Capitolo 8. Un bravo ragazzo .

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La notte passò in fretta e la squadra venne svegliata dal sole scottante del deserto.
Quando Flora aprì gli occhi si ritrovò davanti Thoren,che le stringeva ancora la
mano,lei immediatamente la fece scivolare via.
Si alzarono e,guidati dal sole,si rimisero in viaggio andando verso ovest.
"Non ero mai stato in un deserto!" Affermò Alan.
Alan era un ragazzo che proveniva da Marbourn,un pianeta della Dimensione
Gamma,formato per la maggioranza d'acqua. Gli abitanti di quel pianeta dovevano
tutto a quell'elemento,ma in quel momento,più che la loro salvezza era diventata la
loro rovina: si era ribellata inondando il pianeta e la popolazione era in serio
pericolo. La pesca era impossibile,così come gli scambi,aveva un potere proprio che
solo lo Scettro d'Oro poteva assorbire.
Alan era il quinto di sette figli,la sua famiglia era modesta,suo padre faceva il
pescatore,ma lui aveva deciso un'altra vita.
"Voglio combattere!" Aveva detto a sua madre,la quale a malincuore lo aveva
lasciato partire per frequentare l'Accademia Fortis. I suoi genitori avevano cercato
a lungo di dissuaderlo ma senza riuscirci,lui voleva imparare a combattere e
diventare una guardia del re,voleva difendere il suo regno. Tra i suoi fratelli era
l'unico ad avere quest'indole,proprio per questo i litigi con suo padre erano molto
frequenti,prima di partire suo padre gli aveva detto:"Parti adesso e non ti
riconoscerò più,la guerra è per i codardi che non vogliono affrontare la vita e si
gettano in imprese che li fanno sembrare eroi."
Lui gli aveva risposto che voleva andare,così suo padre lo aveva lasciato partire
senza rivolgergli lo sguardo. Al contario,sua madre era in prenda al pianto quando
lui era partito,l'aveva pregato fino all'ultimo di non farlo,ma lui aveva intrapreso lo
stesso quella strada. Che i suoi genitori fossero tanto contrari era comprensibile,Marbourn aveva affrontato la guerra pochi decenni prima e loro
l'avevano vissuta;per questo Alan li capiva,ma non poteva impedire a sé stesso di
provare il desiderio di far parte di quel mondo,non si sentiva un codardo,lui voleva
affrontarla,la vita,ma voleva farlo combattendo. Così era partito,col disappunto dei
suoi genitori che ogni giorno gli faceva visita nella coscienza.
Quando aveva iniziato a frequentare l'Accademia Fortis non era stato semplice,i
ragazzi non lo trattavano molto bene ma lui non ci dava peso. "Sono qui per
imparare." Si diceva,ma comunque era dura. Gli giocavano continuamente brutti
scherzi,una volta per esempio gli avevano riempito l'armadietto di pesce,perché
sapevano da dove veniva,la sua roba puzzò per settimane. Nonostante questo Alan
aveva continuato ad allenarsi,a studiare e camminare a testa alta,non se lo faceva
impedire da nessuno. Quell'accademia gli era costata l'approvazione di suo padre e
non poteva scoraggiarsi di fronte allo scherzo di qualche idiota. Questo suo sforzo
era stato ripagato:durante un allenamento era stato notato dal Principe Thoren,che
gli aveva chiesto di far parte della sua squadra. Pochi mesi dopo era tornato a casa
per alcuni giorni,i suoi si erano comportati normalmente,senza accennare
minimamente all'Accademia,parlavano del più e del meno,poi però Alan aveva dato
la notizia e loro non l'avevano presa molto bene,soprattutto suo padre. La mattina
seguente Alan era ripartito,prima di lasciarlo però sua madre gli aveva detto:"Sono
fiera di te!" E con un'espressione soddisfatta ma chiaramente terrorizzata aveva
lasciato partire suo figlio.
Aveva un'amica,lì,a Marbourn,Tanya. Lui per molto tempo aveva sperato potessero
essere qualcosa di più,ma poi era dovuto partire.
Quindi quella mattina,seguendo il sole,la squadra si dirigeva verso ovest. Il
paesaggio non era molto rassicurante,era afoso,arido e desolato. Continuavano a
camminare,sembrava tutto così interminabile,ad un certo punto si alzò una leggera
brezza.
"Finalmente!" Esclamò Bloom.
"Non ne sarei così felice," disse Nex,"Si potrebbe trasformare in una tempesta."
"Ecco il pessimista di turno!"
"Io non sono pessimista!"
Tutti lo guardarono.
"Okay,forse un po'."
"Ah ecco." Disse Thoren.
Gli amici risero.
Da quando si era svegliata Flora aveva una brutta sensazione,come un peso sullo
stomaco,era preoccupata;sapeva di non essere preoccupata per la
missione,Brandon c'entrava qualcosa e lei lo sapeva,ma faceva di tutto per ignorare
quell'impressione,dicendosi che era solo la sua immaginazione. Brandon sarebbe tornato presto,e sarebbe stato bene,si ripeteva.
Man mano che avanzavano la brezza si trasformò in vento e la sabbia cominciò ad
alzarsi.
"Copritevi gli occhi!" Urlò Thoren alla squadra.
I ragazzi,con un braccio sul viso per coprirsi gli occhi,continuavano a
camminare,anche se a fatica,poichè il vento si faceva più forte.
"Nex,ricordami di impedirti di fare un'altra delle tue previsioni!" Urlò Tomás.
"Avete visto? Non sono pessimista,sono semplicemente realista!"
Mentre continuavano a camminare la sabbia si alzò in un vortice che si faceva
sempre più alto. La sabbia vorticava e vorticava salendo quasi all'altezza di tre
metri,poi iniziò a coagularsi.
"E quello cosa diavolo è?" Urlò sgomentata Aisha.

Infinity Love 2. - Il Potere Del Ricordo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora