Mi ritrovavo lí, distesa sul letto, con la coperta fin sopra le spalle, mi ritornava in mente quel messaggio. Strano e inquietante. Che mi avevano mandato poco prima. Le parole citate erano le seguenti: "Ciao Anastasia, ci incontreremo un giorno." Non riuscivo a capire chi poteva essere stato l'individuo a mandare questo messaggio. Dopo averlo letto mi si era fermato il cuore. L'ansia, l'agitazione e la sudorazione erano diventate le padrone di casa. Non riuscivo a dormire. Gli occhi azzurro cielo vagavano per la stanza con velocità. Ma poi si soffermarono verso la finestra a causa di suoni particolari. L'udito non capiva cosa fossero, ma i segnali arrivarono subito al cervello, erano campane che venivano suonate. Avevo sempre avuto un problema con la Chiesa; Gesù mi metteva ansia, tutte le figure sacre mi facevano salire l'agitazione. È un senso di paura, mi facevano pensare all'oscurità.
In quel momento, quindi, il battito cardiaco aveva superato il limite. Sentivo il cuore fuori dal petto.
Subito dopo, le campane avevano smesso di scontrarsi, così sono riuscita ad addormentarmi.Ma altri rumori mi fecero spalancare gli occhi. Sentivo bussare alla porta. Uno, due, tre colpi. Erano le tre di mattina, pensai, "ho dormito soltanto un'ora?" Quella notte mi erano capitate troppe cose strane. Non ho avuto il coraggio di alzarmi dal letto, avevo troppa paura. Mentre il cuore cercava di placarsi, avevo sentito altri rumori, ma più forti, fin troppo forti. Insieme ai colpetti sulla porta, avevo sentito dei passi. Ed era stato in quel momento che avevo cominciato ad urlare e a piangere. Avevo preso immediatamente in mano un coltello, per difendermi. Mi sono alzata dal letto, i passi si sentivano da dietro la porta. Era lí. Lacrimavo gocce d'acqua bollenti che gocciolavano sulla lama tagliente del pugnale.
Sentivo aprire la porta, le mie grida rimbombarono per tutta la casa e...
Mi sono svegliata in un letto, le pareti erano bianche, tutta la stanza era bianca. Avevo una camicia da notte rosa antico, mi sentivo osservata. Vedevo una telecamera in alto nella stanza. "Mi stanno controllando! Cos'ho?" Mi chiesi impaurita.
I medici mi risposero dicendo: "Ciao Anastasia, ti trovi qui perché dobbiamo controllarti, da qualche giorno soffri di insonnia. Hai dei problemi."Non riuscivo a concepire la cosa. Mi facevano controlli e controlli ogni giorno. Avevo sbalzi d'umore, le mie unghia affondavano nella tenera pelle bianca, realizzando un quandro rosso. Mi girava la testa, sentivo un dolore atroce alle tempie, non riuscivo a stare ferma, mi dimenavo. Non riuscivo a controllarmi. Sentivo rumori ovunque, porte che sbattevano, sedie che venivano trascinate. I medici si erano accorti che stavo gridando, poiché mi erano ritornate in mente quelle scene che avevo vissuto a casa mia. Mi iniettarono della morfina, l'ago affondava nella pelle e sentivo il sedativo che si espandeva nel corpo.
Mi ero svegliata e trovando la porta spalancata, di corsa sono uscita fuori. Le lampade si accendevano e si spegnevano da sole. Avevo percorso tutto il corridoio e avevo trovato una sedia a rotelle all'incrocio di due corridoi, l'avevo sorpassata e dopo essere arrivata a tre metri di distanza da quell'aggeggio, avevo sentito che la sedia si avvicinava verso di me. Mi ero girata e avevo visto un'ombra scura accanto a me. Allora sono scappata gridando a squarciagola. Poco dopo, avevo trovato per terra un coltello, l'ho impugnato. Ero rimasta affascinata dalla sua lucentezza, così, il pugnale aveva cominciato a tagliare il palmo della mano sinistra, il sangue era gocciolato per terra, le mie mani erano impregnate di rosso. I medici mi avevano ritrovata accasciata per terra, priva di vita. Avevano visto una scritta rossa nel muro, ed era: "Non sarò mai come volevate voi."Il famoso messaggio, non esisteva. Faceva parte della aua immaginazione. Tutti i suoni e i rumori che sentiva, provenivano dalla sua mente, non esistevano.