Untitled part

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Mi chiamo Ben, ho 45 anni e vengo dall'Illinois. Mi sono dovuto spostare a Miami 15 anni fa, dopo che ho deciso di andare a convivere con la mia anima gemella. Attualmente gestisco un minimarket situato nel bel mezzo della superstrada, che divide Miami a Cape Coral.  All'epoca, il mondo era un posto fantastico:  potevi andare in giro per la città in piena tranquillità, al massimo beccavi il classico ubriacone un po' molesto, per cui provavi pietà, essendo lui un nullatenente con evidenti problemi psichici;  il lavoro diventava sempre più soddisfacente, non escludendo qualche episodio spiacevole con rapinatori e con gente genericamente poco affidabile; e, in generale, la qualità della vita era ottima, o quasi. Poi un giorno, le cose nel mondo sono cambiate totalmente: si è diffuso, nel corso del tempo, un senso di anarchia, in tutto il mondo, che ha dato poi origine a un caos totale. Da questa insoddisfazione sono nate varie organizzazioni di stampo anarchico, che hanno causato la caduta della politica mondiale, non che la morte di molti leader, e i sopravvissuti hanno deciso spontaneamente di abbandonare le attività per ovvi motivi; anche le istituzioni e le forze dell'ordine sono diminuite, molti dei loro componenti si sono sollevati dal loro incarico. Più questo fenomeno si diffondeva, più le strade di ogni città diventavano sempre più invalicabili, e ciò spinse molte persone a smettere di socializzare, o ancora peggio, a supportare il movimento per evitare l'isolazione. Purtroppo, questo fenomeno portò, qualche anno fa, anche alla morte della mia amata: Susy. Era una donna solare, generosa, bellissima e simpaticissima. Lei era l'unica cosa che riusciva a distrarmi un minimo da tutto lo schifo che c'è là fuori. Poi un giorno, presa dalla tentazione di prendere una boccata d'aria, decise di uscire, portandosi dietro un taser elettrico, quando fu assalita da un gruppo di delinquenti, che riuscirono ad abusare di lei e infine bastonarla fino alla morte. Da quel momento chiusi gli ultimi rapporti che avevo, che già si erano decimati con l'esplosione di questo caos. Gli unici dialoghi che mi erano rimasti ormai, si limitavano ai clienti del market. Passai vari momenti di depressione, in cui pensai addirittura di fare l'insano gesto, ma penso che se l'avessi fatto. Susy non me lo avrebbe mai perdonato. Per il resto, le cose, bene o male, procedevano nella norma, ma c'è stato un avvenimento, che mi ha sconvolto e mi resterà dentro per sempre:

Era una sera d'estate, e come al solito, stavo chiudendo il market. Avevo appena disattivato i sistemi di sicurezza, che di solito mi danno l'indispensabile per difendermi dalle rapine, e sono uno dei motivi per cui vivo ancora il mio lavoro con una certa leggerezza. Ero pronto per tornare in macchina, quando all'improvviso, sento dei rumori nel retro. Questo mi spinge a dirigermi sul posto, nonostante io abbia dato per scontato fosse un gatto, un cane o un qualsiasi altro animale simile. Arrivato sul posto, però, non trovai nulla, ma vidi un ombra verso l'altro lato del market, e mi sembrava tutt'altro che animale. Mi incamminai pian piano verso la direzione, per non dare troppo nell'occhio, ma appena arrivai, non c'era niente, ma feci in tempo a vedere un'ombra proprio su tetto. A quel punto mi tolsi ogni dubbio: non erano animali quelli. Erano senz'altro dei rapinatori. Sono corso subito a riattivare i sistemi di sicurezza, ma quei bastardi erano riusciti, non so come, a manomettere l'impianto elettrico. Decisi così di entrare dentro. Non avrei lasciato il mio market nelle loro mani. Andai verso la cassa, e presi il fucile che avevo messo da parte per situazioni simili, mentre, dal soffitto, si sentivano vari rumori molesti. Avevo sinceramente paura di salire sul tetto, avrebbero potuto farmi cadere da un momento all'altro. Cominciai a girare per il market, quasi completamente al buio. D'un tratto, cominciai a sentire gli oggetti muoversi, ma il buio mi impediva, chiaramente,  di capire dove fossero i delinquenti. Per mettergli timore, ho anche fatto partire qualche colpo di fucile per aria, ma senza la reale intenzione di ucciderli. Sta di fatto che dopo dieci minuti di perlustrazione, con scarsi risultati, mi arrivò una sprangata dietro la testa, che mi fece perdere i sensi.

Mi risvegliai nello sgabuzzino, legato ad una sedia e imbavagliato. Vedevo le loro sagome immerse nel buio. Dalla corporatura sembravano ragazzi di circa 20 anni, e indossavano dei passamontagna. Una volta accortisi che mi ero risvegliato, vennero verso di me, mostrandosi alla luce. Notai un particolare interessante: sui passamontagna avevano delle lettere cucite a mano (J, K, T e G). Che fossero i loro nomi? Non mi era dato saperlo. Resta il fatto che mi raggiunsero e mi sbavagliarono.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 22, 2023 ⏰

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