"Jeongin" sentì una voce chiamarmi, "cinque minuti ed è pronta la cena"
Aprì gli occhi e voltandomi vidi Jisung sullo stipite della porta farmi un cenno con la mano.
"Dammi un attimo e arrivo" risposi con un sorriso tirato, rimanendo subito dopo di nuovo solo.
La febbre era passata, così come la nausea e il mal di testa, e per questo dovevo solo ringraziare le medicine di Seungmin (che nonostante il gusto orribile si erano rivelate miracolose), tuttavia Chan mi aveva obbligato di nuovo a restare tutto il giorno a dormire in camera, sostenendo che "dovevo approfittarne per riposare al meglio, così da essere ancora più in forma" aggiungendo che "non dovevo pensare a nulla e che si sarebbe occupato lui di tutto il resto"
In realtà era semplicemente preoccupato per me, soprattutto dopo avermi visto crollare davanti a tutti, e quelle erano solo delle scuse per farmi riprendere ancora un po' prima di partire.
Mi chiusi la cerniera della felpa di Chan sentendo subito un piacevole calore mentre infilai i piedi dentro agli scarponi.
L'indomani sarebbe stato il giorno decisivo; avremmo rincontrato i Black Lions nella foresta proibita e ci saremmo ripresi Felix, ma il solo pensiero di dover rivedere Dongsun mi faceva venire i brividi.
Era da ieri che sentivo un peso all'altezza del cuore, mi sembrava di avere un enorme macigno nel petto che a stento mi faceva restare in piedi.
Chan mi aveva ripetuto almeno mille volte che non era colpa mia e che non aveva senso che mi sentissi responsabile, riteneva infatti che in qualsiasi altro modo avessero agito, alla fine avrebbero lo stesso attaccato il governo e l'Istituto. Aveva poi aggiunto che se non lo avessero fatto subito, lui non avrebbe ricevuto la mappa dal professore Jeon, di conseguenza nessuno si sarebbe mobilitato e i Black Lions sarebbero stati in netto vantaggio. Sosteneva infatti che senza di me la situazione sarebbe stata molto più grave di quella attuale.
Premettendo che avesse ragione, rimaneva il fatto che erano morte delle persone, tuttora ne stavano morendo altre, e questo solo perché avevo iniziato ad andare alla JYP.
All'improvviso sentì bussare alla porta così, risvegliandomi dai miei pensieri, mi alzai per andarla ad aprire.
Davanti mi si presentò Hyunjin, intento a sistemarsi un piccolo codino basso.
"Ti disturbo?" mi chiese spostandosi poi un ciuffo dietro all'orecchio.
"No no, tranquillo. Hai bisogno di qualcosa?"
Lo vidi abbassare la testa in modo tale che i capelli gli coprissero gli occhi, le sue spalle si irrigidirono così come la schiena, mentre infilò le mani nelle tasche dei pantaloni. Sembrava essere in imbarazzo.
"Vedi ecco" disse iniziando a picchiettare con il piede sul pavimento, "volevo parlarti di una cosa"
"Certo dimmi pure" risposi sinceramente incuriosito.
Fece un grande respiro, cercando di calmarsi, poi alzò lo sguardo incastrandolo nel mio, "Voglio porgerti le mie scuse" sussurrò a voce così bassa che non sentì nulla.
Aggrottai la fronte, "Non ho capito scusa"
"Volevo chiederti scusa Jeongin" si schiarì la voce portandosi una mano alla bocca, "per essere stato aggressivo nei tuoi confronti"
"Hyunjin non devi scusarti di nulla, va tutto bene"
"Non è vero, non va tutto bene. Nei giorni passati mi sono comportato malissimo, sono stato un gran bastardo e me ne vergogno. Sinceramente non so nemmeno cosa mi sia preso, generalmente cerco sempre di mantenere la calma e di non sbilanciarmi troppo, ma questa volta le emozioni hanno preso il sopravvento" strinse i pugni "purtroppo quando si tratta di Lix tendo a perdere il controllo e a non ragionare più lucidamente, anche se questa volta ho decisamente esagerato"
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The lost land //Jeongchan
Fiksi PenggemarLa famiglia Yang è sempre stata composta da maghi forti e coraggiosi, dotati di un incredibile potere, che gli ha permesso di ottenere un posto privilegiato all'interno della nuova società. Rigore, Ordine e Forza sono le tre leggi che governano da g...