10 - PUNIZIONE O RICOMPENSA?

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Quando Akira suonò il campanello, Naoya gli rispose con un semplice e freddo "Sali".
Uscito dall'ascensore, trovando la porta aperta, entrò.


Naoya era seduto sul divano e lo guardava in modo distaccato, quasi come se non si conoscessero.
Akira non si lasciò impressionare, forse il moro era offeso per qualcosa che gli aveva detto Haru. Peggio per lui, avrebbe preso le sue chiavi e se ne sarebbe andato senza nessun piacevole "extra", lo fissò negli occhi e chiese perentorio "Dove sono le mie chiavi?"

Naoya mantenne un tono freddo "Di là in camera"

Akira si lasciò sfuggire un sorriso, come ci erano finite in camera? Naoya stava sicuramente tramando qualcosa.
Però non voleva dargli nessuna soddisfazione.
Non fece alcun commento, oltrepassò il salotto senza degnare più il moro di uno sguardo e cercò di trovare la porta giusta.
Era già stato a casa sua, ma non era mai andato nella sua camera da letto.
Nel corridoio c'erano 4 porte chiuse, al secondo tentativo trovò quella giusta.

Guardò all'interno e vide le sue chiavi sul comodino opposto, il letto era molto grande e non avendo nessuna voglia di fare il giro, si mise in ginocchio sopra e gattonò fino al lato opposto. Stava per allungare la mano per prenderle, quando si sentì schiacciare contro il materasso e strattonare le braccia con forza verso l'alto.
Non fece in tempo a chiedere una spiegazione che si ritrovò legato al letto con un paio di manette e Naoya seduto sulla sua schiena che gli bloccava la testa contro il cuscino.
Era stato veloce e silenzioso, non lo aveva nemmeno sentito arrivare.

Il piano di Naoya aveva funzionato alla perfezione, era certo che Akira vedendo le chiavi sull'altro lato avrebbe optato per la strada più breve.
Era un letto basso, in legno nero, molto grande, con quattro grossi pali a base quadrata agli angoli in una sorta di moderno baldacchino.
Naoya aveva ammanettato Akira a uno di quelli togliendogli ogni possibilità di fuga.

Akira sentì una strana eccitazione per quella situazione, però cercò di dissimulare e farsi vedere non disposto a sottomettersi.
"Che accidenti fai? Se vuoi giocare al poliziotto cattivo fallo con la tua fidanzata!"
Naoya si avvicinò al suo orecchio "Con lei non mi diverto" e gli infilò la lingua dentro facendolo rabbrividire.

Quelle manette gliele aveva regalate Shiba quando aveva saputo del suo fidanzamento forzato con Sachiko per ricordargli che aveva perso la sua libertà.
Erano delle vere manette non quelle che si potevano comprare nei vari sexy shop, impossibili da rompere o da aprire senza la chiave.
Chi avrebbe mai detto che gli sarebbero tornate utili?

Akira ringhiò in risposta "Lasciami" e cercò di scrollarselo di dosso, ma senza alcun risultato.
Naoya ghignò sadico "Adesso mio caro biondino mi darai delle spiegazioni e dovranno essere esaurienti se non vuoi che ti fotta a sangue"
Akira non riusciva a nascondere che quella situazione lo eccitava, anche se la minaccia del moro non gli piaceva per niente, perché sembrava terribilmente serio "Io non ho fatto niente a parte farti godere... "
Naoya gli afferrò i capelli per fargli sollevare la testa "Da quanti ragazzi ti fai sbattere Akichan?"
Sentendo quel diminutivo il biondo capì immediatamente il motivo della collera dell'altro: la telefonata con Haru.
Il suo amico gliel'avrebbe pagata per quella sua linguaccia.

"Mi fai male stronzo!"
Naoya non aveva nessuna intenzione di lasciar perdere "Rispondi!"
"Nessuno! Te l'ho detto non sono gay"
"E io cosa sarei una donna?"
"Bastardo tu non conti! E adesso lasciami!"

Naoya si avvicinò, gli leccò la linea della mandibola e dopo averlo morso sul collo facendogli male proseguì "E quello che mi ha risposto al telefono?"
Akira strinse i denti per il dolore "Geloso?"
Naoya gli tirò maggiormente i capelli "Non sono geloso! Non voglio essere preso per il culo. Ora rispondi!"
Akira sorrise "Non ti ho preso per il culo... te l'ho fatto."
Naoya ringhiò tirando ancora, facendogli decisamente male "Rispondi!"
Akira decise di essere sincero, lui voleva fare altro invece di discutere, Naoya si stava veramente incazzando, non sembrava in vena di scherzare e lui ci avrebbe sicuramente rimesso.
"E' solo un amico. Non so cosa ti abbia detto, ma lo ha fatto solo per prenderti in giro e farti arrabbiare. E mi sembra ci sia riuscito."
Naoya allentò la presa "Perché dovrei crederti?"
Akira sospirò "E' la verità. Mi ha proposto molte volte di fare sesso con lui, ma gli ho sempre detto di no. E' il mio amico gay, quello di cui ti ho parlato... sospettava qualcosa e tu gli hai dato un motivo per continuare a farlo. Sei proprio un idiota"
Naoya ci pensò un momento, poteva credergli?
Infilò una mano dentro i pantaloni di Akira, fra le sue natiche e senza nessuna delicatezza violò la sua apertura con un dito strappandogli un sonoro "Stronzo!"
"Ricordati... se non è la verità... ti farò veramente male... ti fotterò senza pietà facendoti provare solo dolore" tolse il dito e gli lasciò i capelli, ma non si spostò.
"E' la verità e adesso liberami!"
Naoya ghignò "No, mi piaci troppo legato così."
Portò nuovamente un mano ai pantaloni di Akira e dopo averglieli slacciati infilò un mano dentro l'intimo per massaggiargli il sesso.
Akira si lasciò sfuggire un mugolio di approvazione.
"Sento che non ti dispiace essere legato"
Akira cercò di negarlo "Sei un sadico bastardo!" e cercò nuovamente di farlo scendere dalla sua schiena.
Naoya si alzò e gli denudò completamente la parte inferiore lasciandolo solo con la camicia che gli copriva a malapena i glutei sodi.
Si leccò le labbra pregustando il momento di affondare in lui.
La voce di Akira lo distolse dalla sua contemplazione "Ti piace ciò che vedi bastardo!"
"Sì, stavo giusto pensando a quanto urlerai fra pochi minuti..."
Akira sentì un brivido percorrergli la schiena "Non oserai?!"
Naoya gli alzò piano la camicia e percorse con la lingua la sua spina dorsale dall'alto verso il basso soffermandosi a leccare la sua apertura facendo fremere Akira.
Naoya ghignò davanti al suo evidente desiderio "Perché non dovrei? Sei completamente nelle mie mani... supplicami, dimmi cosa vorresti che ti facessi"
Akira era eccitato, non riusciva più ad aspettare, e non aveva problemi a farglielo sapere "Usa quella tua boccaccia non per parlare e dopo scopami come si deve."
Naoya si sporse in avanti e tenendogli girata la testa  lo coinvolse in bacio passionale invadendo la sua bocca, poi quando si staccarono gli disse "Allora fammi vedere meglio..."
Akira si mise a gattoni appoggiandosi alla colonna con la spalla.
Naoya si avvicinò al suo buchino messo in bella mostra e iniziò a forzarlo con la lingua mentre con la mano prese a masturbarlo.
Akira gemette per quel trattamento così eccitante.

Naoya sentì il desiderio di farlo godere maggiormente, interruppe quello che stava facendo e si avvicinò al suo viso, dopo averlo baciato si posizionò fra lui e la colonna "Se vuoi che te lo prenda in bocca muoviti"
Akira non se lo fece ripetere si mise con le ginocchia ai lati del moro e avvicinò il proprio sesso alla bocca dell'altro che si leccò le labbra in attesa.
Naoya afferrò con le mani i glutei di Akira e portò le dita alla sua apertura già bagnata, intanto passò la lingua sulla punta del membro turgido di Akira.
Il biondo era già molto eccitato e non resistette oltre a quel gioco così gli ordinò "Apri la bocca"
Naoya obbedì e Akira prese ad affondare nel suo antro caldo.

Akira non era mai completamente sottomesso, nemmeno quando era lui a possederlo e questa era una cosa che eccitava molto Naoya abituato a ragazze troppo condiscendenti.

UNA PIEGA IMPREVISTA (rivista e corretta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora