6 - VORREI TU FOSSI QUI

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Rientrato a casa, Akira si fece una lunga doccia per schiarirsi le idee.
Quando era da solo riusciva a capire che quello che sentiva per Naoya era sbagliato, pericoloso e che lo avrebbe condotto solo alla rovina.
Ma quando ce l'aveva davanti in carne ed ossa, il suo cervello andava in tilt e sentiva solo una grande attrazione, una voglia irrefrenabile di esaudire ogni singolo desiderio.
Gli aveva promesso di chiamarlo il giorno dopo, ma per dirgli cosa?
Che era meglio troncare prima che fosse troppo tardi?
Si erano baciati, toccati e masturbati a vicenda... forse era già troppo tardi!
Oppure per dirgli quello che sentiva veramente?
E cioè che lo desiderava come non aveva mai desiderato nessuno, che aveva voglia di sentirlo di più, di fare sesso con lui, anche se il come non era ancora pronto ad affrontarlo.
Uno dei due avrebbe dovuto fare il passivo, non era come con una ragazza in cui i ruoli erano dettati dalla natura.
Qui sarebbe stata una scelta, una decisione che uno dei due avrebbe dovuto prendere.
Come poteva essere pronto per una cosa del genere?

Si obbligò a smettere di pensare se non voleva impazzire, perché una soluzione non ce l'aveva e non gli si sarebbe presentata continuando a tormentare il suo povere cervello.

Dopo essersi vestito mangiò qualcosa al volo, perché non riusciva a stare un minuto di più da solo con i propri pensieri, e uscì di casa per dirigersi da Ryoma.
Aveva promesso di aiutarlo, forse lavorando si sarebbe distratto, anche se l'argomento di fondo dei suoi libri non era dei migliori, visto che trattavano sempre di sesso.

Infatti per tutto il pomeriggio non fece che ripensare a quello che era successo nel bagno del bar e a quello che gli avrebbe detto il giorno seguente.
Ryoma non poteva non accorgersi del suo stato, Akira fu distratto e completamente assorto nei propri pensieri per tutto il pomeriggio.
Alla fine decise di indagare "Ragazzo cosa ti succede?"
Akira non si aspettava che l'uomo si rendesse conto del suo stato d'animo così cercò di dissimulare "Niente di importante. Un esame mi fa un po' dannare."
Ryoma sorrise furbo "Di già? Ma se hai appena iniziato."
Akira si sentì sgamato, ma cercò ugualmente di portare avanti la sua bugia. Sempre meglio che dover dire la verità "Lo sai che dovrei recuperare un anno. Non posso perdere tempo!"
L'uomo lo guardò scettico "E da quando saresti diventato così diligente?"
l'altro non rispose così proseguì "Ragazzo non considerarmi uno scemo. Ti conosco da quando eri piccolo. Capisco quando c'è qualcosa che ti preoccupa e sono sicuro non si tratti dello studio."

Akira sospirò conosceva troppo bene il suo tutore per non sapere che non avrebbe mollato finché non fosse riuscito a farlo parlare.
Così si arrese e decise di raccontargli in parte cosa lo affliggeva.
"Hai ragione scusa. Ho conosciuto una persona qualche giorno fa che mi attrae terribilmente, però so che questa attrazione è sbagliata e non so cosa fare."
Ryoma lo guardò serio "E' sbagliata perché è già impegnata?"
Akira fece una strana smorfia "Anche"
"Lei prova lo stesso per te?"
Akira sorrise ricordando lo sguardo di Naoya su di sé "Penso di sì... ci siamo baciati e toccati."
Non aveva problemi a parlare di sesso con lui, lo aveva sempre fatto, era una persona di larghe vedute a cui piaceva molto seguire i proprio desideri.
Più di una volta era stato lui a presentargli delle ragazze.
"Allora perché ti preoccupi? E' lei che tradisce, non tu."
Akira sospirò, fosse solo quello il problema... non se ne era mai preoccupato e, ad essere sinceri, inizialmente con Sachiko non gliene era fregato niente... 

Era stato proprio un bello scherzo del destino!

Ryoma vedendo la sua espressione capì che c'era qualcosa di più, ma anche che non era ancora pronto a parlargliene "Non so cosa sia a preoccuparti tanto, ma se entrambi avete lo stesso desiderio dovreste cercare di passare del tempo insieme e capire se ne vale la pena."
Akira sorrise "Sì, hai ragione. Grazie."
"Quando vorrai raccontarmi tutto, io sono qui"





Naoya aveva passato il pomeriggio cercando di studiare, ma l'immagine di Akira non voleva abbandonare la sua mente nemmeno per un attimo.
Si diede dell'idiota, sembrava un gatto in calore.
Non vedeva l'ora di rivederlo, di assaggiare le sue labbra, di toccarlo, di farsi toccare, di farlo completamente suo.
Non aveva mai sentito un desiderio così forte e la cosa assurda era che lo provava per un ragazzo.
Prima di incontrare Akira, se qualcuno glielo avesse predetto lo avrebbe preso per matto e gli avrebbe riso in faccia.
Cosa aveva di così speciale quel ciclone biondo?

Il suono del campanello lo ridestò dai propri pensieri.
Quando vide al videocitofono la propria ragazza sbuffò, non aveva nessuna voglia di incontrarla, ma poi un'idea malsana gli fece cambiare idea, voleva chiederle di Akira e godersi le sue reazioni.
Aprì la porta e ritornò seduto alla scrivania, meglio però farle capire che non aveva tempo da perdere.

Quando Sachiko entrò nell'appartamento sentì la voce di Naoya provenire dall'altra stanza "Sono nello studio"
La ragazzo lo raggiunse e quando lo vide concentrato sui libri sentì di aver commesso un errore.

Era corsa da lui senza pensare dopo il suo fallimentare appuntamento con Akira. Anche se non era stato proprio un appuntamento, lei aveva sperato in un esito migliore.
All'inizio era andato tutto bene, si era divertita e anche le sue amiche avevano apprezzato molto la compagnia del ragazzo, poi però era scomparso senza dire niente.
Ne aveva parlato con Rika e Nanami e, anche se avevano opinioni discordanti, alla fine avevano concluso che non si abbandona in quel modo una ragazza se sei interessato a lei, evidentemente non lo era abbastanza.

Rika pensava anche che fosse un grandissimo stronzo, mentre Nanami sosteneva che prima bisognava conoscere le sue motivazioni.
Sachiko si era sentita talmente giù da avvertire il bisogno impellente di ricordare a se stessa che lui non era nessuno, perché lei aveva già un ragazzo meraviglioso.

Adesso però se ne pentiva, aveva paura che Naoya si arrabbiasse per quella intrusione immotivata.

Così cercò di correre ai ripari "Scusa Naoya non volevo disturbarti. Me ne vado subito, sono solo passata per farti un saluto."
Naoya si alzò dalla sedia e la guardò con un'espressione indecifrabile "Non preoccuparti faccio una piccola pausa. Vieni andiamo di là"
Condusse Sachiko sul divano e andò a prendere qualcosa di fresco da bere. Tè verde per lei e birra per lui.
Naoya si sedette sulla poltrona di fronte e decise di giocare un po' "Allora cosa hai fatto oggi?"

Sachiko si mosse nervosa, quella domanda non se l'aspettava, Naoya non le chiedeva mai niente, cercò di sembrare normale "Sono andata a bere qualcosa con Rika e Nanami."
Naoya non cambiò espressione, ma se lei pensava di passarla liscia così si sbagliava, le chiese ancora "Al bar vicino medicina? Hai visto qualcun altro?"
Sachiko aveva pensato di fermarsi lì, di non dirgli niente del loro appuntamento con Akira, però le venne un dubbio: e se qualcuno dei loro amici li avesse visti?
E se Naoya ne fosse già a conoscenza? Una sua bugia sarebbe stata vista come un tradimento, meglio essere in parte sinceri e sminuire l'importanza dell'incontro.
"Mentre eravamo già lì, è arrivato Akira che si è seduto al nostro tavolo. Ti ricordi di lui?"

Naoya pensò solo: come potrei mai dimenticarmi?
La voce di Sachiko era un po' incerta, come se volesse nascondere qualcosa. Evidentemente era ancora attratta da lui.
Naoya si sentì invaso dalla voglia si raccontarle tutto, di dirle che mentre lei era al tavolo ad aspettarlo e magari a fantasticare su di lui, loro si stavano masturbando nel bagno.
Era un sentimento sadico che non riusciva a identificare, era voglia di rivendicarlo come suo, di segnare il territorio.
"Quel ragazzo biondo che ti aveva colpito tanto"
Sachiko si sentì arrossire e cercò di difendersi "È simpatico, l'hai detto anche tu."
Naoya fece una strana espressione "Non ricordo di averlo mai detto. Però cercherò di conoscerlo meglio visto che è un tuo amico."
Sachiko non sapeva cosa rispondere, non sapeva che rapporto ci fosse tra Naoya e Akira, ma non voleva assolutamente che i due ragazzi entrassero troppo in confidenza.
Rika lo diceva sempre "non devi mai fare diventare amici il tuo ragazzo e il tuo amante" anche se Akira lo era solo nei suoi sogni, doveva comunque tenere le due vite ben separate.

UNA PIEGA IMPREVISTA (rivista e corretta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora