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Thomas pov's

Questa notte non poteva andare peggio. L'incubo che occupa il mio subconscio ogni notte, si è ripetuto molteplici volte e la cosa peggiore è che sentivo i miei occhi lottare per aprirsi, avendo poche volte successo.

Ho mal di testa, riesco a stento a tenere gli occhi aperti a causa del forte rossore e gonfiore e come se non bastasse, questa mattina Finn è arrivato nella sala scommesse, pimpante ed entusiasta di imparare qualcosa, così mi sono dovuto occupare di tenerlo a bada.

- Ho bisogno di una pausa- alzo gli occhi dai libri contabili e mi rivolgo ai miei fratelli, impegnati nell'organizzazione delle quote ricevute.

- Non aspettavo altro- si alza Arthur, già con la giacca fra le mani.

- Andiamo da Selene?- domanda John, che afferra il mazzo di chiavi e chiude la porta sul retro, per poi far uscire me e Arthur da quella principale.

Annuisco, già con il cuore che accelera alla sola idea di vederla.

- Pronti per il grande evento?- domanda il più piccolo, portandosi una sigaretta alle labbra, mentre camminiamo per le vie di Small Heath.

- Selene dorme a malapena, questa mattina all'alba era già alle stalle, Stronger ha bisogno di allenarsi il più possibile-.

- Non mi sono rivolto ad un allenatore certificato appositamente, so che è la migliore e inoltre nessuno potrebbe allenare il suo cavallo meglio di lei- affermo con convinzione.

Selene ha la stoffa giusta per riuscire a fare qualsiasi cosa voglia. È decisa, sicura, determinata e ferma nei suoi obiettivi. Se si mette qualcosa in testa è difficile persuaderla. Questa forza caratteriale è uno dei tanti motivi del perché mi sono innamorato d lei. Non l'ho mai riscontrato in modo così acceso in nessun'altra donna.

- Alcuni dei nostri mi hanno comunicato che hanno avvistato dei uomini di Kimber a ridosso del canale questa mattina, credete che sta per arrivare il momento di incontrare "il grande capo"?- domanda Arthur, ironizzando,  facendo il gesto delle virgolette con le dita.

- Io non ho paura, può presentarsi quando vuole, i Peaky Blinders sono qui che lo aspettano-.

- Qualsiasi cosa, fate parlare me per primo- li avverto, conoscendo l'impulsività che contraddistingue entrambi i miei fratelli.

Arrivati davanti la porta del locale, è John il primo ad entrare, seguito da me e dietro Arthur.

- John ma che cazzo!- esclamo, quando vado a finire con il naso contro la sua schiena e il piede di Arthur mi pesta la caviglia destra.

- Cammina!- lo spinge il più grande, sorpassandomi.

- Chi cazzo è quel coglione che parla con nostra sorella?- ringhia, restando impalato davanti l'ingresso.

- Quello è il pinguino dell'altro giorno, l'ho visto un paio di settimane fa e già le sorrideva un po' troppo- spiega Arthur.

Io sento a mala pena, troppo impegnato a placare il nervoso sprigionato dentro di me. Il ragazzo è seduto davanti a lei, con il viso che si sporge sul bancone, come se volesse oltrepassarlo. Selene porta una mano sui capelli mossi, legando con una molletta i ciuffi che le si posizionano davanti gli occhi, mostrando perfettamente i lineamenti del viso. Ride e io senza rendermene conto sono sempre più vicino.

Lui si porta una mano fra le tasche della giacca chiaramente cucita a mano, tirando fuori un foglio di carta piegato in un modo che non riesco a capire da lontano e porgendolo a Selene, che lo porta davanti al viso per osservarlo meglio. È felice del pensiero, lei è così, le basta poco per renderla contenta.

Non più come prima ||Thomas Shelby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora