IV - Il giorno in cui nacque suo figlio

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Il giorno in cui nacque suo figlio era un giorno grigio di pioggia.

Ma quando un'esausta Rebecca, dopo un travaglio di quattordici ore, dava finalmente alla luce un maschietto urlante, la pioggia cessava di martellare la città e un arcobaleno radioso appariva in cielo.

Carolina, che aveva riempito la stanza dell'amica di palloncini, pelouches, pasticcini, cioccolate e bevande ricche di sali minerali (per compensare gli sforzi del parto), lo prese come un segno del destino.

«È fantastico, Becky!» ripeté per ore alla sua spossata amica, la quale non aveva occhi che per il fagottino che teneva tra le braccia.

«Sì, infatti, è fantastico» ripeteva Rebecca, con lo sguardo fisso sul bimbo che dormiva.

«No, ma guarda, è incredibile! Appena tua madre è uscita dicendo "è nato!" è apparso l'arcobaleno! Tu dimmi se non è un segno questo!!»

«Caro..» disse invece Rebecca «Non ti sembra che...»

«Cosa?»

«... Che somigli a Ben?»

Carolina marciò verso il letto con un cipiglio furioso e squadrò il bambino come se l'avesse insultata.

Il piccolo dormiva tranquillo in braccio alla madre, con le palpebre abbassate su un visetto cesellato e già ornato di capelli scuri e setosi.

Contro ogni ragionevolezza, Carolina esclamò:

«Assolutamente NO!!!»

*

Il giorno in cui nacque suo figlio Ben era sul set.

Era il primo giorno di riprese di quello che prometteva di essere un kolossal che avrebbe fatto incetta di premi Oscar.

Ben aveva escluso ogni pensiero dalla mente.

I mesi precedenti li aveva vissuti nell'attesa spasmodica dell'inizio delle riprese.

O, almeno, così aveva detto a tutti.

Insomma, era un ruolo enorme.

I suoi amici si erano ubriacati per una settimana di fila, in suo onore.

Lui, però, no.

Dalla telefonata di Jack non riusciva più a dormire.

Di giorno passava da un incontro di lavoro a un altro; riceveva telefonate di registi e agenti che lo avevano sempre snobbato e - ora che era l'attore del momento - lo supplicavano di pranzare con loro; presenziava a interviste e conferenze stampa; era al centro dell'attenzione mediatica.

Di notte, però, si rigirava insonne nel letto.

Becky era incinta.

Possibile?

Gli sembrava assurdo.

Jack diceva di aver visto una sua foto con il pancione, ma Ben si era rifiutato di guardarla.

«Sei in fase di negazione?» gli aveva chiesto il fratello.

«Non è mio!» aveva ringhiato lui, in risposta.

Ma... era impossibile che lei avesse incontrato un altro e fosse già rimasta incinta.

O no?

Una sveltina per dimenticare la loro storia e la sfiga in agguato?

Eppure, nel profondo, Ben non ci credeva.

Conosceva Becky e lei non era tipa che si sarebbe buttata tra le braccia di qualcuno per dolore o per rancore.

Restava una sola opzione.

Era suo.

Il bambino era suo.

Ma... erano sempre stati attenti!

Ok, forse no, forse un paio di volte era capitato che... Ma un paio al massimo!

Ma poteva essere possibile?

Per due settimane, a ogni squillo del telefono, il suo stomaco si contorceva.

Era lei.

Doveva essere lei.

Doveva dirgli del bambino.

E invece no: Becky non lo aveva chiamato.

Mai.

Razionalmente, Ben sapeva che, se lei avesse voluto, lo avrebbe chiamato appena scoperto di essere incinta.

Jack lo aveva appena scoperto, non Rebecca.

Ma per lui era tutto così nuovo e angosciante che...

Ma niente. Non c'erano che.

Rebecca taceva.

Ben non dormiva, mangiava poco, beveva molto e non aveva nulla da aspettare a parte il film.

Con l'avvicinarsi dell'inizio delle riprese le cose sembravano andare meglio.

Il giorno del primo ciack Ben tentò di astrarsi dal mondo: di solito gli riusciva perfettamente.

Anzi, Rebecca gli rimproverava sempre il fatto che il lavoro era il centro del suo mondo e che, di fronte al lavoro, lui avrebbe dimenticato persino sua madre.

Rebecca.

Rebecca non aveva chiamato.

E il bambino...?

Secondo Jack, la pancia era "molto grossa".

Da quanto il fratello aveva letto nei commenti su Facebook, la gravidanza era stata una sorpresa per molti amici della ragazza sul social network.

Becky non aveva scritto nulla, ma la sua amica Carolina aveva risposto sommariamente a tutti dicendo che "la mamma e il piccolino stanno benone".

Il piccolino.

Suo figlio era un maschio, allora?

In quel momento il regista, euforico, strillò:

«Aaaazioneeee!»

Trenta paia d'occhi tra attori, assistenti, uomini di scena e troupe si fissarono su Ben, il quale batté le palpebre e disse:

«Ehm... sì?»

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