Il rientro a casa di Yoongi è silenzioso in modo innaturale.
Mentirei se dicessi di non essere preoccupata per quel dobbiamo parlare che Yoongi ha mormorato prima di uscire dall'edificio della Hybe per rientrare, ma sono in parte rassicurata dal fatto che la sua mano, abbandonata sul sedile posteriore tra di noi, non ha ancora lasciato la mia. Guardo le nostre dita intrecciate e penso al sogno, al mio sogno che è diventato nostro, e mi domando se Yeong-Suk avesse ragione. Se non sia già giunto al capolinea, una storia d'amore troppo bella per essere vera.
Quando scendo dall'auto sto tremando e non riesco a stabilire se sia esclusivamente per il freddo pungente di febbraio o se il tremore sia anche dovuto a quello che mi aspetta, qualsiasi cosa sia.
Quando entriamo in casa Holly ci accoglie, la coda incapace di restare ferma un istante. Con mio stupore celebra anche il mio arrivo; gli animali impiegano poco tempo ad affezionarsi a qualcuno, e sicuramente sono riuscita nell'impresa di conquistare il suo cuore. L'idea che possa essere l'ultima volta che questo esserino peloso mi accoglie, tuttavia, è in grado di spezzare il mio.
«Vuoi mettere qualcosa di comodo?»
Yoongi si sta già infilando le pantofole e m'invita a fare lo stesso, a mettermi comoda, ma ora come ora mi sento come se questi spazi non mi fossero mai appartenuti davvero. Come se fossi stata solo una brezza di passaggio, incapace di lasciare il segno tanto quanto lui ha fatto con me.
Il mio povero cuore sanguinante. Nella carne del muscolo sono incise le lettere di nome e cognome dell'uomo che mi sta osservando e il sangue cola lento e inesorabile, prosciugandomi. Devo solo capire quanto tempo potrò resistere prima di gettare la spugna e abbandonarmi alla realtà dei fatti, all'inevitabile morte.
M'infilo le pantofole in silenzio, accennando al divano con il capo. Il mio mutismo deve avere allarmato Yoongi, ma lo vedo più tranquillo di quanto immaginassi. Forse non gliene frega così tanto se noi—
«Jagiya, non voglio lasciarti. Non voglio chiudere nulla di quello che abbiamo cominciato, quindi ti prego, ricomincia a respirare» mormora, afferrandomi una mano e attirandomi a sé. Impatto con il suo petto, prendendo un respiro profondo mentre mi stringo alla sua felpa. Ricaccio indietro le lacrime di sollievo e tensione che minacciano di uscire, sospirando contro il tessuto scaldato dal calore del suo corpo.
«Dammi una possibilità di parlare prima di essere così pessimista, okay?» sussurra Yoongi al mio orecchio.
Annuisco con un altro sospiro, seguendolo mentre si sposta verso il divano. Mi fa sedere sulle sue gambe come sempre, e il semplice gesto è in grado di calmarmi ancora di più. Ritrovare la nostra intimità è un segnale positivo, mi dico. Spero.
«Lui lo sa.»
Prima che Yoongi possa prendere la parola, sono io a rompere il breve silenzio.
«Bang PD, dico. L'ho incrociato mentre andavo in bagno – e lo sa, dice che non gli è stato detto da nessuno, che ha soltanto... osservato, a quel che ho capito.»
Yoongi è un po' confuso, ma dopo qualche istante di elaborazione alza le spalle. «Beh, se me lo dici così tranquillamente immagino non abbia fatto troppe storie.»
«No», confermo, scivolando con il fondoschiena sul divano e lasciando le gambe distese sul grembo di Yoongi. La sua mano finisce immediatamente su di esse, e ne percepisco il calore anche con le parigine di mezzo, tra la sua pelle e la mia. «Ha detto che, cito testualmente, non hai bisogno della sua approvazione di quel che fai nella tua vita privata.»
«Non me ne sarebbe fregato, comunque.»
«My rebel baby» lo scimmiotto appena, strappandogli un sorriso. Ma torno seria, perché non ho dimenticato la sua espressione. «Di cosa devi parlarmi?»
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Both in this life and the next | Min Yoongi [COMPLETA]
Romance[storia COMPLETA] Park Soo-Yun ha ventisette anni compiuti da poco e un posto come insegnante d'inglese in una scuola superiore di Seoul. Non ha crucci per la testa e ha risolto i suoi problemi anche e soprattutto grazie ai Bangtan Sonyeondan, che l...