Il caldo non dava tregua e a lei toccava spolverare e lavare il pavimento con la sua stupida uniforme indosso. La camicetta che lui pretendeva tutta abbottonata la soffocava. Appena oltre i vetri del soggiorno la piscina la tentava allettante con la sua promessa di refrigerio e lei era rinchiusa in un doppio strato di misto cotone acrilico.
Stanca di sudare, con impudica ribellione, slacciò un bottone dopo l'altro fino a oltrepassare l'asola del lecito ed esibire molto più di quello che sarebbe stato consono esporre.
Si giustificò col pensiero che non c'era nessuno che la potesse vedere. Mr Berger le aveva dato le sue disposizioni al mattino e poi si era rinchiuso nel suo studio. Passava la maggior parte del suo tempo in casa, seduto in quella stanza oppure sotto la loggia a leggere. A eccezione di quando gli serviva i pasti, era raro che restassero assieme nella stessa stanza. Al tempo stesso, in quel limitato lasso di tempo che condividevano, lui non riusciva a trattenere fugaci, irritanti osservazioni sul suo operato. Questo riusciva puntualmente a pungerla sul vivo, a indisporla tanto che per puro senso di opposizione finiva per fare le cose male, con l'unico intento di contrariarlo. Riuscivano così a trasformare i loro brevi dialoghi inveri e propri duelli verbali.
«Miss Bellini perché spolvera adesso?»
Eccolo, appena entrato nel soggiorno e già pronto a un nuovo diverbio. Cercando di nascondere la vertiginosa scollatura Lisa gli diede le spalle con finta noncuranza. «È sulla lista delle cose da fare.»
«Sì, ma avrebbe dovuto farlo prima di lavare il pavimento.»
Lo sapeva, ma ovviamente non intendeva ammettere la sua colpa.
«Lei stamani mi ha detto che avrei dovuto fare tutte e due le cose, ma non mi pare di ricordare che avesse stabilito un ordine preciso.»
«Quest'ordine preciso si chiama buon senso. E non deve usare quella scala, è vecchia e poco stabile. Le ho mostrato due giorni fa quella nuova nel seminterrato.»
«La scala va benissimo.» Era un po' traballante, ma non era niente in confronto a quella che avevano lei e Giulia a casa. «E quella nel seminterrato pesa un accidente.»
«Miss Bellini basta così. Porti via quella scala immediatamente o finirà col farsi male. E smetta di spolverare il soggiorno. Lo farà lunedì, prima di lavare il pavimento.»
Ed eccolo che batteva in ritirata. Lo guardò uscire con un sorriso sulle labbra. Non lo avrebbe mai ammesso, ma non le dispiaceva affatto che fosse così dispotico nel preoccuparsi per la sua incolumità.
«E abbottoni la camicetta. Non lo ripeterò di nuovo.»
«Sì, Mr Berger.»
Dopo pranzo Michael andò a sbrigare un po' di corrispondenza nello studio. Efficiente come sempre, Helga aveva già fatto una prima scrematura delle email inoltrandogli solo quelle che necessitavano un suo interessamento. Così in meno di mezz'ora aveva già finito.
Uscendo dalla porta sentì un cigolio provenire dal ballatoio; si spostò per vedere meglio e trovò Miss Bellini arrampicata sulla scala, intenta a spolverare il lampadario, pericolosamente sporta sul vuoto oltre la balaustra del piano superiore.
«Ha già finito in studio Mr Berger? Cinque minuti e scendo a prepararle il caffè.»
«Cosa fa lassù?! Non le avevo detto di cambiare scala? Scenda subito!»
«Ormai ho quasi fatto.»
Lo scaleo cigolò ancora seguendo i movimenti di Lisa. Mr Berger la raggiunse sul ballatoio. «Scenda.»
«Ho finito, scendo» annunciò Lisa e si mosse verso i gradini inferiori. Nonostante la sua asserzione era ancora intenta a finire di spolverare la parte più bassa del lampadario e non aveva nessuna voglia di interrompersi per cambiare scala. Ci avrebbe messo una vita.
Nel cercare di finire il lavoro e far contento il suo snervante datore di lavoro, scese un altro gradino. Nel farlo la sua gonna rimase impigliata in un bullone sporgente, sollevandosi pericolosamente. Sorpresa, reagì d'istinto e nel duplice tentativo di non mostrare a Mr Berger buona parte di quello che la gonna nascondeva e di non strappare l'indumento, Lisa perse di vista l'aspetto più importante ovvero l'equilibrio. Intralciata dalla gonna che, appesa al bullone le serrava le gambe, mancò il gradino sottostante. Più sorpresa che altro si trovò a cadere all'indietro. Il secco crepitio della stoffa che si lacerava le disse che non era riuscita neanche a salvare la gonna. Lo scaleo si ribaltò andando a sbattere contro la balaustra, lei invece finì tra due robuste braccia, contro un solido petto; praticamente in mutande, ma illesa.
«Si è fatta male?» La voce di Mr Berger tradiva una certa apprensione.
«Sto bene» lo rassicurò. Mr Berger aveva un buon profumo di tabacco e dopobarba.
Un attimo dopo realizzò con sgomento che se non fosse stato per lui sarebbe precipitata oltre la balaustra. Aveva rischiato una caduta nel vuoto di oltre quattro metri.
«Sì, sto bene» ripeté, anche se meno sicura. Il cuore prese a batterle più rapido per la paura.
Lui la depose a terra, lei cercò di fare finta di niente e nel mentre di sistemare la gonna, ma spingendola giù per coprire quello che si era scoperto rischiò di perderla. Immaginò che dovesse essere saltato il bottone, forse si era rotta anche la cerniera, ma non riuscì a scoprirlo.
Inaspettatamente si trovò stretta dalle mani che l'avevano salvata e piegata contro la balaustra. Uno sculaccione la fece strillare.
«Poteva ammazzarsi!» tuonò Mr Berger sottolineando il suo rimprovero con la forza delle mani. Era spaventosamente vero e Lisa sussultò sentendole lacrime riempirle gli occhi.
«No!» protestò, ma il suo tentativo di divincolarsi fu poco energico. «Mr Berger mi lasci!» la voce si ruppe per il pianto. Non per il dolore, ma per la paura. Se lui non fosse stato dietro di lei...
«Sciocca irresponsabile!» furioso lui continuò implacabile. «Per fare come le pare ha rischiato di ammazzarsi!»
Lisa scoppiò in lacrime. Faceva male, il dolore cresceva a ogni colpo. Aggrappata alla balaustra cercò di spostare il sedere per difendersi dal dolore, ma ancora non provò a opporsi.
«Basta! No! Aspetti!» gemette quando sentì la gonna scivolare giù. Provò a trattenerla, ma Mr Berger interpretò il suo muoversi come un tentativo di fuga e la spinse di nuovo al suo posto.
«No!» strillò Lisa mentre la gonna le cadeva lungo le gambe.
Mr Berger non si fermò e non smise di sculacciarla. Ora solo il cotone delle mutandine la proteggeva.
«Si fermi!» provò ancora Lisa, ma il pianto tornò a fiaccare la sua resistenza. Smise di lottare per coprirsi. Smise del tutto di opporsi.
Faceva male. Tanto male, ma per assurdo il dolore che cresceva a ogni colpo sembrava canalizzare la paura.
«Lei è una sciocca... irresponsabile... poteva ammazzarsi!»
Mr Berger non sembrava capace di dirle altro. Era arrabbiato, era evidente, ma non era solo quello. La voce vibrava di preoccupazione. Era spaventato da quello che sarebbe potuto accadere. Era preoccupato per lei.
Quell'improvvisa consapevolezza la colpì.
Mr Berger teneva a lei.
«Mr Berger» pianse Lisa, ma non era una richiesta, né una supplica. Solo il nome dell'uomo che l'aveva salvata e che ora, a suo modo, le dimostrava il suo affetto per lei.
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Miss Bellini
RomanceMichael Berger è un uomo maturo con una vita ordinata, amante delle regole e del controllo. Il divorzio da Helena turba la sua vita abitudinaria, ma sarà Lisa Bellini a sconvolgerla. Dall'incontro casuale nasce una strana dinamica personale e lavora...