✨— ESME —✨
Quella mattina, ancora un po' terrorizzata dalle ultime ore trascorse, presi l'autobus per andare a lavoro. Pensai che fosse un mezzo per comuni mortali e infatti mi sentii a mio agio tra quelle semplici persone di periferia. Alcuni, devo dire, avevano l'aria da spacciatori, ma non m'importò. Non potevano toccarmi.
Avevo preso posto in fondo al treno e accanto avevo solamente un signore che per camminare aveva bisogno del cane guida. Era cieco e io fruttai -anche se forse non era molto carino- questa sua caratterista per mimetizzarmi e non esser attaccata da occhiate.
Volevo assolutamente passare come un fantasma: trasparente e intangibile. O almeno, fino a quando non fossi arrivata allo stadio.
*
Quando il bus arrivò alla mia fermata, scesi di controvoglia. Avrei voluto tornarmene a casa invece di ritrovarmi davanti quell'uomo. Purtroppo però, non potevo mancare ai miei doveri.
May aveva richiamato, ma nemmeno il suo appoggio contribuì a farmi sentire meglio. Ciò che era successa, ormai, mi aveva segnata.
Quindi respirai a fondo e attraversai la strada per poi venir chiamata da una voce. Mi voltai, notando Vega venirmi incontro mentre il suo compagno finiva di fumare una sigaretta – che poi gettò a terra e calpestò con la scarpa per spegnere le ultime scie di fumo.
«Ancora qui sei?» chiese poi, raggiungendo me e Alexio.
«Si, per mia e tua sfortuna.»Incrociai le braccia, infastidita e mi voltai. Hernández arrivò con un'espressione decisamente soddisfatta in viso e l'aria di chi ha qualcosa di importante da annunciare. In effetti, era così.
«La prossima gara è tra quale giorno, ragazzi. Il Rally Nevegal!» disse emozionato e con una certa enfasi anche negli occhi scuri. I due ragazzi per un attimo ebbero un sussulto.Il castano si trattene pure dall'urlare. Io invece...non sapevo di cosa stessero parlando esattamente, ma ci pensò il mentore a schiarirmi le idee.
«É una gara in salita, in Italia - laggiù se ne svolgono molte. Partiamo oggi, il prima possibile. Staremo via per il resto della settimana, qualche giorno, insomma» illustrò in maniera impeccabile.
«Scusa! Non per fare il guastafeste dal momento che sembra una bella gara, ma ho quanto ho sentito, le iscrizioni sono riservate a team di un certo...o no?»
«No, non necessariamente. E poi, la squadra ha scelto di partecipare quest'anno mettendo una buona parola per te, Andres.»Il pilota arcuò un sopracciglio. «Ah davvero?» chiese un tantino sarcastico.
«Si e se fossi in te mostrerei un po' più di gratitudine.»
«Ma io lo sono. Non vedo l'ora già di essere in prova.»
«Bene, forza allora» concluse il coach, giungendo le mani. «Non c'è tempo da perdere, ci aspetta un lungo viaggio.»A quel punto, mi agitai. Lo maledì un paio di volte per non avermi detto niente, ma forse era la regola da quelle parti.
Poi, pensai al fatto che per andare con loro avrei dovuto abbandonare Felipe e non ero sicura di poterlo fare.Ultimamente non stava molto bene. Ricordai anche le parole del capo e mi sentii frastornata.
Avevo così tante cose da gestire tra casa e lavoro.Riva e Alexio presero un po' di cose dal bagagliaio di quest'ultimo e lo sistemarono in quello del Qqashqai.
Hernández mi affiancò e io sbattei le palpebre. «Ho già parlato io con Nuñez, signorina. Non deve preoccuparsi.»Abbassai lo sguardo. «Ciò che mi turba è mio padre. È malato e...ha bisogno di me.»
«Capisco...vuole restare?»Ci pensai per un po' e arrivai alla conclusione che non potevo rinunciare. Se avessi mancato altri giorni di lavoro, Nuñez mi avrebbe licenziato in tronco senza darmi più neanche il beneficio del dubbio. «Devo tornare un momento a casa, a prendere un po' di cose.»
STAI LEGGENDO
CRASH | Errore di Percorso
Action𝓡𝓪𝓬𝓲𝓷𝓰 𝓡𝓸𝓶𝓪𝓷𝓬𝓮❤️🔥💫 VOLUME 1 della Dilogia "CRASH" Andres Riva è un noto pilota automobilistico, merito del talento innato che lo accompagna fin da ragazzo. La sua vita è fatta di sfarzo, vittorie e piaceri...tutto questo però non sem...