Mi suona la sveglia, sono le sette della mattina, scendo giù in cucina e preparo i pancake per colazione, nel frattempo riscaldo una tazza di latte, mi munisco di nutella e la spalmo sopra i pancake, una volta finito, risalgo le scale e vado a prepararmi, indosso una camicia bianca morbida con dei pantaloni eleganti anch'essi morbidi, con una cintura nera, per coprire le spalle opto per un blazer nero mentre come scarpe indosso le Air Jordan 1 Mid nere e bianche, prendo la mia borsa Gucci nera e sono pronta per uscire, mi reco a prendere la macchina, siccome non ho voglia di andarci a piedi; una volta arrivata, parcheggio l'auto nel parcheggio sotterraneo del palazzo, salgo le scale fino ad arrivare alla reception dove saluto la segretaria, per poi proseguire la mia scalata fino al mio ufficio, una volta entrata mi metto a riordinare tutti i documenti che mi sarebbero serviti durante la giornata, siccome avrei dovuto portare un nostro cliente a vedere i progressi della casa con i lavori svolti negli scorsi giorni; poi ne avrei avuto altri cinque clienti a cui mostrare delle case; oggi sarà più il tempo che starò fuori che in ufficio.
Con il primo cliente ho l'appuntamento alle 08:15, siccome sono già le sette e quaranta, comincio ad incamminarmi, siccome il luogo di ritrovo prefissato, non era né troppo distante ma neanche troppo vicino dall'ufficio, quindi per evitare di arrivare in ritardo e fare le o se con calma, senza nessuna fretta; sono le 09:15 ed abbiamo finito, mi deve solo firmare dei documenti e poi posso dargli le chiavi della sua nuova casa.
Prima di incontrare il prossimo cliente, torno in azienda per prendere la macchina, siccome il posto di ritrovo è più distante; arrivo al luogo del ritrovo prefissato per le 09:30, sono arrivata in anticipo di cinque minuti, durante l'attesa, mi concedo un caffè per darmi la carica giusta, questo cliente è molto esigente nelle sue richieste, quindi devo far in modo che fili tutto per il meglio; dopo circa trentasette minuti di ritardo il cliente arriva, lo faccio entrare in casa gli mostro tutti gli ultimi lavori e le modifiche effettuate in questi mesi, dopo circa un'ora di visita, gli faccio firmare gli ultimi documenti necessari per poi porgli le chiavi, era molto soddisfatto delle modifiche effettuate alla casa, e questo mi fece molto piacere.
Sono le due e mezza del pomeriggio quando termino con l'ultimo cliente, ora si torna in ufficio per continuare a lavorare e rispondere alle varie e-mail dei clienti e contattarne altri.Sto lavorando ad un progetto quando sento bussare alle porta, "avanti" dico essendo che la porta è aperta, ma la porta rimane chiusa, bussano una seconda volta "è aperta" esclamo nuovamente, ma come prima la porta rimane chiusa, quindi decisi di andare ad aprirla per vedere chi era, la apro e mi ritrovo davanti mio padre che entra irruente nel mio ufficio, richiudo la porta "cosa ci fai qua?" chiudo stupida, "potrei farti la stessa domanda" risponde lui, "non capisco, che intendi" dico dubbiosa, "hai intenzione di rovinare la vita anche tuo fratello?" esclama urlando, "No" dico, "allora è meglio se sparisci da qui e lo lasci stare, è copriti quei robi sulle braccia che fanno schifo" esclama urlando mio padre, "perché sei qui?, cosa vuoi da me?, cosa ti ho fatto per essere trattata in questo modo da te?"gli domando urlando trattenendo le lacrime che riempivano gli occhi, "sono qua per salvare la reputazione di tuo fratello, voglio che sparisci da questo posto è non ti faccia più vedere, non sei altro che una delusione hai miei occhi e smettila di piangere che non risolvi niente".
Pov. Charles
Sono nell'ufficio di Alexander siccome mi ha chiamato per degli aggiornamenti della casa che dovrei comprare, "cosa sono queste urla?" chiedo ad Alex, "non saprei, non capisco da dove vengono" esordisce lui, "non sono distanti da noi, sembra quasi che provengano dall'ufficio di Hazel" esclamo io, "ma strano oggi non aveva appuntamenti con nessuno in ufficio... boh dopo chiederemo informazioni" concluse il fratello così tornammo a concentrarci sul nostro lavoro.
Hazel
"Tu sei il mio più grande fallimento, mi fai schifo, fai pena, a malapena riesco a guardarti in faccia, non comprendo come i tuoi fratelli ti vogliano ancora accanto a loro, tu meriti di soffrire, di stare sola, meriti solo odio e nient'altro" mi urla contro mentre lascia cadere il caso di vetro per terra che si rompe in mille pezzi, i miei occhi si riempiono maggiormente di lacrime non riesco a trattenerle e le lascio andare mentre mio padre mi lancia addosso il portapenne di ceramica, mi sfiora e si rompe contro la porta, nella mia testa c'era solo una voce, "Hazel solo uno ti prego fallo ne ho bisogno, uno piccolo, non se ne accorgerà nessuno, fallo e poi ti sentirai meglio, è quello di cui hai bisogno", mio padre mi scaglia addosso tutto quello che può tirare, prima che mi colpisca ancora esco e corro in bagno.
Pov. Charles
"Ma cosa sta succedendo di la?," Chiedo ad Alexander siccome si continuava a sentire dei rumori di vetri rotti, "non lo so andiamo a controllare" esclama lui, appena apre la porta vediamo Hazel che corre in direzione del bagno, ci avviciniamo al suo ufficio dove all'interno c'era un signore a me sconosciuto fino a quando "Papà? Che ci fai qui" esclama Alex, "sono venuto a parlare con tua sorella" esordisce il signore, "cosa vuoi da lei?, non ti sembra di averla già fatta soffrire abbastanza" esordisce Alex, "lei soffrire?, tua sorella non fa altro che piangersi addosso, cerca solo attenzioni tagliandosi e tu e Celeste gliele date, ma non avete capito che Hazel se ne approfitta e basta di voi" esordisce il signore, "non sai un cazzo di quello che ha passato tua figlia, ha cercato il vostro aiuto e voi gli avete voltato le spalle, non fate altro che disprezzarla se solo la ascoltaste quando cerca di parlarvi" gli urla contro Alex, io sconvolto da questa faccenda esco dall'ufficio che era ricoperto di pezzi di vetro e vado a cercare Hazel per vedere come stesse.
Hazel
Sono in bagno che non riesco a smettere di piangere, prendo la lametta e incomincio a strofinarla sulle braccia, procurandomi diversi tagli, il sangue incomincia a colare in abbondanza lungo le braccia, questa volta ci sono andata pesante, il dolore dei tagli mi procurava piacere, sento le mie gambe cedere, mi ritrovo per terra, la mia vista era annebbiata fino a quando diventerò tutto buio e il dolore incominciava a svanire.
Pov. Charles
Apro la porta del bagno quando "Hazel" urlai vedendo il suo corpo per terra ricoperto di sangue, mi sedetti per terra e presi la sua testa e la appoggiai sulle mie gambe, presi il telefono e chiamai i soccorsi, "Hazel ti prego svegliati, qualsiasi cosa ti abbia detto quell'uomo non è vera, ti prego apri gli occhi, non posso perderti, Hazel ti prego torna da me, risolveremo insieme questa storia, non ti lascio andare non posso farlo, ti prego Hazel svegliati", sentii i miei occhi gonfiarsi di lacrime che lasciai cadere che scendevano fino ad appoggiarsi sul suo volto "H-Hazel ti prego svegliati, ti prego fallo per me, non abbandonarmi" esordisco singhiozzando per causa delle lacrime, dopo circa 20 minuti arrivarono i paramedici che la misero sulla barella e la legarono con delle cinghie poi la caricarono sull'ambulanza e la portarono via, ho provato a convincere i paramedici a farmi salire, ma siccome non sono un parente non me l'hanno concesso; ho seguito l'ambulanza fino in ospedale, chiesi ad ogni infermiere che incontravo se sapesse come stava, "non lo so deve attendere" mi rispondevano tutti, quindi mi limitai a sedermi in sala d'attesa aspettando sue notizie.
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Esci dalla mia testa ||Charles Leclerc||
FanfictionHazel é una ragazza italiana con la passione di dipingere, vive a Monaco, ha problemi di autolesionismo, un passato complicato ed un brutto rapporto con i suoi genitori ma con dei fratelli che le vogliono molto bene. Hazel fa parte nell'aeronau...