Capitolo 3

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«La tua valigia è questa vero?» annuisco e basta.
«Ma sinceramente non ricordo se c'ho messo il pigiama o no. Ero di fuori quando l'ho fatta.»
«Non ci resta che scoprirlo!» apre il bagaglio e tira fuori due gonne nere, due felpe, un jeans, quattro canotte e tre paia di mutande. E basta.
«Per me va bene anche se dormi solo con le mutande... se proprio vuoi anche la canotta! Ma siccome oggi sono altruista facciamo che ti do qualcosa io... che ne dici?»
«Dico che è meglio.» rimango in piedi, imbarazzata. Non so cosa fare, o dire. È la prima volta che dormiamo insieme da... va beh, da tanto tempo. Diciamo che le ultime volte che eravamo in un letto non era esattamente per dormire.
«Tieni.» mi da una maglietta e un paio di pantaloncini. «Lì c'è il bagno.» mi indica una delle due porte.
«Non ho messo nemmeno lo spazzolino?»
«Domani andiamo a comprare tutto quello che ti serve, tranquilla. Nel frattempo ne ho uno nuovo nel primo cassetto di fianco al lavabo.»
«Okay, grazie. Mi faccio una doccia che sono distrutta.»
«Ti aspetto qua.» mi lascia una carezza sulla guancia.
Vado in bagno, mi spoglio e mi faccio una doccia veloce. Che giornata di merda!
Mi asciugo in fretta, indosso gli slip, la maglietta e i pantaloncini e torno in camera.
«Va meglio dopo la doccia?»
«Si.»
«E allora ora vieni a letto.»
«Lì... con te?»
«Proprio qui.» fa il suo solito sorrisetto furbo. «Proprio con me.»
«Saremmo potuti andare in hotel.»
«E secondo te io ti lascio andare in hotel?»
«Va beh... almeno un'altra stanza... immagino tu ce l'abbia in casa.»
«Asia. Ti fa così paura dormire con me?»
«Puoi non fare lo stronzo, almeno oggi?»
«Non sto facendo lo stronzo e lo sai. Hai solo il terrore di sdraiarti qui con me, ma di questo ne sei consapevole. Hai paura di farti vedere a pezzi... magari speravi di piangere da sola, a letto, ma sai persino questo.» mi prende per i fianchi e mi spinge a letto. «Vieni qui.» sussurra e mi stringe facendo aderire la mia schiena al suo petto. «Ci sto bene così.» ammette e poi mi passa un braccio sulla pancia.
«Anche io ci sto bene, ma mi sento a pezzi.»
«Nessuno ti condanna se fai vedere ai ragazzi che stai male.» mi bacia una tempia. «Smettila di fare Wonder woman. Sei umana anche tu.» mi lascia un altro bacio sulla tempia e poi uno sulla guancia.
«In questo momento non mi sento umana, figuriamoci Wander woman... mi sento un po' uno schifo ad essere sincera.» inspiro profondamente. «Non riesco a dimenticarla.»
«Lo so cosa si prova... piano piano andrà meglio. Il dolore non passerà mai, ma si trasformerà.»
«Posso farti una domanda?»
«Certo...» passa ripetutamente le labbra sul mio orecchio.
«Quando tuo padre è morto...» lo sento irrigidirsi contro di me.
«Ho sperato di sentirti.» che cosa? «In realtà ho sperato di vederti... ma mi sarei accontentato di un messaggio.» si ferma un attimo. «Non l'avevi saputo?»
«Si che l'ho saputo... e in realtà io c'ero.»
«Che cosa?»
«Si... ti ho mandato un messaggio, ma dopo la tua risposta ho preferito non farmi vedere al funerale.»
«Che messaggio?» ha il tono stranito. Mente bene il ragazzo.
«Dai... non fare finta di niente.»
«Non so di cosa stai parlando Asia.»
«Ti ho mandato un messaggio... piuttosto patetico a dire la verità, però te l'ho mandato e tu hai risposto.»
«Io non ho ricevuto nessun messaggio da te... e di certo non ti ho risposto.» mi volto verso di lui, ritrovandoci faccia a faccia.
«Ma io te l'ho mandato, e ho la tua risposta.» sussurro e i nostri occhi non riescono a lasciarsi.
«E cosa avevi scritto...?»
«Che mi dispiaceva molto per tuo padre, e che mi avrebbe fatto piacere esserti vicino... che sarebbe bastata una chiamata!»
«E cosa ti ho risposto?» mi scosta i capelli dal viso e mi accarezza la guancia.
«Di non farmi più sentire, che non volevi vedermi nemmeno da lontano.»
Gli scappa una risatina. «Comincio ad avere idea di chi possa essere stato.» mormora e nel mentre mi accarezza le labbra con il pollice.
«Mi odia così tanto tua sorella?»
«Non ti odia Asia... ma io per lei sono sempre un bambino, e questo bambino sette anni fa ne è uscito a pezzi.»
«A pezzi...» ripeto. «È il riassunto della mia vita. Qualunque cosa io tocchi finisce per andare in pezzi.» chiudo gli occhi, ho bisogno di evitare il suo sguardo o commetto qualche cazzata.
«Guardami.» nego con la testa. «Guardami.» mi tocca le palpebre costringendomi ad aprirle. «Non ti azzardare più a dire che quello che tocchi va in pezzi.» torna ad accarezzarmi le labbra. «Per quanto ancora vuoi addossarti tutte le colpe di questo mondo?»
«Mi manca mia sorella.» ammetto. Ho la sua immagine costante in testa, ed è assurdo visto che negli ultimi anni nemmeno voleva vedermi. Ogni volta che la incontravo mi chiedeva scusa e si rinchiudeva nella sua camera, rifiutando di vedermi ancora.
«Lo so piccola.» sussurra e mi stringe a se. «Lo so.» mi accarezza la schiena dolcemente.
«Avrei potuto passare del tempo con lei, e invece sono scappata, terrorizzata.» forse non me ne sarei dovuta andare, sono io quella che le avrebbe dovuto chiedere scusa. Sicuramente una buona parte di colpa è mia. Sicuramente non ho fatto abbastanza.
«Basta colpevolizzarti Asia.» mi stampa le labbra sulla guancia. «Prova a dormire.»
«Non ci riesco... se chiudo gli occhi ci penso, e se ci penso piango.»
«E fa così schifo l'idea di piangere?» torna a stringermi a se.
«Si. Mi fa sentire fragile.»
«Hai mai pensato che potresti esserlo? Fragile dico.»
«Sempre, ma non voglio sentirmici.»
«Secondo me non c'è niente di male ad essere fragili. Anzi, bisogna avere coraggio per ascoltare, e soprattutto lasciar sfogare, le nostre emozioni.» mi fa un piccolo sorriso. «Essere fragile non significa per forza essere debole.» mi bacia di nuovo una guancia.
«C'è solo una cosa che mi fa sentire debole a questo mondo.» sbuffo. Speriamo che il mio cercare di cambiare discorso funzioni. Proprio non mi va di parlarne.
«Cioè?» chiede curioso.
«È un maledetto stronzo che continua a sbaciucchiarmi la faccia. È il mio maledetto punto debole! Da dieci fottuti anni.»
«Ah si?» sorride.
«Si, ma non dirglielo che questo qua altrimenti si monta la testa.»
«Tranquilla, con me il tuo segreto è al sicuro.» gli viene da ridere ma si trattiene. «Comunque dovresti smetterla di sviare il discorso su tua sorella.»
«Non ne voglio parlare Igna. Ti prego.» chiudo gli occhi.
«E cosa vorresti fare?» mi preme il pollice sulle labbra e, istintivamente, lo bacio.
«Non lo so. Ma tu stai fottutamente giocando con il fuoco.»
«Abbiamo detto di andarci con calma, o mi sbaglio?» fa il suo tipico sorriso furbo, con quella punta di malizia che lo porta ad alzare un angolo della bocca che mi fa impazzire.
«Veramente hai fatto tutto tu!» arriccio le labbra. Devo distrarmi o finirò per divorargli la bocca.
«Asia...» cantilena stampandomi bacini su tutto il viso, evitando accuratamente le labbra.
«Cosa?»
«Non funziona così!» gli viene da ridere.
«E come funziona?»
«Non posso fartela dimenticare.»
«Io non so di preciso cosa voglio. E in tutte queste mie incertezze, ho solo poche cose sicure.»
«E sarebbero?»
«I ragazzi.» prendo un respiro. Sinceramente non so da dove venga tutto questo coraggio improvviso. «E te.»
«Io non voglio essere la tua unica scelta. Io voglio essere la tua scelta migliore. Quello che decidi di scegliere, nonostante tutto e tutti.»
«Penso di averti dimostrato che non sei la mia unica scelta anni fa. Io ti voglio. Ma so che è meglio non averti. Ti ho già fatto fin troppo male e tu... anche tu me ne hai fatto. Probabilmente non siamo fatti per stare insieme.»
«Sei passata dal volermi infilare la lingua in gola a dirmi che non possiamo stare insieme.» mi guardo scettico. «O sei fuori di testa, il che è possibile, oppure ti sei accorta di aver detto troppo e ti sei spaventata, il che è probabile. In ogni caso, stai dicendo un mucchio di stronzate.» e posa – finalmente – le sue labbra sulle mie.
«Non è la cosa giusta!» affermo ma contrariamente a quello che dico porto le mani sulle sue guance e gli mordicchio le labbra. Ho voglia della sua bocca, ho bisogno del suo sapore.
«Asia.» ridacchia e scandisce il ritmo del nostro bacio. Mi passa un braccio dietro la schiena e mi attira a se. «Vai con calma, che stanotte prevedo ospiti nel letto.» borbotta e torna a concentrarsi su di me. Passa la lingua sul labbro inferiore, lo succhia e morde delicatamente. Gli passo un braccio intorno al collo e mi spingo ancora di più verso di lui. Spalanco la bocca, ho la necessità di sentire il suo sapore.
Intreccia la lingua alla mia. Mi è mancato da morire baciarlo, da morire.
«Zia!» un urlo ci fa staccare all'improvviso.
«Oddio.» mi stacco all'improvviso. «Martina.» un pianto isterico mi fa alzare di corsa.
«Vai a prenderla...»
«La posso far dormire qua?»
«Abbiamo dormito con i gemelli di nove anni, figurati se non posso dormire con una bimba di sette!» si lascia cadere di schiena sul materasso, si porta le mani sul viso e sospira pesantemente. «Dai vai.» si allunga per darmi una sculacciata.
«Oh!» lo guardo male.
«Zia!» Lucrezia bussa e apre la porta.
«Luli.»
«Vuole stare con te.» tiene Martina per mano.
«Vieni piccoletta.» Martina mi guarda ed entra in camera stringendo a se l'orsetto. «Tu e Mattia state bene?» Lucrezia fa un piccolo sorriso ed annuisce.
«Se avete bisogno chiamate. Okay?» Luli annuisce ad Ignazio e si richiude la porta alle spalle.
«Andiamo a letto tesoro.»
«Posso dormire qui con te vero?» chiede ed io annuisco. «Lui vuole?» guarda Ignazio titubante.
«Certo che voglio! Anzi, mi piacerebbe proprio fare la nanna con una bellissima principessina come te.»
«Okay.» Marti gli fa un piccolo sorriso.
«Che facciamo Marti? Ci mettiamo la zia nel mezzo?» le sorride. «Oppure ci stai tu?»
«Ci mettiamo la zia.» Martina ci guarda entrambi e poi fa un piccolo sorriso. Menomale.
«Vado io Marti?» le chiedo e lei annuisce. Mi metto nel letto, di fianco ad Ignazio e accolgo Martina che si tuffa tra le mia braccia.
«Ma ora tua sorella non posso vederla più?» mi chiede.
«No Martina.» le accarezzo i capelli e, nel frattempo, sento Ignazio accarezzarmi il braccio con le nocche.
«Però puoi vederla nei video, nelle foto, puoi farti raccontare dalla zia e poi la puoi addirittura incontrare nei sogni.» esclama Ignazio con questa voce calma, tipica di lui.
«Davvero?»
«Si.»
«Zia!»
«Dimmi piccina.»
«Ma noi rimaniamo con te, vero?»
«Certo piccola.»
«A me piace tanto stare abbracciata a te, zia.»
«Anche a me piace abbracciarti piccina.» le bacio la testa.
«E ti piace abbracciare anche Mattia e Lucrezia?»
«Certo!»
«E invece lui ti piace abbracciarlo?» punta il dito verso Ignazio.
«Si... mi piace abbracciare anche lui.» ammetto con un mezzo sorriso.
«Zia... voglio dormire nel mezzo.» cambia idea.
«Va bene...» mi sposto e la faccio venire tra me ed Ignazio. «Ma ora chiudi gli occhietti e dormi.»
«Si!» mi abbraccia e chiude gli occhi per poi riaprirli dopo qualche secondo e guardarmi in maniera furba. «Ignazio, mi abbracci anche tu?»
«Certo bimba bellissima.» abbraccia entrambe e così cadiamo in un sonno tormentato.

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Ciao a tutti! Che ne dite? Vi è piaciuto questo momento tra Ignazio e Asia? Fatemi sapere nei commenti.
Baci, e buonanotte.

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora