Marta;
«Lei è la mia splendida e meravigliosa figlia Marta, Leonard» stavo per vomitare dopo aver udito le parole di mio padre.
Mi poggio al muro e cerco di regolare il respiro.«Devo andare in bagno..scusate» non appena provo ad avanzare lontano da lui vengo bloccata.
«Papà..» provavo a dimenarmi e spostarmi dalla sua presa, ma a lui non interessava.
«Smettila di fare questi teatrini!» urla attirando l'attenzione di alcuni suoi ospiti.
«Vattene in bagno e non farti vedere più così, santo cielo! Maledetto il giorno in cui sei nata.» ero traumatizzata dalla sua cattiveria.
Mi lascia andare via e cammino lentamente verso i bagni, tutti mi fissavano ed io volevo solamente sprofondare.
Entro all'interno di un bagno e mi inginocchio iniziando a vomitare nel primo water disponibile.
Le parole di mio padre bruciavano peggio del fuoco ed io non riuscivo più a capire nulla.
D'un tratto però, i miei capelli vennero sostenuti da due mani a me sconosciute.
«Quelle parole non si dovrebbero dire a nessuno.» sussurra qualcuno al mio orecchio mentre continuavo a vomitare.
Era Fabio.
Quel Fabio.«Fabio..?» mi giro lentamente e crollo tra le sue braccia che mi stringevano forte a se.
«Si sono io.» bisbica.
Accarezzava lentamente la mia schiena e cercava di tranquillizzarmi.
«Mi dispiace per ieri..» riesco a dire solo questo, lui sorride e mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Non ti devi preoccupare di questo, ok?» lo ringrazio con lo sguardo.
«Grazie..» mi alzo lentamente da terra e sciacquo il viso con dell'acqua fredda.
Fabio se ne stava poggiato allo stipite fissava la mia figura preoccupato.
«Sei sicura di voler ritornare lì sotto?» mi rifletto allo specchio e sospiro.
Non ero pronta per un altro e duro confronto con mio padre, questa volta non sarebbe stato facile ignorarlo.
Ma dovevo crescere, per il mio bene.«Si, sono sicura.» Fabio sorride porgendomi un fazzolettino.
«Sistemati il trucco, io sono di sotto, qualsiasi cosa mi trovi in giro» abbozzo un dolce sorriso e non appena mette piede fuori dal bagno faccio la stessa cosa io ritornando in sala.
«Tesoro, vieni qui!» mia madre mi richiama ancora una volta.
Non appena mi avvicino mi viene un mancamento al cuore vedendo mio fratello di spalle.
Era cresciuto, tanto. Ed io ero senza parole.
Non lo riconoscevo più.«Marco c'è Marta» lui si volta verso di me e deglutisce nervosamente.
«Che ci fa lei qui?» domanda nervoso più che mai.
I miei occhi stavano per esplodere in un pianto liberatorio, avrei voluto sprofondare tra le sue braccia eppure non potevo farlo.
«Amore dai, non iniziare. Dopo 4 anni vorrei un pò di pace tra voi due.» entrambi scoppiamo a ridere per poi ritornare seri.
«Pace? Con lui?» lo indico e sbuffo.
«Sei stata tu ad andartene via di casa.»
«Sei stato tu a urlarmi contro che il tuo lavoro era molto più importante di ogni mia passione.» ero esausta.
«Marta, va via.» sussurra mia madre afferrandomi il braccio.
«Tanto lo stavo per fare, godetevi la serata in 3, famiglia Bezzecchi.» mio fratello resta fermo senza muovere un muscolo mentre io mi allontano.
Afferro il mio cellulare e compongo il numero di telefono di Valentino.
C'era qualcosa in lui che mi legava alla sua vita..
«Non è andata bene, vero?»
«Non ce la faccio più..» ed era vero, mi avevano portato al limite.
«Prossima settimana c'è il GP di Misano, io sono in Italia, ti raggiungiamo ok?»
«Grazie Vale»
«Ehi Marta, hai dimenticato questo»
«Marta? Chi è?» domanda Valentino dall'altro lato.
«Un amico, ci sentiamo ok?» chiudo subito la chiamata.
«Hai dimenticato il cappotto» sorride Fabio poggiandolo delicatamente sulle mie spalle.
«Grazie per tutto, Fabio»
«Sai qualche giorno di questi se ti va potremmo prenderci un caffè»
«Oh, certo che mi va»
«Beh allora, ci sentiamo» mi porge un bigliettino che conservo accuratamente in borsetta.
Grazie Fabio.
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𝐒𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚; 𝐅𝐐
FanfictionRicordo le canzoni, mai gli anniversari Ho un lavoro straordinario ma che impone straordinari È meglio così, sconosciuti da una vita