24. Che incubo

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Kayla
Buio.
Buio intorno a me, sento del terreno roccioso sotto i miei piedi, le mie mani le sento allungate in avanti, che cercano di tastare ostacoli o pericoli, dato che gli occhi non hanno la capacità di intervenire. Le dita incontrano la pietra, il piede scivola e mi rendo conto che non sono in piedi, sul terreno, ma aggrappata alla roccia. Le mani non sono davanti a me per capire che ho davanti, ma sono tese e cercano di risalire la parete di pietra su cui mi ritrovo, le braccia sono piene di tagli e sangue, per quel che riesco a intuire percependo una sorta di bruciore, come quando ci si sbuccia il ginocchio o il gomito.
Le mani avanzano e pian piano riesco ad avanzare, avverto i muscoli in fiamme per lo sforzo. Provo a voltarmi indietro, c'è una distesa d'acqua infinita, è un fiume, non riesco a riconoscere che tipo di fiume sia, ma sicuramente non uno normale, del mondo mortale, probabilmente sarà lo Stige o insomma uno dei cinque fiumi dell'Ade.
Ritorno a guardare davanti a me e continuo a salire piano piano. Mi aggrappo a una roccia ma mi taglio il palmo della mano, un bruciore immenso mi invade il corpo, lascio la presa e scivolo un po' più in giù, cerco di avvicinarmi il più possibile alla roccia e nel farlo mi graffio leggermente il viso, rimetto la mano sull'appiglio in cui ero prima e cerco di ignorare il dolore immenso che sto provando, non posso permettermi di cadere in acqua.
Tranquillizzo il respiro e rimango vari minuti nella posizione in cui sono per riprendere un po' di energia e lucidità, ma non funziona molto perché inizio a sentire sempre di più il dolore delle ferite e degli arti sotto sforzo, prendo una grossa boccata d'aria e mi decido di andare avanti. Procedo lentamente, allungo una mano, sposto il piede, allungo l'altra mano e sposto l'altro piede, mi sento sempre più stanca, la vista inizia a sfocare leggermente e la testa a girare, sbatto la testa contro la roccia, mi stacco dal corpo e noto che quello che pensavo fosse il mio corpo era quello di Austin, ha il viso tutto imbrattato di sangue, come pure le braccia. Cerco di aiutarlo, di avvicinarmi a lui in qualche modo, ma è come se fossi bloccata, come se ci fosse un muro invisibile che ci divide.
Ha la fronte malida di sudore e contratta per lo sforzo, tutti i muscoli tremano per lo sforzo, si vede che è tutto contratto. Riprende la salita lentamente, poi però gli scivola il piede, le braccia non riescono a reggere e scivola giù, nel vuoto verso l'acqua.
Mi allungo verso di lui, le nostre dita si sfiorano, ma lui continua a precipitare: "Austin!"

Mi sveglio di soprassalto, sono malida di sudore e ho il respiro affannato.
"Kayla tutto bene?" Kevin mi guarda con occhi stanchi e preoccupati.
"Io, si credo di aver bisogno di un po' d'aria ed acqua fresca." rispondo confusa ed ancora scossa.
Annuisce. "Ti accompagno."
"No tranquillo ce la faccio." dico togliendomi di dosso le lenzuola e alzandomi dal letto, perdo l'equilibrio. Fortunatamente Kevin mi prende al volo senza farmi così cadere a terra e svegliare tutti di conseguenza.
"Insisto Kayla, non sei nelle condizioni più adatte, ti tremano molto le gambe e si nota che sei molto scossa."
Mi limito ad annuire e silenziosamente usciamo dalla stanza della casta, per poi dirigerci verso i bagni a passo felpato per evitare di svegliare tutto il dormitorio. C'è qualche ragazzo che fa turno notturno e ci saluta con un cenno del capo. Arriviamo ai bagni, e Kevin mi accompagna dentro, ignorando il cartello a caratteri cubitali che vieta alle ragazze di entrare nel bagno dei ragazzi.
Mi fa appoggiare al lavandino, mi bagna il viso con abbondante acqua fresca e poi mi aiuta a bere per poi farmi accompagnare per terra appoggiata al muro.
Chiudo gli occhi e appoggio la testa alla parete dietro di me.
"Che hai sognato?" Domanda sedendosi di fianco a me.
Sto per parlare quando sentiamo piangere un bambino.
"L'ho visto cadere, te lo giuro Brian, lui...lui si stava arrampicando." La vocina rotta di Oliver si sta avvicinando. Poco dopo i due entrano nel bagno. Brian si blocca e Olly si gira verso di noi.
"Anche voi svegli?" Domanda Brian
"Anche lei incubi." Risponde Kevin al posto mio.
Olly mi guarda, scende da Brian e mi si avvicina piano piano. Schiudo le braccia e lui mi ci si fionda dentro,i abbraccia e ricomincia a piangere.
"È caduto, è caduto." Continua a ripetere tra un singhiozzo e l'altro.
"Si, è caduto." Sussurro con voce rotta pure io.
Lui alza la testolina di scatto.
"L'ho sognato anche io Oliver." Le lacrime iniziano a farsi strada sul mio volto. "Si stava arrampicando, intorno a lui era tutto.."
"Scuro."
"Scuro, buio." Concordo "aveva le braccia piene di tagli, il volto graffiato e macchiato di sangue"
Olly annuisce tremando. "Stava scalando una parete di pietra, è caduto giù, è caduto giù!"
Me lo stringo al petto e gli bacio la testolina bionda, sento la maglietta iniziare a bagnarsi sotto il fiume delle sue lacrime.
Kevin e Brian mi guardano entrambi scioccati.
"Avete fatto lo stesso sogno?"
Annuisco.
"Purtroppo non penso sia un sogno." Sussurra Brian, lo guardo bene ed è molto pallido, si passa una mano tra i capelli, prende un respiro profondo. "È probabile che sia avvenuta una sorta di trasmissione di ciò che stava succedendo a lui."
"Ma come è possibile una cosa del genere."
"Tra lupi può capitare, anche se è molto rara come cosa e per niente volontaria, probabilmente non sapeva nemmeno che lo stava facendo."
"Come può avvenire una cosa del genere con me? Non sono un lupo."
"Io, non sono una delle persone più adatte a cui chiedere, magari troviamo qualcosa un biblioteca, chiedendo a Rosmerta magari riusciamo a giungere ad una soluzione."
Annuisco.
"Domani andiamo da lei in ufficio?"
"Durante pausa pranzo, perché io ho turno di guardia."
"Tranquillo Brian io ho allenamento con Centy, quindi va benissimo."
"Perfetto, allora ci troviamo alla mensa, così mangiamo e poi ci rechiamo da Rosmerta." sentenzia Brian. "Ora è meglio andare a dormire, vieni Oliver, torniamo a nanna."
Il piccolo scuote la testa, tira su con il naso e si stringe con forza intorno a me.
"Oliver, dai vai con Brian, noi ci vediamo domani mattina per fare colazione insieme prima di allenamento."
"Non voglio." Biascica. "Voglio stare con te"
"Ma Olly io non dormo nella vostra casta."
"Non mi interessa. Io voglio dormire con te." I suoi occhi tornano lucidi pian piano.
Sospiro: "Va bene, oggi dormirà con te, andiamo forza."
I due mi guardano basiti.
"E' contro qualche legge del regolamento, non vero?"
"Potrebbe in piccola parte, ma solo perché hai quel marchio di Ares, per il resto no."
"Se ci saranno problemi Brian ne parlerò io stessa con Rosmerta."
Lui scuote il capo, "non preoccuparti, sono certo che capirà e accetterà volentieri la situazione."
"Ma non è fare preferenze o insomma come si dice.. favoritismi?"
"Ti assicuro che non sarebbe nessuna forma di favoritismo."
Non capisco cosa intende, ma non faccio domande e mi alzo lentamente con il piccolino ancora in braccio, pian piano senza parlare ci dirigiamo verso i dormitori. Kevin ci saluta ed entra nel dormitorio della casta di Ares, che è una delle prime porte, mentre noi proseguiamo ancora. Non sono mai stata nel dormitorio di Ade e sebbene ci siano scritti i nomi su dei cartellini di vetro bianco accanto alle porte, non essendo mai andata oltre quello di Ares non ho idea di quanto sia in fondo.
"E' l'ultima porta." sussurra Brian intuendo i miei pensieri.
Annuisco.
Finalmente arriviamo, lui apre piano la porta e scivola dentro, mi fa passare e se la richiude alle spalle facendo un giro di chiave. mi volto verso la stanza e rimango stupita dell'ordine che ritrovo.
Brian sorride notando il mio sguardo stranito e sorpreso e mi fa strada verso una porta sul fondo della stanza, passiamo a passo felpato tra i letti cercando di non svegliare nessuno, pure Oliver ha smesso di singhiozzare e sembra pure trattenere il respiro per paura di svegliare i suoi compagni. Continuiamo a camminare fino a quando non raggiungiamo la porta, Brian la apre e mi fa passare, poi se la richiude alle spalle. Nel momento in cui vedo la stanza, che ha due letti vicini e uno più lontano mi rendo conto di esserci già stata mesi fa, quando Oliver era intervenuto contro Zoe per "salvarmi" durante i giochi.
Brian si siede sul letto singolo: "quei due letti sono quelli di Austin e Oliver."
Annuisco. Oliver si sbraccia verso il letto, sorrido e lo metto sul letto, lui subito si fionda sotto le lenzuola. Poi sbuca leggermente fuori per sussurrarmi: "vieni?"
"Si arrivo."
Lui scompare di nuovo sotto le lenzuola.
Brian ridacchia e si toglie la maglietta, per poi gettatela in fondo al suo letto e sdraiarsi. Distolgo subito lo sguardo dal suo corpo e mi concentro nuovamente sulla gobbetta che c'è sotto le lenzuola del letto. Mi fa sorridere perché si nota che Oliver si sta pian pianino avvicinando e sembra che muova il culettino, quando in realtà sta pseudostriscia-gattonando. Mi avvicino al letto a mia volta, alzo il brodo del lenzuolo e mi infilo sotto, appoggio il viso sul cuscino e mi metto a pancia un su.
Subito mi si avvicina Olly che mi abbraccia e si appoggia alla mia spalla appoggiandomi una manina sul petto, quasi sul collo, insomma come fanno i bambini.
"Non ti disturba se sto così vero?"
"No Olly tranquillo." Gli accarezzo la testa.
"Posso spegnere la luce?" Domanda Brian.
"Si." Sussurra Oliver "ti voglio bene Brian."
"Anche io piccolino." Risponde Brian spegnendo la luce. "Buonanotte."
"Kayla."
"Dimmi Oliver."
"Lo sai che io e Austin dormivamo sempre così prima che partisse per l'impresa?" Mi confida a voce bassissima.
"Sono sicura che lo farete ancora, dobbiamo solo aspettare che torni."
Non sembra proprio convinto, ma d'altronde sto cercando di convincere pure me stessa, quindi è difficile sembrare convincenti quando dici una cosa di cui non sei per niente sicura, ma ci speri con tutto il cuore.
"Nel frattempo dormirai tu con me?"
"Stanotte sì, domani chiediamo a Rosmerta e poi se mi dà il permesso dormirò con te ogni notte."
"Promesso?"
"Promesso." Sussurro piano "ora però pensa a dormire."
"Va bene." Acconsente "Buonanotte Kayla."
"Buonanotte Olly." Rispondo posandogli un bacio sulla testa in mezzo ai ricciolini biondi.
Affondo la testa nel cuscino e chiudo gli occhi, sento il profumo di Austin sul cuscino, probabilmente è la sua parte di letto, mi sale un po' di nostalgia. In fin dei conti ci eravamo avvicinati un pochino con l'impresa, certo non lo sopporto comunque, ma è probabile che io stia provando una sorta di attrazione nei suoi confronti e la cosa non mi piace molto. Lentamente cado tra le braccia di morfeo e finalmente spengo il cervello.

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