When I put my lips on you

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You keep me connected to you, like I was your shadow
You're givin' me answers to all of my questions here on my pillow

Chevalier non è mai stato un uomo coraggioso—la sua codardia è tremendamente nota qui a corte al punto tale che è diventata proverbiale nel corso degli anni, e persino il Re è consapevole del fatto che Chevalier sia molto debole quando si arriva a questo.
Il fatto è che Chevalier ama essere un codardo. Ama essere debole. Philippe lo sta guardando dall'altra parte della stanza, e Chevalier adora quell'uomo—lui ama dannatamente quel momento in cui puntualmente fissa Philippe negli occhi e ogni maledetta volta si ritrova incapace di resistergli.
Non gli importa delle guerre, dei matrimoni, dei complotti e degli intrighi, gli importa solo del fatto che Philippe si lecca avidamente le labbra mentre continuano a fissarsi negli occhi, mentre «vieni qui» ordina il Duca, e Chevalier è già in ginocchio, obbediente, davanti a lui, una scintilla di eccitazione nei suoi occhi limpidi mentre posa le mani sulle gambe leggermente divaricate di Philippe e «sì, Vostra Altezza?» chiede innocentemente, fissando Philippe dal pavimento con gli occhi spalancati e le labbra in un tenero broncio.
Anche Philippe è debole in momenti come questo, perché anche lui non riesce a trattenersi dal lasciare che un minuscolo sorriso affiori sulle sue labbra - oh, Dio, Chevalier semplicemente adora i sorrisi di Philippe come questo qui che gli ha appena mostrato - mentre circonda il viso di Chevalier, sporgendosi in avanti per un bacio—Chevalier chiude gli occhi contro la propria volontà, ed è pura beatitudine quella che prova adesso, al solo sfiorarsi delle loro pelli. Onestamente non sa cosa ne sarebbe della sua vita, e di lui, se non avesse Philippe al proprio fianco—è così abituato a essere strettamente legato a lui che nei rari momenti in cui sono separati si sente sempre nudo, vulnerabile. Freddo. Gli piace essere l'ombra di Philippe, sempre un passo dietro di lui ovunque vadano, ma sempre a portata di una mano, o di uno sguardo—non gli piace stare sotto i riflettori, non quando quello è il posto di Philippe, non quando Philippe è così dannatamente bravo nel farlo.
Si alza, spinto dalle mani di Philippe, i loro corpi intrecciati e le loro bocche ancora unite in un bacio sporco e appassionato, e non riesce a trattenere le proprie mani dal vagare per il corpo perfetto di Philippe: gli stringe le natiche in modo possessivo pensando che tutto di Philippe appartiene a lui, che ogni cosa di Philippe è sua e soltanto sua, e si sente diventare sempre più duro di secondo in secondo. Possiede un suo potere anche lui, in un certo qual modo, anche se non si mette mai in mostra—Philippe lo fissa con gli occhi che implorano disperatamente di spingersi oltre, e Chevalier si arrende ancora una volta: crollano entrambi sul letto, spogliandosi a vicenda velocemente, e c'è una grande sete negli occhi di Philippe che Chevalier vuole sia preservare per sempre sia placare il prima possibile. Dà una rapida occhiata al suo corpo nudo, adorandone ogni centimetro con un unico sguardo pieno di lussuria, ansioso di ricominciare a peccare, poi si tuffa sulla virilità di Philippe—quello è il suo posto, il posto della sua bocca è su Philippe, con quest'ultimo che geme forte come se il piacere che Chevalier gli sta procurando fosse una tortura dolcissima. Non c'è niente che sia così dannatamente puro e sfacciatamente indecente allo stesso tempo come Philippe dietro la porta chiusa di una camera da letto—Chevalier apre gli occhi soltanto per ammirare la vista di Philippe che si crogiola nelle sue attenzioni, che si sgretola sotto le sue mani, che lascia tutta la compostezza e le buone maniere del mondo reale fuori dal loro santuario per seguire Chevalier in questa lenta discesa verso la follia: Philippe gli passa una mano tra i capelli, tirandone qualche ciocca nel probabile e disperato tentativo di mantenersi con i piedi per terra, e la testa di Chevalier si alza di colpo, negli occhi uno sguardo audace che si azzarda ad indossare solo quando sono soli «non ancora, amore mio.»
Questo non è coraggio—è solo assicurarsi che il loro piacere possa durare più del previsto, e Chevalier lo adora. Anche Philippe deve adorarlo, perché lascia ricadere la testa sui cuscini con un gemito sommesso, e poi allunga le mani per far sì che Chevalier si avvicini «sei ingiusto.»
«Au contraire, Mignonnette» risponde Chevalier lentamente, abbassandosi sull'erezione di Philippe con una lentezza dolorosa «sono un Dio molto giusto, e voglio che entrambi godiamo di questo momento.»
Philippe si mette a sedere, circondando il corpo di Chevalier con le braccia, i loro volti ora sono così vicini che non hanno nemmeno bisogno di muoversi per unire le loro labbra «oh, Dio—»
Chevalier si muove leggermente, e un brivido gli corre lungo la schiena con forza «sì—sì—»
Tutto questo è pazzesco. Tutto questo è sorprendente. Tutto questo è la miglior cosa che gli potesse mai succedere. E mentre Chevalier sente Philippe entrare dentro di lui è così preso che le tre parole che non ha mai osato dirgli quasi gli scivolano fuori dalle labbra e lui deve soffocarle in un bacio disperato, deve soffocarle sulla lingua di Philippe, mentre l'erezione di quest'ultimo gli strappa un forte gemito dalla gola, e poi è tutto finito—Chevalier lascia che Philippe trascini entrambi sul materasso, gli permette di stringere il suo corpo esausto e di lasciare una miriade di baci leggeri come piume sulla sua pelle.
Non c'è bisogno di parlare, adesso—Philippe sa già tutto ciò che deve sapere. Sa che Chevalier è abbastanza codardo da non riuscire mai a dirgli che lo ama, ma anche che lo fa—lo ama così tanto che quelle parole lo soffocano ogni volta che tenta di lasciarle uscire.
Non lo dice mai, ma lo dimostra sempre a Philippe, qui sul loro letto, là fuori nel mondo reale, e in realtà tutto ciò che serve perché Philippe gli legga nel pensiero è un semplice sguardo—Chevalier si tradisce sempre completamente, quando si tratta di Philippe.

Lips on youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora