I tuoni infestano il cielo e l'improvvisa apparizione di fulmini e saette mi fa trasalire l'anima.
Amo le giornate di pioggia, ma quando si trasformano in tempesta mi viene difficile non pensare che possa succedere il peggio.
La cosa divertente è che poi effettivamente non succede niente di particolare, al massimo si apre una persiana o cade una pianta e la terra nel vaso si sparge dappertutto oppure... se ne va la corrente.
In casa è tutto buio, fatta eccezione per quegli attimi in cui i fulmini illuminano il cielo di un colore indefinibile, tendente al lilla ma non ne sono molto sicura, dandomi l'impressione di trovarmi in un luogo tutt'altro che familiare, più simile a un bosco che a un appartamento.
Così decido di accendere qualche candela, magari la presenza di una fonte luminosa più calda e accogliente mi potrà calmare e distrarre da quello che sta succedendo là fuori.
Non funziona, ovviamente.
Delle urla dalla camera da letto mi richiamano a qualcosa a cui dovrei prestare maggiore attenzione, o come dicono gli 'adulti', in cui dovrei incanalare tutte le mie energie.
"Sto arrivando" - riesco a malapena a sussurrare. Con passo incerto, braccia distese in avanti e il cuore a mille, mi destreggio lungo il corridoio, nella speranza di non imbattermi in un muro o in uno stipite di una porta.
"Che succede Annie?" - improvvisamente il pianto di mia figlia tace, forse incuriosita dal suono della mia voce - "Hai fatto un brutto sogno?" - mi avvicino alla culla, riesco a intravederla nella penombra della stanza, finchè un fulmine non le illumina il viso rigato di lacrime.
Forse dovresti intervenire.
E cos'altro dovrei fare? Non ho mai passato una serata tanto devastante come questa.
Sono ore che Annie non fa altro che piange e dirmi che mi fa male la testa non renderebbe comunque l'idea di quello che sto passando.
Prendo Annie in braccio, anche se il suo divincolarsi mi rende la cosa tutt'altro che facile, e la appoggio sulla spalla: è l'ora della maratona notturna.
Molleggio sul posto, cercando di farle percepire i miei passi leggeri e fluidi.
Non mi sento le gambe.
Le accarezzo la schiena mentre i suoi singhiozzi ininterrotti mi stridono nelle orecchie - "Ssh, tesoro non fare così".
Faccio mente locale di cosa potrei aver fatto di sbagliato, o se mi sono dimenticata di fare qualcosa di particolarmente importante, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è a quanto mi piacerebbe lanciarmi sul letto e dormire per una settimana consecutiva.
Vedi di finirla, ti ci vedo proprio a fare la pennichella in un momento come questo.
Cerco in tutti i modi di mantenere la calma ma continuo a non sapere cosa fare.
Fino a pochi minuti fa l'ho tirata fuori da uno di quei bagnetti caldi che farebbe crollare ogni bambino sulla faccia della terra - "Ma a quanto pare noi siamo speciali, vero principessa?" - rido tra me e me ma Annie, come a volermi rispondere, mi afferra il naso con quelle sue unghiette, graffiandomi una narice - "Siamo permalosi eh? Accidenti a te."
Continuavo a spremermi le meningi ma la mia testa era vuota come un condotto di aerazione.
Se ci fosse la corrente le farei vedere i suoi cartoni animati preferiti, anche se prima che iniziasse la tempesta era la prima cosa che avevo fatto; l'avevo messa bella comoda sulla sua poltroncina, immaginandomela già sorridente mentre applaudiva con le sue manine, ma non appena erano apparsi i primi fotogrammi del cartone le sue urla mi erano sembrate più forti e strazianti di prima.
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Sogni d'oro Annie
HorrorLa vita di Kate non è mai stata rose e fiori: traumi infantili in ogni dove e un rapporto coniugale che lascia molto a desiderare. Non si può indicare con precisione quando ha avuto inizio il vero e proprio declino della sua esistenza, ma possiamo e...