Diamond 56

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Tutte le vite sono difficili; ciò che rende certe vite riuscite è il modo in cui sono state affrontate le sofferenze.
Friedrich Nietzsche

L'odio.
L'ombra più oscura all'amore.
Un sentimento che cresce come un veleno, capace di trascinare l'anima verso la distruzione di sé stessi, della propria vita e di quella altrui.

L'odio è una fiamma che si accende nel profondo di ciascuno, pronta a trasformare ogni desiderio in fine o inizio.

La fine della vita o l'inizio della vendetta.

È il rifugio del diavolo, la costruzione di un impero di demoni interiori, dove l'essere umano si lascia dominare dai suoi istinti più primitivi, abbandonando ogni traccia di umanità.

Un sentimento avverso alla pace, in sintonia con il caos stesso, con tutto quello che l'oscurità accoglie e lega al proprio destino.

Destino, parola sinonimo di maledizione, per la mia vita, per il mio corpo. Capace di divorare ogni speranza e ridurmi in cenere, senza tregua, senza fine.

Tempo, una gabbia che segna il desiderio di porre termine a ogni istante, rendendo insopportabile la continuazione di questo tormento.

Tormento, il fedele compagno della mia esistenza, mai stanco, mai distante. Lo denuncerei, se solo Dio mi ascoltasse.

Dio, l'Onnipotente, che tutto sa e tutto può. Per gli altri, misericordioso e giusto, il bianco che risplende nel buio del mondo. Per me, è solo lo spettatore della mia condanna, colui che ha scritto il mio Destino, governato il mio Tempo e plasmato il mio Tormento.

Colui che ha preteso, da me, una forza sovrumana e una coscienza silenziosa.
Colui che ha preteso una guerriera in un mondo di orrore e sangue.
Colui che ha trasformato un innocente in vittima e la vittima in carnefice.

Sono trascorsi mesi da quella notte, ma riesco ancora a vedere i loro volti privi d'anima, i loro corpi privi di vita.
Sono trascorsi mesi, ma ancora sento le loro mani e il loro respiro sul mio corpo.
Sono trascorsi mesi, ma non riesco a dimenticare quei due uomini che hanno osato privarmi di me stessa, ancora una volta.

È passato l'autunno e l'inverno, ma ancora percepisco la loro carne possedermi, il gelo delle manette stringermi i polsi e il fiato arrestarsi a ogni loro movimento.

La primavera è arrivata, la stagione della rinascita. La natura rifiorisce, le giornate si allungano, la luce si fa più intensa. Un risveglio dei sensi, dicono. Il corpo dovrebbe rispondere a questo cambiamento, influenzando anche la mente. Eppure, quando guardo fuori dalla finestra, ogni fiore sembra sbiadire, ogni canto d'uccello si trasforma in un lamento, e gli alberi, anziché abbracciare la luce, sembrano proteggersi dietro un manto di foglie.

Mi sento circondata dal vuoto, sospesa sull'orlo dell'abisso. Indecisa se compiere quel passo avanti, verso il nulla, o restare immobile, intrappolata in questo presente che mi soffoca. Dopo tutto questo tempo, ancora non riesco a dimenticare, ad andare avanti. È come se nulla avesse più senso, come se avessi smesso di vivere da tempo.

L'oscurità mi avvolge, la sento abbracciarmi, intrecciare la sua mano nella mia, legare la mia anima al suo destino. Nonostante i mesi trascorsi, non ho ancora trovato la forza di reagire. Non riesco a cambiare capitolo, a voltare pagina.

Dopo quella notte, persi completamente le tracce di Eros. Luke si rifiutò di presentarmelo e Rafael non disse mai una parola a riguardo.

Decisi di non mettere più piede in clinica e chiesi allo psichiatra n. 7 di trovarmi un altro posto dove stare, gli dissi che non sarei mai più tornata alla Lux, nemmeno se fosse l'ultimo posto esistente nell'universo.

The PromiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora