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marta.bzi: 🤍💐
↳serena.darmen: mon amour❣️ ↳marta.bzi: ❣️
↳valeyellow46: Bella di zio! ↳marta.bzi: Vale❤️
↳aliricci: Mi manchi🤍 ↳marta.bzi: Tu a me🤍
«Marta Bezzecchi?» mi alzo dalla sedia sentendo il richiamo da parte di una donna che sta seduta dietro la sua scrivania.
«Mi dispiace ma non sei stata selezionata» lascio andare un lungo sospiro e annuisco uscendo dalla sala.
Avevo appena preso parte ad un colloquio molto importante presso una grande azienda di moda, ma purtroppo nonostante i miei studi non ero stata scelta.
Esco dalla grande struttura e alzo la zip del mio giubbotto tremando dal freddo. Mamma non mi aveva chiamato. Ne tantomeno papà. Ma come sempre d'altronde.
Ero la figlia lasciata andare per i miei genitori, quella figlia che non ha mai seguito le loro orme, quella figlia che rifletteva il fallimento della famiglia.
Eppure solo una persona poteva renderli orgogliosi indubbiamente: Marco. Mio fratello, era un pilota di Motogp e immaginate che orgoglio per i miei genitori avere un figlio così.
Io abitavo a Milano, loro a Roma. Ero stata io stessa a prendere le distanze da loro poiché mi sentivo di troppo ed effettivamente avevo ragione.
Marco era stato preso sotto il braccio destro di Valentino Rossi, colui che ci ha cresciuti. Più di "un amico di famiglia" lui per me era come uno zio o meglio ancora un padre, quel padre che avrei tanto voluto avere.
Mio padre era un imprenditore mentre mamma lavorava in banca, tutti i loro soldi venivano sempre investiti per "il futuro di Marco"
Eppure, nonostante adesso mio fratello riusciva perfettamente a mantenersi da solo, loro continuavano sempre ad ignorarmi, perché si sa, lo scarto della famiglia non è necessario.
«Allora amore, sei stata presa?» mi domanda Valentino in chiamata.
«No, assolutamente no» sbuffo e mi siedo alla fermata del bus che mi porterà a lavoro.
Lavoravo come cameriera in un pub vicino al centro. Mi trovavo abbastanza bene anche perché il proprietario era mio amico.
«Dai sarà per la prossima, non ti buttare giù ok? Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami» annuisco rumorosamente e sospiro.
«Salutami Franci e Giulia ok? Un bacio» anche lui annuisce ed entrambi chiudiamo la telefonata.
Mi aspettava un turno lavorativo impegnativo e questa delusione non poteva buttarmi a terra.
«Ehi James» richiamo il mio amico che sta girato di spalle.
«Carissima!» mi avvicino e poso lo zaino nell'apposito armadietto.
Il lavoro era una fonte di distrazione dai mille pensieri negativi che si creavano nel mio cervello.
Pensavo alla mia famiglia ma soprattutto a mio fratello, con lui avevo così tanto litigato che non lo vedevo da 3 anni.
Le nostre vite erano ormai separate e non si sarebbero mai più riunite come una volta.
Io non conoscevo nulla di lui, non conoscevo bene il suo lavoro, non sapevo niente di niente.
«Ehilà bellezza» Dory, una mia collega, mi pizzica la guancia e si siede su uno sgabello davanti al bancone.
«Come va?» mi domanda mangiando una patatine dalla piccola ciotolina che le ho messo davanti.
«Potrebbe andare meglio» abbozzo un dolce sorrido e la ringrazio con lo sguardo per la domanda premurosa.
«Teosoro, non puoi dirmi sempre "potrebbe andare meglio", dai, stasera ti va di venire ad una serata?» alzo un sopracciglio curiosa e rido.
Serata? Non ero mai stata in discoteca e non avevo avuto mai un fidanzato!
«Serata? Io?» chiedo ridendo e lei annuisce velocemente buttando giù un sorso di birra.
«Hai bisogno di svagare baby, non puoi stare a piangere sulla tua vita per sempre!» ride e richiama James.
«Glielo dai un giorno libero a Marta?»
«Certo, perché non dovrei darglielo» risponde incuriosito e si siede anche lui.
«Dove la vuoi portare?»
«Marta diventerà una figa assoluta, la porto in una serata da sballo!» scuoto la testa velocemente e porto le mani sul viso imbarazzata.
«Dai Marta, fidati di Dory» esito un pò.
Forse avrei dovuto lasciarmi andare per una volta e seguire il consiglio di Dory.
Così, non appena termino il mio mezzo turno ritorno a casa per preparmi.
dory.sala
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