Non vorrei che la mia fretta desse un’idea errata della situazione.
Quando si asciuga mi guarda con un sorriso sbilenco. “Chi ti ha fatto arrabbiare?”
“Non sono arrabbiato, sono una furia.”
Mi guarda interrogativo. Pronuncio solo un nome. “Hera.”“Hai la mia attenzione, raccontami…”
La nottata è durata troppo per i miei gusti. Dopo aver aggiornato Eracle degli avvenimenti che mi hanno fatto partire alla sua ricerca, ho atteso i primi raggi per rimettere tutto in spalla. Mio fratello ha accettato di buon grado di seguirmi. Anch’egli, come me, ha un conto arretrato con quella vecchia stronza. Appoggia il mio piano, quindi quella mattina siamo partiti direttamente alla ricerca di Efesto.
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Nella mia natura
Romance🔺 Attenzione 🔺 Comprende contenuti maturi contrassegnati come tali all'inizio del capitolo che li racchiude. Spesso viene utilizzato un lessico poco appropriato ad un pubblico sensibile. GRECIA, anni 2020 Aura è in fuga dalla sua vecchia vita. F...