-Luca Bianchi, io ti uccido!- esclamai. Io e Olivia eravamo intrappolate in una rete e lei era sopra di me. Non biasimatemi, la situazione non è che mi dispiaceva, affatto, se non fosse per l'imbarazzo del momento, e fidatevi, di imbarazzo ce n'era fin troppo.Luca e Sol scoppiarono a ridere in risposta. Ero felicissima che sul volto della mia amica ora c'era il sorriso, ma perchè ero sempre io quella che faceva figure di merda per far ridere lei?
-Ehi! Ci lasciate qui?!- chiese Olivia e io risi alla sua faccia. I miei amici si guardarono per un attimo per poi esclamare un -SI!- e scappare via. -Stronzi- sussurrai -Dai, proviamo ad uscire- propose Olivia.
Ci furono vari minuti di piena confusione e questo solo per ritrovarci peggio di prima. -Ah, aspetta- disse lei. Riuscì a togliersi la collanina e strappò le corde. Cademmo sulla sabbia con lei che usò me come materasso. Cercai di non arrossire, di nuovo.
-Scusa- mormorò, aiutandomi ad alzarmi. -Tranquilla- le sorrisi, alla fine questa situazione non era così male. Lei arrossì ma poi mi fece l'occhiolino e allora arrossii io.
-Benissimo, ora se vuoi scusarmi.- disse iniziando ad andare via e facendo acrobazie con la spada. -Vado a picchiare un figlio di Efesto impiccione.- io risi, non sarà seria spero.
-Giada, sono seria.- mi disse e io smisi di ridere -No- risposi, non poteva picchiarlo!
-No cosa?- -Non lo andrai a picchiare!- -Perché? Non puoi impedirmelo!- -Certo che posso!- -E come?- Te la sei cercata, mai sfidare una Price, me lo dice sempre mia madre, e ha ragione.
-Così- la presi in braccio, con lei del tutto scioccata, e la buttai nel laghetto.
-PRICE, QUESTO È BARARE!- io scoppiai a ridere ma vedendo che voleva uccidermi iniziai a correre. Dopo un po' rallentai per farmi raggiungere e lei mi saltò addosso facendomi cadere. E ci ritrovammo per l'ennesima volta una sopra l'altra. Lei si alzò in fretta.
-Ora siamo pari- disse -Mmh, non credo- risposi io e la trascinai vicino a me, poi mi alzai. -Ora, siamo pari.- dissi -non è vero.- bofonchiò lei. Poi la tirai su e le diedi un bacio sulla guancia. Lei arrossì. La guardai un attimo e incontrai i suoi magnifici occhi grigi, distolsi lo sguardo subito dopo.
Mi sedetti sugli spalti dell'arena. Sbuffai. -Non so cosa fare- dissi provando a sorpenderla parlando in italiano -Se non ci sei- canticchiò lei. La guardai scioccata. Lei si accorse ora di quello che aveva fatto e diventò leggermente rossa. -Scusa, è una canzone, lascia perdere- continuò a dire in italiano. Aspettai un po' ma finalmente dopo se ne rese conto. -Hai fatto grandi passi avanti!- -Merito tuo- dissi e lei arrossì.
-Coooomunque- dissi guardandola e sghignazzando. -Cosa vuoi fare, Price- -Non canti male- lei sembrava imbarazzata -L'altra volta ho cantato io quindi oggi canti te- -Cosa? No- -Sì, invece- -No mi rifiuto- -E di là c'è il cestino- lei si sbattè una mano in fronte -Cosa ho fatto per meritarmi questo- borbottò -Ehi!- lei ridacchiò -Non canterò- -Bene- -Che vuol dire "Bene"- -Allora io non canterò più per te- -E cosa ti fa pensare che non ti obbligherò a farlo?- -Cosa ti fa pensare il contrario- ribattei in risposta. Lei sbuffò -Non è giusto- -Non è giusto cosa?- lei diventò rossa ma non disse nulla -Canterò, in un giorno di questi- -Perché non ora?- -Perché non sono pronta psicologicamente- feci gli occhi da cucciolo -E daiiiii- le distolse lo sguardo -No- -Ti preeegoooo- -No- -Ok, allora me ne vado- dissi alzandomi e andandomene verso il lago. -Cosa? Perché?- disse lei iniziando ad inseguirmi. Arrivammo al lago. -Mi dai una risposta?- -Lo vuoi proprio sapere?- annuì offesa (probabilmente perché non le avevo risposto fino al nostro arrivo al lago) con la testa.
-Perché così ti ributto nel lago- sembrò intenta a scappare ma la riacchiappai e la buttai nel lago, questa volta però mi buttai anche io con lei e iniziai a schizzarla. -Te la cerchi, Price- io le feci la linguaccia. Rimanemmo lì per una mezz'oretta a prenderci un po' in giro e poi arrivò l'ora di cenare. Passammo anche il falò insieme e poi dopo il coprifuoco provammo ad andare al lago. Lì un'arpia ci beccò e quindi dovemmo scappare via nelle nostre cabine.
-Ci vediamo- dissi guardandola negli occhi davanti alla sua cabina. -Ricorda di cantare per me in questi giorni- continuai, poi le diedi un bacio sulla guancia e corsi verso la mia cabina sperando di non essere beccata da nessun'altra arpia.
Scusate se ci ho messo molto ha pubblicare
Oh beh
Ora comunque eccovi il capitolo con Giada
Spero che vi sia piaciuto
Invoco la grande Cassie_Wayland
Eh beh
Ciao