Capitolo 6: Ricominciare

415 23 88
                                    

Quel giorno in cui mia madre mi illuminò il cammino verso un futuro dove avrei potuto salvare delle persone anche senza quirk, diventando un medico, servì a farmi tornare la speranza che ormai era morta in me e mi aiutò a guardare verso il futuro in modo più sereno e sorridente.

Ma questo non mi ha aiutato a farmi guardare il presente in modo altrettanto sereno e sorridente.

Mia madre si era stancata di vedermi sempre triste e steso sul letto nella nullafacenza più totale, spesso ad osservare il vuoto o a passare il tempo davanti allo schermo del cellulare.

Dopo quell'episodio del mio incubo, in cui chiamavo a gran voce Kacchan senza alcun risultato, mia madre decise di parlarmi apertamente. Mi parlò sia delle scuole medie ormai quasi giunte al termine, sia della nostra vita nella precedente città, dicendomi che avrei dovuto lasciar perdere il passato per poter guardare finalmente al presente, viverlo e quindi pensare al futuro. Non dimenticando tutto ciò che abbiamo vissuto fino ad allora, ma disse che avrei dovuto staccarmi un po' dai ricordi se avessi voluto vivere a pieno la mia vita, la mia nuova vita.

In qualche modo... le sue parole erano riferite anche al mio legame con Kacchan, ovviamente senza parlarne direttamente, ma l'ho capito dal suo sguardo.

Non aveva tutti i torti, non potevo rimanere per sempre legato al passato se quel passato ormai non esisteva più.

Quel dolore della sua assenza in tutto e per tutto mi ha logorato per anni e io non ne potevo più.

Inutile dire che non c'è un rimedio a tutto ciò, non ci sarà mai qualcosa che mi curerà il dolore provocato da Kacchan, se non lui stesso.

Sì, Kacchan rimarrà sempre con me, nella mia mente... ma il voler voltare pagina non significa eliminarlo per sempre da lì, significa semplicemente far sì che il suo ricordo rimanga tale senza che ritorni a far male come sempre.

In questa mia nuova vita qui sto attendendo che in qualche modo la mia strada si apra a nuovi orizzonti, per ricominciare una nuova vita proiettata sul futuro.

Questo è facile a dirsi, ma a farsi è tutta un'altra storia.

Infatti in questo preciso istante, mi ritrovo di nuovo steso sul letto a fissare il soffitto in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa, che mi smuova.

In realtà... mi piacerebbe tanto fare nuove esperienze, conoscere nuove persone, ma cosa potrei fare per piacere alle persone? Visto che ho passato questi due anni nella nuova scuola media dove ancora una volta la mia presenza non era gradita, nemmeno rimanendo in silenzio.

Oltre tutti i termini che mi avevano precedentemente assegnato per descrivermi, come problematico, senza quirk, silenzioso, imbronciato e secchione, c'era anche un'altra cosa che, secondo loro, non andava in me: sono troppo magro.

Ma... c'è una colpa nell'essere troppo magri? O nell'essere in sovrappeso? Dà fastidio a qualcuno o fa del male a qualcuno? Non mi sembra, eppure nemmeno su questo si risparmiavano.

Infatti ogni volta che avevamo la lezione di educazione fisica, puntualmente c'era sempre qualcuno che mi sparlava alle spalle, commentando il mio aspetto con qualsiasi persona della classe gli capitasse davanti.

"Forse non mangia", "Forse sua madre non gli prepara da mangiare", "Forse soffre di disturbi dell'alimentazione" ... nessuna di tutte queste sciocchezze era ed è vera. Fin dove arriva la cattiveria delle persone? Non c'è limite a questo, mi sa.

Cosa interessava a loro di mia madre, di come mangio e di come sono fatto?

Mi ritrovo a pensare e a ripensare a tutti questi avvenimenti delle scuole medie ormai giunte quasi alla fine, mentre allungo davanti ai miei occhi una mano, tesa verso il soffitto, fissandola.

That's what makes a Hero | BAKUDEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora