LVIII

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«Posso aprire gli occhi?»

«Non ancora. Solo un altro passo.»

Vorrei dire che non so dove sono, ma lo so perfettamente. L'odore della casa di Yoongi mi è ormai più familiare di quello del mio appartamento, quindi so comunque dove sto mettendo i piedi mentre Yoongi mi guida.

Mi ha bendato gli occhi da quando è passato a prendermi a casa. Guidava lui, a caro prezzo: a malapena l'ho riconosciuto quando mi ha fatto cenno dall'auto parcheggiata poco lontana dal mio condominio. Era coperto dalla mascherina, da un paio di occhiali da sole – alle sette di sera – e aveva i capelli nascosti da un cappello di fortuna che, mi ha spiegato tra le risate, aveva rinvenuto sul sedile posteriore dell'auto.

Ha guidato fino a quello che avrebbe dovuto essere un posto sconosciuto, ma decisamente non lo è. Tanti dettagli avrebbero potuto essermi sconosciuti e lo sono stati, ma l'odore di casa, dello spazio che più condivido con Yoongi, è stato traditore e rivelatore al tempo stesso.

«Jagi, non sbirciare.»

«Non ho visto niente!» mi difendo, ma mi sfugge una risata.

È vero, non ho proprio visto nulla, ma è difficile non capire che siamo nel suo salotto, che sto andando oltre l'enorme e comodo divano per arrivare accanto al tavolo.

«Ora puoi aprirli... per guardare quello che non sei riuscita a spiare.» Il tono di Yoongi è accusatorio e divertito al tempo stesso, e non posso fare a meno di ridere di nuovo mentre apro gli occhi.

L'enorme tavolo è carico di mazzi di fiori, di qualsiasi tipo e colore: gerbere, girasoli, rose, lilium, e chissà quanti altri tipi che nemmeno riesco a riconoscere. È un tripudio di colori e profumi, ora che riesco ad avvicinarmici, e quando chiudo gli occhi e inspiro mi sembra davvero di essere finita in un campo fiorito.

«Yoongi, sei pazzo» commento, prima di stringerlo in un abbraccio. «Non c'era bisogno di recidere così tanti fiori.»

«Non è niente di che» commenta Yoongi, ma so che è soddisfatto dell'effetto sorpresa del suo regalo.

«Lo è, invece» dissento, senza riuscire a smettere di sorridere. «Grazie. È meraviglioso.»

Yoongi si acciglia appena. «Pensi che il regalo per i tuoi ventotto anni sia tutto qui?»

Sì, lo penso, perché altro oltre a questo sarebbe davvero folle. Ma lui è Yoongi, e per quanto entrambi siamo persone semplici so che non è materialmente possibile che si sia limitato a dei fiori, per quanto siano tanti.

«Immagino di no?»

«Immagini bene» replica, soddisfatto. «Vieni di là.»

Ci spostiamo in cucina, dove tutto è già pronto per la cena: Yoongi si è premurato di ordinare il sushi, sapendo che lo amo, e so che l'ha fatto – lo vedo dalle confezioni – nel ristorante più rinomato di tutta la città. Potrei urlare, ma sono una donna adulta e—

«Sei pazzo?!» Ha ordinato due o tre volte qualsiasi cosa ci fosse sul menu, a giudicare dalla quantità di cibo. «Dimmi che aspettiamo ospiti.»

Yoongi scuote il capo. «No, siamo solo noi. È il tuo compleanno, non una festa da condivid—»

«Guarda quanto cibo, Yoongi!»

«Possiamo fare un pranzo domani con i ragazzi.»

Detesto come riesce a mantenere la calma più assoluta anche quando le sue azioni sono del tutto prive di ogni logica. Cosa gli è saltato in mente con quest'ordine per un esercito? Amo il sushi, lo amo davvero, ma così è un po' troppo.

Both in this life and the next     |     Min Yoongi   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora