Bad Kind Of Butterflies

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Giuro che il prossimo avrà il lieto fine che vuoi.

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After what I'm gonna say
I understand if you hate me.

What do I lose if I don't choose?
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L'ultima volta non é mai l'ultima volta, e anche quando lo é, rimane una bugia. Non ho mai mentito, ma a quanto pare ogni cuore é una menzogna per natura. Mi opponevo a tale verità prima della notte in cui conobbi Lauren...

La lettera arrivò senza preavviso. Una mattina, accanto alla bolletta e alle pubblicità, trovai incartata anche l'unica risposta importante della mia vita. Come molti studenti di questa parte della città, senza una borsa di studio non avrei mai potuto aspirare ad un college prestigioso... non avrei potuto andarci e basta, in realtà. Lasciai le lettere nella cassetta e mi incamminai verso casa di Lydia.

Bussai una sola volta. Pareva fosse appollaiata accanto all'uscio e aspettasse me. Era così. Mi mostrò la lettera fra le sue mani, lo stesso stampo rosso sulla carta, la stessa espressione attonita.

Salimmo in camera sua e ci sedemmo l'una davanti all'altra sul letto. I nostri destini racchiusi in 40 grammi di carta.

«Voglio dire... se non ci avessero preso, comunque potremmo riprovare l'anno prossimo, no?» Parlava guardando solo verso il basso.

«Si, no... Non lo so. Io non penso di avere tutto questo tempo. Devo darmi una mossa.» Inspirai a fondo. Non era il tempo il problema, ma la mia famiglia.

«Si, lo so, certo.» Si scusò quasi, poggiando una mano sulla mia. Era sempre dolce con me, era la parte migliore di lei. «Troveremo un modo, ne troveremo più di uno.» Mi confortò con un sorriso, ma le soluzioni erano un lusso riservato solo ai figli di parenti ricchi. Sorrisi e annuii per non deluderla. Deluderla era l'ultima cosa che avrei voluto in tutte le vite che ci spettavano.

«Apriamo.» Non fu una domanda. Non si fanno domande davanti alla paura.

Lydia annuì sospirando rumorosamente. Aveva meno da perdere rispetto a me, ma più da dimostrare. Strappammo la carta con un unico slancio tenace e trattenemmo il respiro fino alla prima riga. Fu lei la prima a saltarmi addosso.

«Non sai nemmeno se mi hanno preso.» Ridacchiai.

«Ti hanno preso per forza.»

«Perché?» Risi.

Afferrò la mia faccia fra le sue mani e mi stampò un bacio sulle labbra: «Perché io non vado da nessuna parte senza di te.» Non aveva finito di baciarmi e io non avevo finito di ridere.

Era il giorno più felice dell'anno, e io avevo una bruttissima sensazione allo stomaco. La nostra vita stava per cambiare, ma qualcosa mi diceva non sapessi ancora come.

                                         *****

Facemmo le valigie cinque mesi dopo. Era tutto pronto, noi un po' meno. Salutammo le nostre famiglie all'aeroporto e ci dirigemmo mano nella mano verso il gate d'imbarco.

«Fa strano, vero?» Domandò aumentando la pressione sulla mia mano.

«Mh?» Mi sentivo confusa.

«Essere cresciute insieme e partire insieme. Fa strano.» Si strinse nelle spalle con aria timida. Amavo il modo in cui mi faceva star bene la sua innocenza.

«Fa strano, ma ne sono grata.» Le baciai il dorso della mano e spettinai i suoi capelli biondi.

In aereo ci separammo. Per comodità avevamo scelto dei posti più economici e non ci era stata garantita la scelta. Durante il volo, non mi girai a cercarla, rimasi immersa nei miei pensieri, sempre più cupi e impenetrabili. Non potevo chiedere di più dalla vita in quel momento, eppure qualcosa mi diceva di scappare, di fare retromarcia subito e non azzardare quel passo che mi avrebbe condotto dall'altra parte del confine, li dove tutto sembrava cambiare. Era sicuramente ansia, ero ancora molto giovane per non temere il mondo, ma c'era altro, un sentore inafferrabile quanto il cielo che solcavamo.

One shot CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora