Capitolo 9 ~ Prigioniera

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~ RATRI ~

Il nostro circo era probabilmente unico nel suo genere. Aveva combinato l'antica e la moderna visione di arte circense, in un connubio di spettacoli con gli animali, scenici trucchi di "magia" (o quella che fino a due settimane prima avrei scritto con le virgolette), brevi comiche con i clown negli intervalli ed esibizioni acrobatiche.
Era l'estrema varietà ad attirare una folla tanto ampia.

Io mi ero specializzata nell'ultima categoria: neppure sotto tortura mi sarei infilata un naso rosso da pagliaccio, correndo tra l'altro il rischio di causare traumi infantili ai pargoli in platea. Oltretutto, l'unico essere vivente ad aver mai osservato con aria ammirata i miei giochi di prestigio - o "di disagio", come amava puntualizzare mio fratello - era probabilmente Filippa, a cui stavo spacciando di nascosto una zolletta di zucchero.

Pur non essendomi mai sentita particolarmente incline ad addestrarli, dovevo ammettere di essere affezionata ai nostri cavalli. Questa volta eravamo stati tanto fortunati da trovare un fazzoletto di prato, entro i confini del terreno che avevamo affittato per il circo. I miei zii e papà ci avevano costruito attorno il loro recinto.

Filippa era la mia preferita: una splendida andalusa dal manto nero, di quattro anni.

"Lo so cosa stai pensando, non dovrei esibirmi con il delirio che è successo... ma ho bisogno di non pensare per un'oretta." le sussurrai, carezzandole con dolcezza la criniera. Lei prese lo zuccherino dalle mie dita con cautela, guardandomi dritta negli occhi come se capisse perfettamente. Così mi piaceva pensare, almeno.

"Sai, la nonna non vuole che torni negli States... né che mi avvicini mai più a Hjörtur, neanche a dirlo." sospirai, stringendo i pugni e scrutando oltre il recinto, nel caso la figura di lei fosse stata in agguato per origliare il mio monologo.
"Mio zio e mia cugina hanno fatto fronte comune... credevo di conoscerli, ma ora non so neanche più chi siano. Come si fa a prendere ancora ordini dalla propria madre a quarant'anni suonati..." scossi il capo, frustrata.

Filippa si rassegnò al fatto che ero vergognosamente sprovvista di altri zuccherini sgarri alla dieta e tornò a brucare l'erba, lasciandosi carezzare il dorso.

"Sembrano tutti impazziti

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"Sembrano tutti impazziti... o forse ero io a non notarlo, prima." scrollai il capo, frustrata "Di sicuro sono pazzi se pensano che romperò il contratto dei miei sogni. La Stunt Unlimited mi metterebbe sulla lista nera con tanto di simbolo del teschio... sarei finita! Mi ritroverei a lavorare qui per il resto della mia vita. Certo, ci scommetto che la nonna ballerebbe sulla tomba della mia carriera! 'Sarà tua responsabilità proteggere la famiglia quando non ci sarò più, signorina'..."

Irritata, la citai con esagerata enfasi e marcate virgolette, attirandomi un'occhiata perplessa di Filippa. Proteggere da cosa, non aveva trovato logico specificarlo.

"La nonna mi ha letteralmente chiusa dentro i confini del circo e non posso neppure parlarne con mia mamma, mio papà e mio fratello... Loro a quanto pare sono babbani e non capiscono cosa accidenti mi prenda!"

TENEBRIS - Il canto della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora